Diciannove giornate di Serie A sono andate, siamo a metà cammino. L’Inter è balzata al comando e solo lei può essere rivale di se stessa. Milan, Napoli e Atalanta, che si ergevano a rivali, si sono un po’ sciolte. La Juventus parte da troppo lontano ma, da quando gioca da provincialotta, porta a casa punti: in Champions ci andrà. Contro il Cagliari ha rischiato molto, nonostante le assenze negli isolani. Al gol è andato molto più vicino il team di Mazzarri che non i gobbi, ma quando la fortuna ti volta le spalle capita di sbagliare una rete, con Dalbert, a tre metri dalla porta vuota, e prendere, a pochi secondi dalla fine del primo tempo, un gol su tiro sbagliato da Bernardeschi e finito sulla zucca di Kean.



Peggio ancora la Dea, che dà l’impressione di aspettare con ansia la pausa natalizia. Con il Genoa chiuso nei suoi 20 metri, non è riuscita a trovare il grimaldello per entrare nella difesa. È invece bastata mezz’ora all’Inter per stendere un Toro ben messo in campo, ma troppo inferiore complessivamente ai nerazzurri. I granata hanno mirato a pressare molto in avanti per non far partire le azioni bauscia dal basso, ma questa tattica pareva quasi controproducente: Handanovic lanciava lungo e, ogni volta, partiva un’azione pericolosa nerazzurra. Bella la rete: un’azione rapidissima di contropiede conclusa con un angolato rasoterra di Dumfries. Poi, la Beneamata ha mirato, riuscendoci, a controllare il gioco con il Torino che, nella ripresa, è apparso più volitivo rispetto alla prima parte del match, ma senza mai dare l’impressione di poter raggiungere il pareggio. Quando poi è iniziata la girandola dei cambi, la partita possiamo dire sia finita. Altra vittoria nerazzurra, a confermare la legge del più forte in Serie A.



La Maggica ripartita decisa a toreare la Samp, forte dell’autostima che le ha procurato l’asfaltatura della Dea a Bergamo, si è dovuta rendere conto che i genovesi non erano certamente malleabili. È stato tutto un macinare gioco, ma troppo lentamente per impensierire i blucerchiati. Inoltre, passati in vantaggio, i capitolini non sono riusciti a gestire il vantaggio e così sono stati puniti dal solito goal di Gabbiadini. Due punti gettati alle ortiche. Il Milan, in particolare nella ripresa, ha passeggiato a Empoli. È questa una squadra ben impostata da Andreazzoli, ma non ha calciatori che possano tenere la velocità della prima mezz’ora per tutto l’incontro. Infatti, se nel primo tempo i toscani hanno messo i casciavit alla frusta, nella ripresa i rossoneri hanno avuto la possibilità di dilagare. Obiettivamente il Milan è la più forte delle squadre normali, l’Empoli la più titolata ai posti alti nella parte destra della classifica.



Spalletti la sua dose di lato b se l’è giocata tutta la giornata scorsa a San Siro. Stavolta, contro lo Spezia, neanche le invocazioni a San Gennaro hanno fatto effetto. Autorete di Jesus e poi tutto un tentativo di assalto alla porta di Provedel. Ma, se le avversarie si chiudono e non hai un centravanti di peso, non segni neanche se giochi per tre giorni. Così è successo: gli azzurri sono ritornati una delle solite squadre del mago di Certaldo, che a Natale hanno finito di gioire. Oramai lo scudetto e, quindi, il titolo di campione di Serie A si giocherà sotto la Madonnina, Inter contro Milan. I nerazzurri sono più forti, ma il Diavolo è stato scaraventato fuori dall’Europa, per cui ha solo l’impegno di campionato: è un bel vantaggio.

Siamo arrivati al festeggiamento della Natività. A tutti Voi e alle Vostre famiglie auguro che il Santo Natale possa divenire la partenza per un futuro più sereno e felice, che si protragga non solo per l’anno 2022, ma per sempre.