IL MANIFESTO PER L’EUROPA DEL RILANCIO: COSA DICE E CHI LA FIRMATO
Nei giorni del Consiglio Europeo a Granada è stato presentato il Manifesto per il rilancio dell’Unione Europea, realizzato e firmato da 32 ex politici e funzionari legati alla storia dell’Europa: dal titolo “Manifesto per l’Unione Europea al tempo della nuova guerra fredda”, personaggi come Romano Prodi, Mario Monti, Jean Claude Juncker o Herman van Rompuy mettono nero su bianco 7 macro-punti su cui far leva per provare a realizzare quella che poche settimane fa il Presidente francese Emmanuel Macron ha definito una «Ue a più velocità», una sorta di federalismo graduale europeo.
Se per anni il “gotha” di Bruxelles ha respinto qualsiasi discorso o possibilità di ammettere un’Europa a più velocità per provare ad andare incontro alle diverse sensibilità e realtà economiche dei 27 Paesi membri, ora che le nuove sfide contemporanee – dal Covid all’energia fino a migranti e guerra internazionale – hanno fatto cambiare diametralmente idea ai funzionari che si sono alternati ai vertici Ue negli ultimi decenni. E così tra i firmatari troviamo ex Premier italiani come Prodi, Amato o Monti, l’ex Presidente della Bce Jean-Claude Juncker, l’ex Governatore della Banca del Portogallo, Vitor Constancio: in aggiunta anche l’ex eurocommissario Pierre Moscovici, diversi economisti come Marcello Messori, Marco Buti, Guido Tabellini, Andrè Sapir e molti altri ancora. In vista delle prossime Elezioni Europee, l’appello delle personalità europee è quella di realizzare una nuova Europa del futuro che possa procedere verso un «graduale federalismo», senza per questo rinunciare ad elementi chiave come si dovrebbe perseguire da subito, «unione fiscale» e «ritorno al multilateralismo».
ECCO I 7 PUNTI PER IL RILANCIO UE: FEDERALISMO UE E UNIONE FISCALE
«È giunto il momento di riconoscere che il nazionalismo è contrario all’interesse nazionale, che la sovranità nazionale degli Stati membri è inefficace a meno che non venga ridefinita in termini di sovranità europea, e che l’offerta di beni pubblici europei è cruciale per soddisfare le domande nazionali di sviluppo economico, sicurezza sociale e politica»: così scrivono i 32 firmatari dal Manifesto sul rilancio dell’Europa.
Secondo l’idea di una “nuova” Ue del futuro, vicina a quanto già ipotizzato da Macron con il discorso sull’Europa a “più velocità”, i firmatari scrivono nero su bianco nel Manifesto (anticipato dal portale Euractiv.it, ndr) quanto serva oggi più che mai un «federalismo graduale e pragmatico». I cambiamenti tecnologici e la crisi dell’energia costringerà a ripensare anche le industrie europee, «mobilitazione di risorse pubbliche e private che nessuno Stato membro può fare da solo». Questo secondo il Manifesto sarebbe un passo decisivo verso la costruzione di mercati finanziari europei «integrati e profondi, basati sull’emissione di un asset sicuro europeo e sulla definizione di un vero e proprio sistema di gestione delle crisi». In termini di unione fiscale, il Manifesto rileva la necessità di un approccio europeo nuovo e più solido: «senza l’unione fiscale, l’UE non riuscirà a perseguire le sue agende verde e digitale e continuerà a essere in balia di eventi esterni, rimanendo così vulnerabile a livello nazionale e sulla scena globale». In particolare, nei confronti dei grandi rivali economici come Cina e Usa, la proposta è quella di creare in Europa la leadership «in tecnologie specifiche che sono vitali per le principali catene di approvvigionamento e per l’economia globale nel suo complesso», evitando così un “made in Europe” ma favorendo il “made with Europe”.
Fronte politico, il Manifesto verso un’Europa rinnovata federalista, dovrebbe cambiare anche il sistema di voto in Consiglio Ue provando a superare il problema dei veti: l’appello è per trovare «modi flessibili per evitare che il dissenso isolato diventi un veto, proteggendo allo stesso tempo il membro dissenziente dagli effetti della decisione». Dopo l’analisi compiuta e stilata, il Manifesto ospita i 7 punti concreti attraverso in quali «si può favorire il vero rilancio dell’Europa», eccoli:
1- riforma di fondo del bilancio comunitario basata sulla creazione di una capacità fiscale centrale
2- nuove regole fiscali per realizzare una convergenza economica e sociale nella Ue e soddisfare le condizioni richieste da una crescita economica di lungo periodo e da finanze pubbliche sostenibili
3- decisivi passi avanti verso la costruzione di mercati finanziari europei integrati e “spessi” che si basino sull’emissione di un’attività finanziaria europea “sicura” (safe asset) e verso la definizione di un sistema pienamente sviluppato di gestione delle crisi;
4- politica industriale che sappia favorire il passaggio a un nuovo modello produttivo della Ue
5- rinnovata politica degli aiuti che miri a rafforzare, e non a indebolire, il mercato unico
6- strategia comune per l’istruzione e la formazione nonché nuovi programmi concreti per l’inclusione dei migranti nei mercati europei del lavoro
7-politica della Ue per la sicurezza e la difesa che sia incardinata nella Nato ma che abbia un’autonomia e una visibilità sufficienti “per reggere possibili rinnovate tendenze isolazioniste da parte degli Stati Uniti a seguito delle elezioni di novembre 2024