ELENA UGOLINI: “NON TEMIAMO DI EDUCARE ANCHE A CASA”
Il 9 in condotta ai ragazzi della scuola di Rovigo che hanno “impallinato” la loro professoressa ha scomodato perfino il Ministro dell’istruzione Giuseppe Valditara che oggi ha espressamente richiesto alla dirigente dell’Istituto Viola Marchesini di Rovigo, Isabella Sgarbi, di rivedere il giudizio degli studenti promossi dopo aver sparato pallini di gomma alla loro prof. Nel breve ma acuto editoriale di Elena Ugolini oggi sul “Quotidiano Nazionale” viene ripresa questa storia lanciando – dal punto di vista di una donna, dirigente scolastico e madre – lo sguardo ben oltre la “diatriba” politica o scolastica.
«Non temiamo di educare anche a casa»: il titolo già dice molto del giudizio non banale rilasciato da Elena Ugolini, dirigente scolastico del Liceo “M. Malpighi” di Bologna e nel 2013 già sottosegretario all’Istruzione nel governo Monti. «Stupisce veder premiati con dei 9 in condotta gli alunni che si sono divertiti a sparare con dei pallini alla propria docente. Meglio togliere il voto in comportamento se quello che gli alunni fanno non ha nessuna incidenza. Anche se quegli studenti avessero avuto 10 in tutte le materie e si fossero sempre comportati in modo encomiabile, non sarebbe stato giusto passar sopra a un fatto così grave. Non è ragionevole dare questo segnale a tutta la classe, anzi a tutta la scuola, anzi a tutte le scuole italiane», riflette la preside del “Malpighi”. Dare una valutazione della condotta però, anche con un voto, non significa ovviamente «interrompere la relazione con i propri studenti, non significa negare la possibilità di cambiare»; la responsabilità di dare un giudizio è qualcosa di prezioso, secondo Ugolini, e per questo occorre «capire insieme che cosa è successo, per capire da dove ripartire, per non fermarsi sul male fatto, piccolo o grande che sia».
LA PROF DI ROVIGO, IL 9 IN CONDOTTA E L’EDUCAZIONE: IL GIUDIZIO E L’ABBRACCIO
Nel giorno in cui la presidente dell’istituto di Rovigo accetta la richiesta del Ministro Valditara e annuncia all’ANSA «Ha parlato il ministro, ora riconvocheremo il Consiglio di classe per riflettere e rivalutare la situazione», il tema diviene in pieno a carattere nazionale e si acuisce l’emergenza educativa “sottesa” all’intera vicenda che comprende il caso di Rovigo ma anche il recente accoltellamento della prof in classe ad Abbiategrasso con conseguente bocciatura del ragazzo e ricorso della famiglia.
«Tutti, genitori e docenti, dovremmo andare all’unisono su questo. Dovremmo essere chiari nel giudizio e grandi nell’abbraccio», scrive ancora Ugolini nel suo editoriale sui quotidiani del gruppo “QN”. Esiste una sorta di «analfabetismo relazionale che va educato», ripete la docente e dirigente, «va non coperto facendo finta che il male e l’errore non esistano. In Italia abbiamo paura di sbagliare, non pensiamo che l’errore sia un’occasione per imparare, siamo abituati a mettere la polvere sotto il tappeto e fare finta di nulla». Le famiglie spesso si sentono come “giudicate” da una scuola che non ha abbastanza chiarezza e condivisione: sono le stesse famiglie le prime «a far fatica a vedere i problemi e ad accettare di fare un lavoro insieme alla scuola. Non è un caso che i genitori dello studente che ha accoltellato la propria insegnante in classe abbiano impugnato il provvedimento di espulsione e bocciatura». Bene fa il Ministro ma, in conclusione, Ugolini richiama a fare tutti di più, «Occorre un cambiamento dell’atteggiamento di tutti».