Come vi abbiamo raccontato, Giuseppe Conte non ha intenzione di fare passi indietro sui servizi segreti. Ma non solo. Secondo quanto reso noto da Linkiesta, il premier sarebbe addirittura pronto a rilanciare: il giurista avrebbe infatti ripresentato nel documento di mediazione sul Recovery Plan il suo progetto di una nuova agenzia per la cyber security. Un nuovo ente, dunque, da finanziare con 2 miliardi di euro nel quinquennio.
Una mossa a sorpresa, dunque, considerando che il Partito Democratico ha ammonito Conte che questa agenzia non si farà mai, soprattutto nei termini da lui voluti. Senza dimenticare che i dem considerano «assolutamente ineludibile» la richiesta della nomine di un esponente indicato da Zingaretti all’autorità delegata sui servizi segreti. E ancora: il Pd ha già avvertito Conte che non sarà nemmeno lontanamente immaginabile la nomina a questa carica del suo fidatissimo Gennaro Vecchione. (Aggiornamento di MB)
SERVIZI SEGRETI, CONTE: “DELEGA É FACOLTATIVA”
Prosegue il dibattito sui servizi segreti, il premier Conte continua la sua “battaglia”: no a deleghe. Intervenuto nella classica conferenza stampa di fine anno, il giurista M5s ha ribadito che non nominerà nessun delegato e che terrà la funzione per sè. Una mossa che potrebbe causare nuove tensioni all’interno della maggioranza, considerando le posizioni di Partito Democratico e, soprattutto, Italia Viva.
Nel corso del suo intervento, Conte ha spiegato: «La legge del 2007 attribuisce al presidente del Consiglio la responsabilità politica e giuridica sulla sicurezza nazionale. Io ne rispondo comunque. La legge prevede la facoltà di nominare qualcuno, quindi non è obbligatoria, e anche il presidente Gentiloni non si è avvalso della facoltà di nominare una persona di fiducia per gli affari correnti. Anche se mi avvalessi di questa facoltà, ci sono delle funzioni non delegabili e io ne risponderei come delegante».
SERVIZI SEGRETI, ITALIA VIVA IN TACKLE SU CONTE
Sempre a proposito del caso servizi segreti, Conte ha citato il ruolo del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica: «Abbiamo un organismo di controllo, il Copasir, composto da tutte le forze rappresentate in Parlamento e prevede che la presidenza sia data a un esponente delle forze di opposizione. Il Copasir ha funzioni di vigilanza e di controllo sull’operato del premier e delle agenzie di intelligence, e garantisce che ci sia il rispetto dell’interesse generale e delle attività di intelligence. Chi chiede al premier di dover delegare deve spiegare perché, non si fida del premier? Allora bisogna cambiare la legge. Non mi posso liberare dei poteri, perchè mi devo avvalere di questa facoltà?».
Ma non mancheranno di certo le polemiche. Italia Viva ha già messo nel mirino il premier, ecco l’affondo social di Michele Anzaldi: «D’Alema affidò la delega ai servizi segreti al vicepresidente del Consiglio Mattarella (esponente di un altro partito),Monti a De Gennaro, Berlusconi a Letta, Renzi a Minniti: hanno sbagliato tutti i premier o sbaglia Conte che non delega nessuno? Forse ha qualcosa da nascondere?».