È davvero necessario eseguire così tanti tamponi in questa nuova fase dell’emergenza Coronavirus, senza dimenticare che nonostante test vari secondo molti virologi italiani esiste un “sommerso” di casi che difficilmente si riuscirà a scoprire? Questo è il dubbio avanzato di recente da alcuni esperti tra cui Gian Alfonso Cibinel, medico d’urgenza e coordinatore Area PS/Dea dell’Unità di Crisi anti Covid-19 della Regione Piemonte. In una breve lettera inviata al direttore della testata web Quotidiano Sanità, l’ex direttore del Dipartimento d’Emergenza della ASL 3 di Torino ha provato a spiegare la sua posizione per cui oggi non servirebbero più così tanti tamponi come prima. “In base alle indicazioni dell’Istituto Superiore di Sanità del 7 marzo i soggetti che hanno contratto l’infezione da SARS-CoV-2 sono completamente guariti, e non tenuti all’isolamento, solo dopo la regressione della sintomatologia e due test virologici molecolari negativi” scrive Cibinel che però ricorda come il 19 maggio il Comitato Tecnico Scientifico della sua regione ha inviato all’ISS una proposta sui “nuovi criteri di uscita dallo status Covid-19” e che sono indipendenti dai test virologici, ossia i tamponi. “Tali criteri erano stati già adottati da settimane da parte di enti regolatori sanitari dell’Unione Europea” aggiunge il medico che aggiunge di essere ancora in attesa di un riscontro da parte dell’Istituto nazionale.



OMS, “BASTA TAMPONI PER CERTIFICARE USCITA DA STATO COVID”: ECCO TUTTI I VANTAGGI

I nuovi criteri di cui parla Cibinel nella sua lettera si basano sul tempo che intercorre tra l’esordio della patologia e la regressione dei suddetti sintomi e a tal proposito ha pure citato il documento “Clinical management of Covid-19” pubblicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità in cui si delineano le linee-guida per la fine delle misure di isolamento indipendentemente dal test del tampone. In pratica per coloro che sono sintomatici la sospensione dell’isolamento si ha a dieci giorni dai primi sintomi e tre giorni dopo la loro regressione, mentre per i pazienti asintomatici si parla di dieci giorni di distanza dal primo test positivo. Sempre nel suddetto documento Cibinel ricorda che l’OMS non raccomanda più i tamponi come indicatore per “l’uscita dallo stato Covid”, cosa che aiuterebbe di fatto a ridurre i tempi di isolamento per molte persone senza alcun rischio e aumentando dunque le risorse in fatto di test tamponi per i sintomatici o per il famoso tracking della popolazione. Senza trascurare, ovviamente, il risparmio in termini economici dato che si taglierebbe la spesa di circa 500mila euro contando che vengono eseguiti 55mila test al giorno a 50 euro l’uno di cui ben un quinto utilizzati per certificare “l’uscita dallo stato Covid”.

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