Le forze dell’ordine stanno indagando sulla Hot Chip Challenge, la sfida della patatina piccante, dopo che un tiktoker italiano, tale Diego Simili, è finito in ospedale. Le forze dell’ordine, a cominciare dai Nas dei carabinieri, insieme al ministero della salute, vogliono vederci chiaro anche perchè l’anno scorso un ragazzo negli Stati Uniti ha perso la vita. Della vicenda se ne è occupato stamane il quotidiano Libero, sottolineando appunto la presenza di un’ennesima sfida sui social che mette a rischio la salute dei più giovani.



Al momento, va chiarito, non risultano denunce o segnalazioni, mentre è presente l’esposto dell’Unione nazionale consumatori. “Fra gli studenti italiani di 11-17 anni circa 243mila hanno partecipato almeno una volta a social challenge, il 6,1%”, aggiunge Claudia Mortali, prima ricercatrice del Centro nazionale dipendenze e doping dell’Istituto superiore di sanità parlando con l’Adnkronos. Diego Simili è finito in ospedale un mese fa per la Hot Chip Challenge, e in sostanza tale sfida consiste semplicemente nel mangiare la patatina a base di Carolina reaper e Trinidad scorpion, due fra le varietà di peperoncino che si trovano al momento nel Guiness dei primati come i più piccanti al mondo.



SFIDA PATATINA PICCANTE, DIEGO SIMILI: “HO INIZIATO A STARE MALISSIMO”

“Sono finito in ospedale dopo aver mangiato la patatina più piccante del mondo – ha raccontato lo stesso giovane tiktoker – all’inizio sembrava tutto bene, poi ho iniziato a stare malissimo”. Numerosi follower hanno segnalato di aver assaggiato e provato la famosa patatina piccante: “Quando l’assaggiai mi misi a piangere e – ha commentato un utente – mi uscì il sangue dal naso, stetti più di 30 minuti sotto l’acqua… mai più”.

Come detto sopra un ragazzino ci ha già rimesso la vita, un 14enne americano che è morto dopo aver ingerito una patatina molto simile. Il ministero della salute è intervenuto quindi per cercare di capire se il prodotto sia a norma; viene realizzato in Repubblica Ceca e sullo stesso viene specificato che il prodotto non è destinato ai bambini e che chi lo mangia lo fa a suo rischio e pericolo. Inoltre, come scrive Libero, l’azienda che la produce la promuove proprio come una sfida, invitando chi la mangia a realizzare un video.