Prosegue l’opera di lenta ma decisa “archiviazione” della densa stagione di Giuseppe Conte a Palazzo Chigi: il Presidente del Consiglio Draghi dopo aver scoperchiato i vertici delle autorità sanitarie e scientifiche che hanno gestito l’emergenza Covid-19 (è rimasto di fatto il solo Ministro Speranza in sella), ha nominato ieri l’ambasciatore Elisabetta Belloni come nuovo direttore generale del Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza (Dis), sostituendo prima della scadenza naturale l’uomo piazzato da Giuseppe Conte a capo dei servizi segreti, il prefetto Gennaro Vecchione.
Come noto, già negli ultimi mesi del Governo Conte-2 lo scontro tra Renzi e Palazzo Chigi in merito alla nomina-blitz notturna di Vecchione aveva portato il livello della polemica politica alle stelle, un semplice anticipo di quanto poi sarebbe avvenuto solo qualche settimana più tardi con l’arrivo di Draghi alla Presidenza del Consiglio. Membro onorevole della Farnesina da anni, tra le figure più importanti a livello diplomatico del nostro Paese, Belloni è la prima donna che arriva al vertice dell’intelligence italiano dopo esser stata in prima linea nelle più importanti emergenze internazionali a rappresentare l’Italia. La scelta di Draghi ora porterà Belloni a coordinare le due agenzie operative dei servizi segreti, con lavoro di costante confronto con l’autorità delegata Franco Gabrielli.
LE NUOVE REGOLE DI DRAGHI SUI SERVIZI SEGRETI
La scelta del Premier arriva al termine di 20 giorni molto tesi sul fronte servizi segreti, prima per le liti interne al Centrodestra sulla guida del Copasir (al momento alla Lega di Raffaele Volpi, rivendicata però da Adolfo D’Urso di Fratelli d’Italia in quanto ora soli all’opposizione) e poi per il video-scoop di Report sull’incontro in Autogrill tra Matteo Renzi e Marco Mancini (proprio nei giorni in cui lo stesso 007 era in lizza per entrare nei vertici dei servizi segreti ancora sotto il Governo Conte-2). Dopo la gestione tutt’altro che lineare dei “casi” Pompeo e Putin, l’ex Premier in quota M5s vede ora tramontare la sua organizzazione dell’apparato di intelligence facendo invece spazio alla ventata di novità importata da Draghi e da Elisabetta Belloni. «Finisce così una stagione sciagurata – scrive oggi Carlo Bonini su Repubblica – di cui Conte era stato l’ostinato e goffo regista: quella che aveva confuso il governo dell’Intelligence, del suo capitale d’informazioni riservate, con un giro di nomine nelle municipalizzate, in una logica di occupazione tarata sulla fedeltà amicale al leader del governo». Il “piano-Draghi” prevederebbe però altre novità sul fronte 007: secondo quanto raccolto da “Formiche.net” non sarebbe piaciuto affatto l’incontro alla luce del sole tra Renzi e Mancini e per questo ora potrebbe avvenire un giro di vite anche sui comportamenti degli agenti: «sarà prevista una specifica autorizzazione da parte dei vertici delle agenzie, che dovranno essere preventivamente informati di un eventuale incontro con un politico. Il comitato ha richiesto il testo della direttiva, in fase di ultimazione», spiegano le fonti di “Formiche”. Tale direttiva sarà presentata al Copasir direttamente dall’autorità delegata per l’intelligence, con a capo Franco Gabrielli. Insomma, la nomina di Belloni è solo un primo tassello di un preciso disegno di “novità” portato dall’ex Presidente Bce.