Nelle indagini sul mostro di Firenze, ebbe un ampio risalto anche la pista esoterica secondo la quale ci sarebbe stata una setta satanica dietro i delitti commessi tra il 1974 ed il 1985 (e per i quali fu accusato e poi assolto Pietro Pacciani). Nel dettaglio, gli inquirenti ipotizzarono che proprio Pacciani facesse parte di una setta e che fosse stato ucciso con un farmaco antiasmatico dai membri della medesima setta poiché accusato di tradimento. Un’ipotesi, quest’ultima, che tuttavia non ottenne alcun riscontro medico-legale dal momento che l’autopsia constatò la morte naturale del contadino di Scandicci, avvenuta alla vigilia del nuovo processo d’Appello.



Secondo quanto riferito da un articolo del quotidiano La Repubblica del 2001, la pista esoterica avrebbe preso piede proprio qualche anno dopo la morte di Pietro Pacciani e si basava sulla presunta presenza di un gruppo di 10-12 persone insospettabili. Gente potente che avrebbe commissionato i delitti e che con i feticci delle vittime avrebbe poi celebrato riti satanici. L’ipotesi choc fu messa nero su bianco in un rapporto consegnato dalla squadra mobile di Firenze alla procura e che rappresentò il primo atto ufficiale nel quale si parlava della pista esoterica.



Mostro di Firenze, setta satanica dietro i duplici delitti? La tesi degli inquirenti

Il rapporto in questione avrebbe così riscritto la storia di sette duplici omicidi – quelli attribuiti a Pacciani – aventi tutti una serie di elementi comuni che per gli investigatori sarebbero da rintracciare nella pista della setta satanica. Una ritualità considerata mai del tutto casuale e necessaria per le cerimonie successive della setta di mandanti. A firmare il rapporto fu il capo della squadra mobile Michele Giuttari. Per gli inquirenti non solo Pacciani ma anche i cosiddetti compagni di merenda, Mario Vanni e Giancarlo Lotti, furono solo gli esecutori materiali. Sopra di loro avrebbero agito dei mandanti ricchi e insospettabili uniti dal vincolo della setta.



Nel dettaglio, omicidi e feticci in cambio di soldi che andrebbero a giustificare anche i cospicui movimenti di denaro da parte di Pietro Pacciani. La squadra mobile evidenziò le numerose similitudini tipiche di una ritualità: notti senza luna, spesso nel week end, mutilazioni, stessa arma da fuoco – una Beretta 22 – e coltello. Emerse inoltre come Pacciani e Vanni amassero partecipare negli anni Ottanta a sedute spiritiche e messe nere sulle colline fiorentine.