Settimana corta, incentivi allo smartworking e potenziamento dei mezzi pubblici, sono alcune tra le misure che il Governo italiano ha messo in campo in nel Piano nazionale integrato per l’energia e il clima italiano. Si tratta di un documento chiesto dalla Commissione europea per individuare il modo in cui i vari stati membri hanno intenzione di intervenire nell’ottica della riduzione delle emissioni private.
Dunque, l’idea è che la settimana lavorativa corta e lo smartworking, abbinati ad un potenziamento dei mezzi pubblici in tutte le città italiane, oltre alla spinta all’acquisto di veicoli privati elettrici, meno inquinanti, potrebbero riuscire a raggiungere quel taglio chiesto nell’ambito del Green deal. La Commissione, infatti, ha fissato una riduzione delle emissioni in quelli chiamati “settori non Ets” (che includono, a grandi linee, i trasporti pubblici, civili e agricoli) pari al 43,7% rispetto ai livelli del 2005, entro l’anno cruciale del 2030. Allo stato attuale delle cose, alcune stime calcolano che l’Italia, senza interventi, riuscirà a tagliare appena il 28,6% entro il 2030, decisamente non sufficiente. Così, tornano in campo proposte in merito ai trasporti, puntando però ad evitarli piuttosto ché a migliorarli, grazie alla settimana lavorativa corta e allo smartworking.
Il piano energia: i nodi alla settimana corta allo smartworking
Il piano energia dell’Italia, insomma, punta a “ridurre la necessità di spostamento con politiche di favore per smartworking e [per] la riduzione delle giornate lavorative a parità di ore”, la cosiddetta settimana corta. Non solo, perché sono previste anche misure “per incentivare con maggiore forza gli spostamenti dell’utenza dal trasporto privato a quello pubblico”, potenziando i mezzi locali e sistemi come il car sharing e il car pooling.
Oltre alla settimana corta, allo smartworking e al trasporto pubblico, però, il documento prevede anche una seconda serie di interventi, mirati a ridurre l’impatto di emissioni delle abitazioni private. Si mira in generale all’elettrificazione delle abitazioni, con la sostruzione delle caldaie a gas con pompe di calore, e l’istallazione di pannelli fotovoltaici. Si sottolinea come, perché ciò sia possibile con il parco abitativo italiano, saranno necessari incentivi da parte dello stato che, a differenza del famigerato 110%, saranno commisurate alle necessità economiche e alle condizioni dell’abitazione da ristrutturare. Prima di veder approvato il documento con la settimana corta, lo smartworking e i nuovi finanziamenti per le ristrutturazioni, però, sarà necessario attendere circa un anno di trattative tra il Governo e la Commissione.