Il risultato parrebbe derivare da una lotta strenua con rapidi capovolgimenti di fronte, grandi interventi dei portieri. Nella realtà Venezia vs Inter è stato lo show di un’unica squadra, l’Inter, sempre nei pressi dell’area veneta ma incapace di spunti che permettessero di raggiungere l’obiettivo: il goal. Nella squadra dei bauscia solo Perisic sa saltare l’avversario, nessuno ha la freddezza di insaccare anche in situazioni facili. Per cui arrivano sempre vittorie con patema d’animo finale. Però, finché sono vittorie… Poi se ti capita una giornata storta di Barella, viene a mancare anche la truppa d’assalto. Buon per la Beneamata che Calha ha indovinato un tiro dai 20 metri e uccellato l’ottimo Romero. Dal Venezia ci si aspettava di più viste le ultima gare in Serie A. Invece non si sa se per scelta o per forza dell’avversaria mister Zanetti si è limitato a piazzare il bus sulla linea di porta.
Pota! La gobba è diventata squadra materasso. Lo Stadium è divenuta terra di conquista. Ne ha approfittato anche la Dea giocando una partita lineare contro una squadra bianconera che ha certamente lottato ma facendo un gran casino. Un centrocampo da reinventare per non mettere costantemente in ambascia Bonucci e compagni, attacco… chi dovrebbe segnare? Non ditemi Morata e Kean, giocatori per squadre della parte destra della classifica. Ora la Juve è a sette punti dall’ultima posizione Champions e non da cenni di vita. Se fosse un ragazzo delle elementari, la maestra direbbe a papà Agnelli: il bambino si applica, però non capisce una verza! Rimane mestamente in classifica in Serie A alla pari della Fiorentina raggiunta e superata dall’Empoli alla fine dei titoli di coda.
Waterloo milanista a San Siro. Siamo alla ripetizione della stagione passata. Le squadre di Pioli durano una dozzina di partite poi se, come quest’anno, non hanno una panchina molto lunga vanno in letargo. La velocità si affievola e devono puntare sulla tecnica che i casciavit hanno solo a sufficienza per il quarto/quinto posto. Ibra può salvare alcune gare ma non tutte. Tre pappine dal Sassuolo stanno ad indicare che se i diavoli non si svegliano per lo scudetto siamo al game over. Il fiato dell’Inter sul collo infastidisce e innervosisce come la bora ai triestini. Abraham ha regalato alla Maggica dopo mezz’ora una vittoria mai stata in dubbio. Il Torino non ha fatto una cattiva gara, però gli manca un centrocampista di qualità che distribuisca il gioco e sappia servire palle filtranti. Con i cross dalla trequarti non si può innescare un buon centravanti come Belotti. Alla Roma non manca niente per essere protagonista, vittorie come quella di questa giornata, ottenute lottando, rafforzano la stima in se stessi. La squadra è apparsa solida e compatta.
Il Napoli intanto se ne va da solo. In un quarto d’ora ha fatto sparire la Lazio. Velocità negli scambi, grande pressione nei primi venti minuti, la Lazietta di oggi non ha visto palla. Poi la partita non è molto cambiata, campani sempre avanti e romani a tentare qualche ripartenza. Infatti dopo mezz’ora erano già sotto di tre reti. Con un’altra bomba si è arrivati al fischio finale. Lazio volonterosa e Napoli pimpante. Se tenessimo contro che i ciucci giocavano senza protagonisti importanti, avremmo la certezza di trovarci di fronte ad un team che potrebbe raggiungere i traguardi cui è arrivato il Napoli di Maradona. Il poker di reti nella 14 giornata ci offre una squadra forte in tutti i reparti, con Spalletti che ha dato a Sarri una pesante lezione. Mi sbaglierò ma stiamo tornando alle protagoniste di epici campionati del passato: Inter e Napoli.