Ma secondo voi, se ne può fare a meno? Forse sì… forse no… Comunque… per andare sul sicuro… se Sanremo deve essere, che Sanremo sia! Stasera comincia la kermesse canora più famosa d’Italia e noi non vogliamo farvi trovare impreparati. Che decidiate di vederlo o meno, domattina in ufficio, in treno, dal macellaio, in palestra, a scuola, persino sulla panchina al parco (se siete nonni o disoccupati), quel che conta è che ne possiate parlare. O sparlare. Pronti? Partenza… via!
Il conduttore. Si è sempre accusato il Festival di essere nazional-popolare. Che rappresenti il volto vero dell’Italia o no, lasciamolo giudicare a chi di dovere: ma l’accusa di cui sopra, statene certi, cadrà nel vuoto. Al massimo quest’anno si potrà parlare di esasperato localismo. Salvini non c’entra. È noto a tutti che il naso di Amadeus fa provincia.
Le vallette. Sono dieci e sono tutte emancipate e intelligenti. Non cadiamo nel facile maschilismo dicendo che sono gnocche. Il Festival soprattutto si ascolta, l’occhio vorrà pure la sua parte, ma è una semplice opzione dalla quale occorre… guardarsi (notare lo spiritoso gioco di parole, grazie!). Le invitate sul palco sfoggeranno forzatamente il proprio abito da sera, ma soprattutto sfodereranno cultura (Rula Jebreal ed Emma D’Aquino, che per un attimo abbiamo temuto fosse pro-pro-pro-pronipote del ben più famoso San Tommaso, ma siamo stati stoppati immantinentemente dallo Zingarelli, un vocabolario che sa tante cose, e il perché ormai lo sapete), competenza sportiva (Diletta Leotta), passione sportiva (vabbè, più che per lo sport, Georgina Rodriguez è appassionata di Cristiano Ronaldo, ma ha buon gusto, non trovate?), solida esperienza e familiarità davanti alla telecamera (Mara Venier), grandi capacità polmonari (Sabrina Salerno, e oltre i polmoni c’è di più…), fascino internazionale (sommate Maria De Filippi + Silvia Toffanin + Simona Ventura + Barbara D’Urso: avrete Alketa Vejisiu, punta di diamante della tv albanese; scommettiamo che a breve “sbarcherà” e sbancherà anche qui da noi?), velocità (Francesca Sofia Novello: mesi e mesi a inseguire il fidanzato Valentino Rossi, che finora non l’ha mai fatta accomodare dietro la sua moto), competenza e affidabilità (Laura Chimenti del Tg1: ignoriamo chi sia, ma se l’hanno chiamata, un motivo ci sarà: garantisce Mamma Rai!), buon gusto (la paciosa Antonella Clerici, che verrà dirottata ai fornelli, seppur con la garanzia di un vestito buono per la prima serata e un’acconciatura degna delle sue linee morbidose).
Gli ospiti. Su tutti, spicca la reunion dei Ricchi, storico quartetto vocalist che ha fatto la storia della canzone italiana. Ci sarà la brunetta e pure Marina Occhiena. Sì, sappiamo cosa state pensando: non è il nome completo del gruppo, ma Poveri non lo sono più da almeno 45 anni. E non finisce qui: qualche giovane già affermato, come Massimo Ranieri e Johnny Dorelli, l’immancabile Roberto Benigni (ormai diventato un perpetuo prezzemolino: reduce dallo Zecchino d’Oro, gradito ospite della Sagra della Ribollita di San Clemente in Valle, in quel di Arezzo, in procinto di presenziare alla serata degli Oscar), il sempreverde e sempretriste Tiziano Ferro (se la depressione spesso è causa di anemia per carenza del prezioso minerale, questo Ferro del tutto particolare la farà certamente aumentare a molti telespettatori, la depressione…).
Le giurie. La grande incognita. Venuta meno la storica “giuria di qualità”, i 24 artisti in gara nella categoria “Campioni” avrebbero dovuto essere valutati nelle varie serate da tre giurie diverse: una Demoscopica, un’altra formata da giornalisti, blogger, critici musicali, conduttori radiofonici eccetera e l’ultima costituita dai musicisti dell’orchestra. Finché la coscialunga della sinistra non ha messo la gamba, rigorosamente scosciata, sullo sgabello. Così che Alba Parietti ha ben pensato di bissare le proprie esternazioni “politiche” in ambiente Festival: “Chi non ha adeguata competenza musicale non può votare in modo legittimo… Non sono contraria al voto popolare: sono contraria all’idea che si possa decretare il vincitore di Sanremo utilizzando l’ignoranza della gente”.
Panico, scompiglio, parapiglia, putiferio, subbuglio. Il premier Giuseppe Conte, profondamente rammaricato, ha convocato un Consiglio dei ministri d’urgenza per rilanciare una proposta alternativa, dichiarando di essere pronto a svolgere il proprio ruolo di avvocato degli italiani che amano il Festival. L’omonimo allenatore dell’Inter, che di nome fa Antonio, impietrito da questa notizia “agghiaggiande”, ha chiesto a Marotta e Ausilio di correre ai ripari con gli ulteriori acquisti (oltre a Eriksen, Young e Moses) di Messi, Alisson, Mbappè e Modric. Persino il coronavirus, scosso dalla notizia, ha smesso per qualche minuto di propagarsi. Gli inglesi, smarrito il tradizionale self control, hanno pensato per un attimo di sospendere la Brexit. Trump, infuriato, ha twittato al volo: “Il voto popolare di Sanremo non si tocca! La risposta degli Usa sarà durissima! Piuttosto, mi faccio processare per impeachment!”. E noi? Non ci fosse di mezzo Amadeus con il suo naso, saremmo tentati di dire: la faccenda puzza…
Le canzoni. Eh già… ci sarebbero anche quelle. Ma che siano d’amore, di protesta, di stretta attualità… diciamoci la verità: saranno sempre di contorno. La solita immancabile solfa. Che dobbiamo sorbirci per goderci tutto il resto. Solo così Sanremo è Sanremo!