Nuovi aggiornamenti sul dramma di Servigliano, provincia di Fermo. Come vi abbiamo raccontato, una bimba di 6 anni è morta in un incendio ma nelle scorse ore è arrivata la svolta: arrestata la madre, il titolo di reato è incendio doloso e morte come conseguenza di altro reato. Come riporta La vita in diretta, gli esami tossicologici e l’autopsia avrebbero condotto gli inquirenti su una strada inquietante, la bambina sarebbe già morta prima che scoppiasse l’incendio. La mamma, dunque, avrebbe prima ucciso e per depistare avrebbe simulato un rogo. Domani attesa la convalida del fermo, con la donna che avrebbe detto che ci sarebbe stato un cortocircuito dell’impianto elettrico nella cucinetta dell’abitazione, una stanza di circa 4 metri quadri. Attesi sviluppi nei prossimi giorni, questo il commento dello psichiatra Luigi De Maio: «La sindrome di Medea o la sindrome del bambino maltrattato, che nel maltrattare i propri figli perdono il senso della misura. Essendo un’azione agita quasi spontaneamente, agiscono per negare l’evento». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



BIMBA MORTA A SERVIGLIANO: ARRESTATA LA MADRE

C’è il primo arresto per la morte della bimba di Servigliano, in provincia di Fermo (Marche), deceduta nel rogo della sua abitazione nella notte tra il 7 e l’8 gennaio scorsi: a finire in manette è infatti la 38enne madre e questa svolta delle indagini ha del clamoroso perché nella ricostruzione di quei drammatici momenti è emerso come la donna di nazionalità bulgara e che solo lo scorso settembre si era trasferita qui da Passo di Treia, era riuscita a salvare l’altra sua figlia di 4 anni. In attesa di saperne di più pare che l’accusa che viene mossa alla madre della povera bimba di soli 6 anni è quella di omicidio oltre a quella di incendio doloso: la decisione da parte degli inquirenti è arrivata al termine degli accertamenti che ipotizzerebbero come questa mamma abbia prima ucciso la figlia più grande e in seguito abbia dato lei fuoco alla casa, versione che contrasterebbe con quella fornita dalla diretta interessata che invece aveva parlato di un guasto l’impianto elettrico come causa scatenante del rogo. Non è tuttavia escluso che da questo torbida vicenda possano emergere altri particolari dato che restano da capire ancora i motivi del possibile sconsiderato gesto della 38enne. (agg. di R. G. Flore)



ARRESTATA LA MADRE DELLA PICCOLA

Possibile clamorosa svolta a seguito della morte di una bambina di 6 anni avvenuta lo scorso 8 gennaio a Servigliano, in provincia di Fermo (nelle Marche), dopo un incendio. L’abitazione era andata completamente in fumo, e la mamma della vittima, e l’altra figlia di 4 anni, erano riuscite a salvarsi. Nulla da fare invece per l’altra piccola, che sembrava inizialmente fosse rimasta vittima del rogo. Ma oggi, a poco più di dieci giorni da quei tragici eventi, la possibile clamorosa svolta: sarebbe stata la madre, come riporta Il Resto del Carlino, ad aver dato alle fiamme la propria abitazione, proprio per mascherare l’omicidio della figlioletta. La tesi, ancora da confermare, è stata formulata dal sostituto procuratore, Francesca Perlini, poi accolta dal gip del tribunale di Fermo che ha nel contempo emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per la donna, accusata di omicidio volontario. La 38enne di origini bulgare è stata raggiunta quest’oggi dal provvedimento, prelevata dalla propria casa e condotta in galera.



SERVIGLIANO, BIMBA MORTA IN INCENDIO: I NUMEROSI INDIZI EMERSI

La scorsa settimana le forze dell’ordine e i servizi sociali avevano prelevato dall’asilo di Servigliano la bimba di 4 anni sopravvissuta all’incendio, per interrogarla in un luogo protetto, senza dare alcuna spiegazione al padre, che la sera dell’incendio non era in casa. La notizia era rimasta top secret, come chiesto espressamente dallo stesso genitore per evitare di turbare la moglie, ancora in ospedale a causa dei fumi tossici respirati durante l’incendio. Sembra che a supporto della tesi dell’omicidio e dell’incendio volontario, scrive ancora Il Resto del Carlino, vi siano numerosi elementi, confermati anche dai referti dell’autopsia e degli esami tossicologici eseguiti sulla piccola vittima. L’indagine in corso spiegherebbe anche come mai il corpo della bimba non sia ancora stato restituito alla famiglia, trovandosi a disposizione dell’autorità giudiziaria.