Al via il processo nei confronti della cosiddetta Setta delle Bestie” di Novara, un procedimento giudiziario nei confronti di Gianni Maria Guidi, ritenuto il capo della stessa, e tutti gli altri 27 membri. Nei loro confronti, come sottolineato dal Corriere della Sera, le accuse sono gravissime, in quanto le vittime, alcune anche minori di anni 10, venivano indotte a subire degli abusi sessuali ma anche pratiche estreme come ad esempio tatuaggi nelle parti intime, bruciature e persino congiunzioni con animali. Questo quanto si legge sulle carte dell’inchiesta nei confronti della Setta delle Bestie, parole che lasciano poco spazio all’immaginazione e all’interpretazione.



L’obiettivo di Gianni Maria Guidi e degli altri 27 era quello di adescare sempre più giovani e giovanissime per soddisfare i propri bisogni perversi, ed in particolare «giovani vittime, alcune anche minori degli anni 10, che venivano inserite sfruttando il vincolo di fiducia dei familiari già appartenenti al gruppo, alle quali venivano inculcate le teorie della setta tramite iniziazioni a “pratiche magiche”. Venivano costantemente terrorizzate e indotte a subire plurimi abusi sessuali fino ad arrivare, per le prescelte su ordine di Guidi, a pratiche estreme come congiunzioni con animali, bruciature, tatuaggi praticati a freddo nelle parti intime…».



SETTA DELLE BESTIE, ECCO COME ADESCAVANO LE RAGAZZE

Guidi, 69 anni, pretendeva che lo chiamassero maestro o pontefice, e quanto praticato nella setta rappresenta qualcosa di indicibile, soprattutto perchè riguardante anche dei minori, obbligati ad assistere alle orge degli adulti.

La maggioranza degli indagati è gente di Cerano, comune di settemila anime in provincia di Novara, fra cui molte donne che a loro volta cercavano e reclutavano nuove ragazze soprattutto nella zona delle campagne e del fiume Ticino, lo stesso luogo dove tra l’altro si trovava anche la cascina delle “grandi cerimonie”, dove il “maestro”, circolava con il bastone. L’obiettivo di Guidi e dei complici della Setta delle Bestie era quello di sfruttare la fragilità di giovani problematiche, catturandole con promesse e tecniche di manipolazione mentale, impedendo poi loro di fuggire minacciando di diffondere le foto scattate di nascosto durante i riti sessuali.