Setta degli orrori scoperta in Kenya, i seguaci dell’organizzazione religiosa chiamata Good news international church, con a capo il pastore Mackenzie Nthenge, si lasciavano morire di fame per “Vedere Gesù”. Scoperte nella notte diverse fosse comuni scavate nei boschi, nelle quali venivano gettati i cadaveri delle vittime. Il bilancio al momento è di circa 73 morti, ma ci sarebbero anche un centinaio di persone che risultano al momento disperse. La setta religiosa si riuniva nell’entroterra di Malindi e i membri praticavano il digiuno rituale estremo, che si protraeva per settimane, fino a perdere i sensi e morire di fame. Il pastore si trova ora agli arresti domiciliari, e stanno proseguendo le indagini proprio in queste ore e le ricerche per tentare di salvare qualche seguace dell’organizzazione religiosa ancora vivo.
Sono intervenute anche le autorità del Kenya dichiarando che “Il caso è molto grave” secondo le stime infatti sarebbero tantissimi i membri che risultano scomparsi e che potrebbero essere ritrovati morti. Secondo il Ministro si tratta di una “Uccisione di massa” mentre il presidente kenyota ha parlato di “Un atto di terrorismo“.
Setta del digiuno scoperta in Kenya, decine di vittime, pastore arrestato
Le indagini sul pastore della “setta de digiuno”, Mackenzie Nthenge, erano partite già nei mesi scorsi, quando a far scattare l’allarme era stata la morte di due bambini, costretti a non mangiare, sotto consiglio del sedicente leader religioso. Successivamente Nthenge era uscito di prigione grazie al pagamento di una cauzione. Ma poi altre persone sono state ricoverate in gravissime condizioni dopo aver partecipato al digiuno proposto dal pastore. Dal rapporto della polizia è emerso che i seguaci della setta subivano un vero e proprio lavaggio del cervello ed ubbidivano agli ordini perchè veniva detto loro che solo attraverso tali pratiche estreme era possibile “Incontrare Gesù e andare in paradiso“.
Il bilancio delle vittime si aggrava di ora in ora. Ed il caso ha riaperto anche la discussione sulla difficile condizione di estrema povertà e minima istruzione di una gran parte della popolazione locale, che spesso, per ritrovare la speranza si affida a personaggi che con la scusa della spiritualità lucrano sulle debolezze e sulla vita delle persone.