L’economista Pasquale Tridico nel suo ultimo libro, ‘Governare l’economia’, anticipato sulle pagine del Fatto Quotidiano, riflette sul paradigma economico che regola l’Ue, caratterizzato fin dal 1992 “da uno spazio economico dell’euro con cambi fissi, mobilità di capitali, disciplina di bilancio e politica monetaria indipendente”. Un sistema, insomma, nel quale “l’unica politica che uno Stato nazionale può liberamente praticare è quella del lavoro”.
Ora, tuttavia, davanti agli squilibri economici che si creano in Ue in occasione di ogni crisi marcata, secondo Tridico è necessario un cambio di passo nell’economia, partendo da uno strumento che in Italia è stato criticatissimo. L’economista, infatti, propone “un reddito di cittadinanza europeo, con un meccanismo automatico di stabilizzazione, centralmente finanziato da un bilancio europeo a cui partecipano gli Stati membri sulla base del rispettivo peso economico”. Davanti alla crisi dell’economia in Ue, infatti, spiega Tridico, “la mobilità del lavoro o i tagli salariali” sono soluzioni “non risolutive o migliorative per il lavoro stesso”, sicuramente non quanto lo sarebbe “un bilancio centrale grazie a cui attuare politiche espansive nei Paesi colpiti da crisi, caratterizzati da elevata disoccupazione e povertà”, utile anche a “prevenire ulteriori disavanzi e una conseguente compressione della domanda interna”.
Tridico: “Reddito di cittadinanza Ue finanziata con una common tax”
L’Ue, ragiona ancora Tridico, dovrebbe procedere nella direzione del “modello di Stato imprenditore/innovatore, che sia il motore principale nella transizione verso un’economia green e digitale. Uno Stato che investa direttamente nelle politiche industriali, nella ricerca, in un’agenzia pubblica europea dei farmaci e dei vaccini, per evitare di trovarsi impreparati di fronte alle emergenze sanitarie”.
Un piano in grado di risollevare l’economia Ue ma che, tuttavia, sottolinea Tridico, attualmente “non sarebbe nemmeno permesso dalle regole di concorrenza europee contro gli aiuti di stato”. Servirebbe, in tal senso, anche “una tassa comune sugli utili dei capitali mobili in Ue”, ovvero il fenomeno che porta molti stati a farsi “concorrenza nella ricerca di una tassazione bassa per attrarre capitali e investimenti”. La tassa, continua Tridico, “potrebbe essere la fonte di un bilancio aggiuntivo comunitario” utile per il Reddito di cittadinanza.