Settimana corta di lavoro, buoni risultati in Gran Bretagna
La settimana corta di lavoro, con quattro giorni su sette in ufficio, sperimentata da 70 aziende della Gran Bretagna, sta facendo raccogliere i propri frutti. I ricercatori dell’università di Cambridge, del Boston College e dell’università di Oxford, hanno come scopo quello di misurare l’impatto di una settimana più breve di lavoro sulla produttività e sul benessere dei lavoratori, in una ricerca che sarà pubblicata a febbraio. Un rapporto di 4 Day Week Global – citato dal Financial Times – ha già analizzato i primi effetti sulla salute fisica e mentale, l’equilibrio tra lavoro e vita privata e la soddisfazione dei dipendenti. Tutto sembra aver portato ad un miglioramento della vita dei dipendenti e della loro soddisfazione: i ricavi delle aziende che hanno aderito al progetto sono saliti in media dell’8%, mentre l’assenteismo è stato ridotto, così come anche le dimissioni.
L’esperimento della Gran Bretagna non è certo l’unico. Già in Australia e in Belgio è da tempo in corso una simile sperimentazione. In Italia, Intesa Sanpaolo ha studiato l’iniziativa, così come Lavazza. “Prima della pandemia, l’idea della settima di 4 giorni era ancora un concetto marginale. L’impatto della pandemia ha messo il turbo al movimento dei quattro giorni” ha spiegato Joe O’Connor, amministratore delegato di 4 Day Week Global al FT.
Settimana corta di lavoro: “Dopo la pandemia…”
Shaun Rutland, amministratore delegato del game designer Hutch, ha raccontato al FT da dove è partita l’idea: “Uscendo dalla pandemia, le persone sono piuttosto esauste. In questo periodo abbiamo perso un bel po’ di persone”. La settimana corta di lavoro ha permesso all’azienda di attirare forze nuove. Brendan Burchell, professore di scienze sociali all’università di Cambridge, ha affermato: “Una delle cose più dannose per la salute mentale delle persone nelle organizzazioni aziendali è la costante pressione del tempo, per chi deve sempre lavorare con scadenze ravvicinate o ad alta velocità”, come spiega Repubblica.
Lo studio portato avanti dall’università di Cambridge, dal Boston College e dall’università di Oxford, verrà pubblicato non prima di febbraio. Tre società sono però state intervistate proprio dal FT e hanno spiegato che intendono mantenere il programma anche in futuro mentre la quarta ha spiegato che riproporrà il modello quando l’economia migliorerà. Studi simili sono in corso anche in Irlanda e Stati Uniti con 33 aziende e 903 dipendenti. Jon Boys, economista del lavoro presso il Chartered Institute of Personnel and Development, ha affermato che “La prova del fuoco è aumentare la produttività del 25% nei 4 giorni di lavoro: un obiettivo enorme”.