Nella giornata di oggi il Research Department di Banca Intesa Sanpaolo ha pubblicato la nuova edizione del report di monitoraggio sull’andamento dell’export del settore agroalimentare del nostro bel paese riferito ai primi sei mesi del 2024 e rapportato – ovviamente – agli analoghi dati dello stesso periodo del 2023, dimostrando l’ottima tenuta estera del comparto food in continua e progressiva crescita nel corso degli ultimi mesi: il dato di partenza del report di Intesa Sanpaolo – infatti – ci parla di un ottimo aumento tendenziale delle esportazioni del 6,5% nei primi mesi dell’anno (nel dettaglio: +6,6% nei primi tre mesi e +6,4% nel secondo trimestre), pari ad un valore totale di 12 miliardi di euro esportati.



Soffermandoci prima di passare al dettaglio dei singoli comparti dell’agroalimentare, il report del gruppo bancario precisa che anche nei primi sei mesi del 2024 il partner italiano per eccellenza è stata la Germania, con una crescita di valore esportato pari al 3,4% in più, seguita immediatamente dagli USA (con crescita addirittura a doppia cifra del 16,2%), dalla Francia (+3,6 per cento) e dal Regno Unito (cresciuto solamente di 0,5 punti percentuali); il tutto mentre sono cresciute anche le esportazioni verso le cosiddette economie emergenti con Polonia, Repubblica Ceca e Romania tra l’11,4 e il 13,8% in più.



Il report di Intesa Sanpaolo sull’agroalimentare italiano: crescono tutti i comparsi, dal vino al riso

Entrando ora nel dettaglio dell’analisi condotta dagli esperti di Banca Intesa Sanpaolo vale la pena – soffermandoci sui singoli comparti – partire dalla filiera dell’olio che resta quella responsabile della maggiore crescita nel 2024 con un valore complessivo di 390 milioni di euro in più (pari al +59%) realizzati in soli sei mesi: innegabile il contributo dell’olio toscano (da solo responsabile di 293 dei milioni complessivi), ben accompagnato da quello umbro e da quello barese; ma non ancora sufficiente a coprire i danni delle ultime due disastrose annate.



Nella stessa direzione vanno anche le filiere dell’agroalimentare riconducibili al distretto vinicolo – cresciuto dello 0,7%, ma con valore di addirittura 3,3 miliardi in larga parte retto dai vini di Langhe, Roero e Monferrato -, a quello di pasta e dolci – questi cresciuti del 6,2% per un totale di 2,3 miliardi grazie all’ottima crescita del 21% dei soli dolciumi di Alba e Cuneo – e a quello agricolo propriamente inteso che è cresciuto del 2,2% con il comparto delle mele dell’Alto Adige che è balzato avanti del 22,5%; mentre sono le conserve a segnare i dati migliori con un aumento del 5,8% di valore esportato pari ad almeno 88 milioni di euro: qui Intesa Sanpaolo cita in particolare il comparto di Parma (+16%) e quello di napoletano (+9%) che al contempo indietreggia su pasta e dolci.

Stabili e sempre positivi – invece – altri dei comparti più importanti per l’economia italiana a partire della carne (+1,5%), passando per il lattiero-caseario (4,1%) ed arrivando fino al caffè (+10%) e al riso (+2,1%): tra i singoli comparti in questi tre contesti Intesa Sanpaolo pone l’accento – in ordine – sui salumi modenesi, sulle eccellenze lattiere parmensi, su caffè, confetti e cioccolati torinesi e sui risi vercellesi e pavesi.

L’impegno di Intesa Sanpaolo a favore delle imprese agroalimentari: tutti i progetti avviati dal gruppo bancario

La filiera agroalimentare – commenta presentando il report il responsabile Agribusiness di Intesa Sanpaolo Massimiliano Cattozzirappresenta anche nel 2024 l’elemento centrale dell’export italiano” grazie a prodotti che oltre ad essere “sempre più competitivi” sono in grado di garantire altissimi “standard qualitativi” che rispecchiamo perfettamente il “tessuto imprenditoriale sano” che caratterizza il Bel paese; ricordando poi l’impegno del gruppo bancario nel “favorire il continuo sviluppo del settore e la transizione digitale, tecnologica ed energetica” grazie proprio al programma Agribusiness e – in particolare – al “piano ‘Il tuo futuro è la nostra impresa’” dal valore di ben 15 miliardi di euro.

Oltre al programma e al progetto citati da Cattozzi, Intesa Sanpaolo attualmente aiuta 170 diverse imprese agroalimentari – aiutando nell’internazionalizzazione con percorsi privilegiati di accesso al credito – con il suo programma Sviluppo Filiere, mentre in accordo con il MASEF e CDP ha messo a disposizione altri 20 miliardi per il rilancio dell’agricoltura in Italia; il tutto senza dimenticare l’accordo con ACEA che – grazie ad ulteriori 20 miliardi messi a disposizione – vuole stimolare un uso più consapevole ed oculato delle risorse idriche nei processi aziendali.