Settimana corta di lavoro, proposta Fim Cisl

Nuovo dibattito sulla cosiddetta “settimana corta”. Roberto Benaglia, segretario generale dei metalmeccanici della Fim Cisl, ha commentato positivamente la sperimentazione della settimana lavorativa da 4 giorni in Gran Bretagna, proponendo che venga fatto anche in Italia: “È possibile ripensare gli orari aziendali e ridurli non contro la competitività aziendale ma ricercando nuovi equilibri e migliori risultati”, ha affermato.



“I salti tecnologici e organizzativi che la digitalizzazione e il lavoro per obiettivi stanno avvenendo in tante aziende metalmeccaniche ci devono spronare a gettare il cuore oltre l’ostacolo”, ha aggiunto Nenaglia. La Fim Cisl “già lo scorso anno nel proprio congresso a Torino incentrato sulla definizione di ‘lavoro giusto’ ha proposto di negoziare, soprattutto a livello aziendale, una forma di lavoro fatta di 4 parti di attività piena e 1/5 di riduzione d’orario che o possa essere dedicata anche a formazione o ai carichi di cura”.



I risultati sorprendenti nel Regno Unito

Roberto Benaglia, segretario generale dei metalmeccanici della Fim Cisl, ha spiegato ancora nel dettaglio le possibili modifiche all’orario lavorativo su base settimanale: “Non si tratta di ridurre gli orari in modo generico come nel secolo scorso ma di rendere illavoro maggiormente sostenibile e flessibile verso i bisogni delle persone significa rendere i posti di lavoro più attrattivi, in una epoca dove tanti lavoratori, soprattutto giovani di talento, stanno cambiando posto di lavoro e le competenze si muovono nel mercato del lavoro”.



La sperimentazione della settimana corta di lavoro nel Regno Unito ha interessato 61 aziende per un totale di circa 2900 lavoratori dipendenti. La maggior parte delle aziende ha scelto di continuare con il nuovo modello: delle 61 aziende che hanno effettuato la sperimentazione semestrale, infatti, 56 hanno esteso la prova e di queste 18 l’hanno resa permanente. In seguito al test, il 39% dei dipendenti sostiene di essere meno stressato, il 40% dorme meglio, il 54% spiega che è più facile bilanciare il lavoro e le responsabilità domestiche. Inoltre il numero di giorni di malattia è diminuito di circa due terzi e il 57% in meno dei dipendenti ha lasciato le aziende.