Le vittime della setta del digiuno in Kenya potrebbero essere state sfruttate per il traffico di organi. La macabra scoperta, come riportato dall’Agenzia di stampa francese (Afp) sul posto, è stata fatta durante le autopsie sui cadaveri. È emerso, infatti, che mancavano alcune parti del corpo. In virtù di ciò, gli inquirenti hanno avanzato una nuova accusa nei confronti delle trentaquattro persone che sono state arrestate in quanto ritenute ai vertici dell’organizzazione.
“I rapporti post-mortem hanno evidenziato parti mancanti nel corpo in circa cento cadaveri che sono stati riesumati in queste settimane. Si ritiene che il commercio di organi sia stato ben coordinato coinvolgendo diversi attori”, ha affermato Martin Munene, ispettore di Polizia, in una dichiarazione giurata presso il tribunale di Nairobi. Le autopsie stanno andando ancora avanti. Non tutti i cadaveri, tra l’altro, sono stati riesumati. Le forti piogge, infatti, hanno rallentato le operazioni. Il numero delle vittime accertate (finora 243), però, aumenta di giorno in giorno.
Setta del digiuno in Kenya praticava traffico di organi? La teoria
Gli indizi che portano a credere che la setta del digiuno in Kenya fosse finalizzata al traffico di organi non sono esclusivamente quelli che derivano dalle autopsie dei cadaveri delle vittime, che hanno evidenziato parti del corpo mancanti. La Polizia infatti ha rivelato che Ezekiel Odero, un altro dei leader dell’organizzazione che era stato arrestato il mese scorso in relazione alla stessa vicenda e dopo poche settimane rilasciato su cauzione, avrebbe ricevuto “enormi transazioni in contanti” da alcuni seguaci. È per questo motivo che a breve i suoi 20 conti potrebbero essere congelati.
Non si tratterebbe dunque soltanto di “uno dei più gravi massacri legato a un culto nella storia recente del continente africano” bensì di un’opera di circonvenzione di fedeli attuata con l’intento di lasciarli morire o ucciderli e guadagnare tramite il traffico dei loro organi. I capi di accusa si aggravano ulteriormente.