Mi vedo il derby della Madonnina, lo scontro fra Allegri e Sarri, poi parto per Hannover dove lunedì si inaugura la EMO, esposizione mondiale della macchina utensile, robot, automazione, componenti e tecnologie additive, tutto quanto necessario per lo sviluppo del manifatturiero mondiale. Gobba contro Aquilotti, in termini di investimenti e rosa di calciatori non parte alla pari, in teoria la Juventus dovrebbe sotterrare i celestini che, nelle recenti occasioni, salvo il miracolo di Napoli, non hanno brillato. I bauscia, se il diavolo non avesse rivoluzionato la squadra, sarebbero sicuri favoriti. Ora però i casciavit si sono rifatti completamente il look, molti nuovi sono perfetti sconosciuti che però, nelle prime giornate, abbiamo visto correre come ossessi e, siccome un brocco che corre è più forte di un campione che si risparmia, magari per la Champions, la tripla a Milano è obbligatoria. Ci “scriviamo” dopo gli incontri di Serie A.



Eccomi qui. La Juve ha travolto la Lazio. La nazionale ha fatto risorgere Locatelli che ha piazzato un perfetto assist per la prima rete a Vlahovic. Quest’ultimo pare trasformato, la vicinanza di una seconda punta gli toglie marcature e questo lo rafforza. La sua seconda rete è stata bellissima: presa la palla ha dribblato due avversari e palla spedita in porta. I bianconeri hanno avuto qualche difficoltà per dieci minuti nella ripresa culminati con la rete di Luis Alberto. Ci ha pensato Vlahovic a far disingalluzzire i romani e obbligarli a scendere a terra. I gobbi sono parsi trasformati, i difensori accorciavano, aiutavano e così la squadra dominava il centrocampo. La Lazio palleggiava, i bianconeri pressavano. Il risultato era scritto: 3-1 e buonasera. Questa Juve senza impegni in Europa fa paura.



Troppo presto a San Siro! Erano passati solo cinque minuti ed Enrico Mkhi aveva già insaccato. Grandissimo Thuram nell’azione. Nerazzuri in pieno dominio del campo; ”non può continuare così l’incontro” ho pensato ”se l’Inter non chiude ora la partita succederà come nell’andata dello scorso campionato“. Mi spiego: relax generale, concentrazione sulla gara di champions con la Real Sociedad (ad Hannover ci saranno diversi protagonisti provenienti dai Paesi Baschi che se vinceranno romperanno le scatole) e rossoneri che si sveglieranno. Thuram mi ha letto nel pensiero, capito che avevo ragione ha esploso una cannonata in diagonale che si è infilata togliendo le ragnatele all’incrocio dei pali. Ovazioni triple! Una rete così nel derby l’aveva fatta, molti anni fa, nientemeno che Rumenigge, è tutto dire.



Volata di Leao a inizio ripresa e svantaggio ridotto fino a quando Mkhi, esagerando, fa doppietta. Poi rigore netto per la Beneamata: Calha regala ai cuginastri la quarta pera, la quinta è un omaggio di Frattesi. Lautaro si è limitato a far girare l’attacco, ottimo. Finita la Lula è iniziata la Thula. Una sola squadra al comando, la sua maglia è a strisce nerazzurre, il suo nome è Internazionale. Quest’anno ritorna lo scontro Inter/Juve per lo scudetto, è quello che serve per destare interesse al campionato. Orecchie e coda del diavolo alla tifoseria nerazzurra che ha vinto il quinto derby consecutivo. Vista la vittoria inconfutabile dei nerazzurri non può accadere nulla di più importante in questa giornata di Serie A, giusto chiudere così l’angolino e partire per la Germania con negli occhi lo spettacolo del Meazza.