Le sfide estreme e challenge sul web sono un fenomeno purtroppo molto diffuso e che può essere molto pericoloso, soprattutto quando a partecipare sono i più giovani. In aumento anche i casi che hanno provocato vittime o lesioni gravi. Per questo motivo l’attenzione della politica si è ultimamente concentrata a trovare rimedi e soluzioni per prevenire questo rischio. Fratelli d’Italia ha proposto di istituire un nuovo reato, il 580-bis del codice penale, cioè quello di: “Promozione e partecipazione allo svolgimento di sfide estreme” (cosiddette challenge).



Come specifica il sito giurisprudenzapenale.com, prevede che: “chiunque, al fine di promuovere o partecipare a sfide estreme, di qualunque natura esse siano, pone in pericolo la propria o l’altrui incolumità, è punito con la reclusione da uno a tre anni“. Sarebbero poi introdotte con il testo anche alcune aggravanti che potrebbero fa aumentare la pena fino a un terzo. Ad esempio nel secondo comma viene specificato che una aggravante nei confronti del promotore sussisterebbe nel caso la challenge venisse pubblicizzata online soprattutto sui social o siti web considerati a “diffusione di massa”.



Proposta di legge per introdurre reato di partecipazione e promozione alle sfide estreme o challenge web

Il governo vuole introdurre nel codice penale un nuovo reato, quello di promozione e partecipazione alle sfide estreme o challenge sul web. Cioè l’accettare di compiere atti di coraggio spesso pericolosi, di fronte ad un pubblico, che di solito è quello dei followers sui social network. Un fenomeno che ha provocato già diverse vittime, specialmente tra gli adolescenti, perchè le challenge molte volte prevedono una gara di resistenza in condizioni molto rischiose. Il reato si chiamerà “Promozione e partecipazione allo svolgimento di sfide estreme” e punirebbe sia i partecipanti che, in maggiore misura, coloro che reclutano vittime da far aderire alla sfida pubblicizzando o istigando gli utenti a partecipare.



Per questi ultimi infatti sono previste le maggiori aggravanti, come quella che prevede l’aumento della pena nel caso si invitassero persone a partecipare attraverso canali internet, ma anche per chi partecipa sono previste sanzioni più pesanti, quando ad esempio per le sfide si utilizzano mezzi di trasporto pubblici, o percorsi di rieducazione attraverso incontri con psicologi obbligatori.