La giornata ha dato subito una sentenza: Napoli e Torino non raggiungeranno i risultati che si erano proposti, Champions per i campani, qualunque Europa per i piemontesi.
Si sono scontrate fra loro pareggiando con una rete ciascuna ad inizio secondo tempo, ma il Toro non ha fatto nulla per vincere; i ciucci hanno fatto possesso palla e qualche occasione l’hanno avuta, ma Milenkovic ha fatto lo Zamora dei poveri e così per gli azzurri, che giocavano al Maradona, è arrivato solo uno sterile punticino. Non è annata, fattore C consumato totalmente nel campionato scorso.
Contro la rivelazione Bologna, l’Inter ha giocato uno splendido primo tempo. Almeno tre occasioni macroscopiche, poi una rete con colpo di testa di Bisseck su traversone di Bastoni. Questa è l’invenzione di Inzaghi, i due estremi centrali che si cercano trasformandosi in attaccanti aggiunti. Poi colpi di classe di Sanchez mentre Thuram e, in particolare, il Chala hanno giocato sottotono.
Si è capito che la gara serviva loro per riambientarsi dopo l’infortunio. Poi il pensiero, data la tranquilla situazione di classifica, è andato sicuramente allo scontro della prossima settimana a Madrid contro l’Atletico. Infatti, i bauscia sono ripartiti mirando a controllare l’incontro e puntando solo su ripartenze veloci. Bologna molto aggressivo, veloce nel gioco di palla e Beneamata impegnata nel contenimento.
Si è sentita molto la mancanza di Lautaro e la sua capacità di raccordo con il centrocampo. Il fortino interista ha resistito, respinto ogni assalto e mostrato come risponderà agli attacchi degli uomini di Simeone affinché, come in Emilia, non si alzi una tromba a suonare il deguello ma suoni alta la marcia trionfale di verdiana memoria. Con la vittoria di Bologna, i nerazzurri festeggiano il loro 116º compleanno! Auguri!
Il Milan è partito lancia in resta con l’Empoli che, però, guidato da quel furbone di Nicola, fino al 40º non ha mai permesso ai casciavit di fare gioco. Ai milanisti mancavano due giocatori fondamentali: Leao e Giroud. Era evidente che di fronte alla pressione rossonera qualche errore i toscani lo avrebbero compiuto. Infatti, ciò è avvenuto al minuto sopra indicato quando Okafor ha servito Pulisic che, con ciabattata, deviazione empolese e poca reattività del portiere, ha portato in vantaggio il diavolo. Nella ripresa, chi si aspettava un Milan deciso a chiudere i conti si è sbagliato.
I milanisti, capita l’inferiorità dell’avversario, hanno preferito lasciarlo giochicchiare controllandolo senza grande sforzo. Talvolta provavano a ripartire ma era evidente il pensiero allo scontro di Praga per l’Europa League. Pareva un gattone contro il topino empolese. Poi i rossoneri sono arrivati alla fase finale un po’ stanchi e, per pochissimo, l’Empoli non ne ha approfittato. Significa che così stava scritto nelle stelle.
Avete letto il centrocampo della Gobba? Con quei giocatori dove può andare? Buon per lei che con reti di Vlahovic e molto fattore C è ormai sicura di arrivare fra le quattro che andranno in Champions.
L’Atalanta è un’altra cosa, fa girare la palla, pressa, impone gioco. Rete di vantaggio per la Dea irridente la difesa bianconera. Poi difesa strenua bergamasca con tentativi di arrembaggio juventini ma sempre portati dai singoli, mai dal gioco di squadra. Pericolose le ripartenze atalantine. Poi, dopo un’oretta di gioco, l’Atalanta ha cominciato, come già successo in altre occasioni, ad essere ferma sulle gambe, un po’ scoppiata. Ne ha approfittato la Juve che in cinque minuti ha ribaltato il risultato. Si è risvegliato anche Milik. Altri cinque minuti e Koopmeiners ha riuccellato Szczesny: 2-2, risultato giusto. Poi, entrambe non sono riuscite ad andare aldilà della difesa del risultato e così i bianconeri sono stati superati dal Milan al secondo posto a distanza siderale dalla capoclassifica, l’immensa Internazionale. La Maggica è strana, quando pare debba spaccare il mondo, te la trovi sotto contro la Fiorentina.
Primo tempo dominato dalla Viola che, tagliate le linee di passaggio a Dybala e Lukaku, ha creato, oltre alla rete, almeno tre altre occasioni di raddoppio. Sottil è parso imprendibile per la difesa romana che, per bloccarlo, ha speso due cartellini gialli. Anche Paredes, curato a uomo, non ha potuto impostare il gioco che pertanto non fluiva come necessario, anzi subiva quello toscano. Alla ripresa tutto pareva filare come nel primo tempo anche se i giallorossi avevano cambiato registro portando la difesa a 4 finché su ripartenza improvvisa la Roma ha raggiunto il pareggio con una craniata di Aouar.
La partita è divenuta più aperta ed entrambe le contendenti si sono allungate per raggiungere la vittoria. La Maggica aveva sicuramente una maggiore cattiveria sportiva, con ciò ha cominciato a prendere campo. Si narra che è nei momenti di difficoltà che scendono in campo i veri uomini. Non so se è stato per questo o per casuale coincidenza ma sta di fatto che, senza particolare merito, la Fiorentina si è riportata in vantaggio.
La mazzata per i giallorossi è stata terribile, hanno perso la testa regalando un rigorino che gli avversari hanno fallito. Lo scampato pericolo ha dato un po’ di linfa ai capitolini che però hanno fatto un gran correre ma senza mai creare problemi alla porta toscana. Quando tutto pareva consumato, Llorente sugli esiti di un calcio d’angolo ha bucato la rete difesa da Terracciano. Pareggio e Roma che rimane con la speranza di arrivare al quinto posto in classifica che dà speranza, poca, di Champions.
Stadio pieno a Bologna come venerdì scorso quando Federmacchine e il direttore tecnico del Ministero dell’Industria, Marco Calabrò, hanno dato indicazioni sui contenuti dell’incentivo Transizione 5.0 che aiuterà le aziende virtuose che concorreranno allo sviluppo digitale di impresa e al miglioramento ambientale riducendo, in particolare, i consumi energetici: più di 200 le imprese collegate online.