“Ci sono più cose in cielo e in terra, Oronzo, di quante ne sogni la tua filosofia”. Inizio amletico, cari lettorastri (amici lettori dei ComicAstri), di quelli col botto. A ricordarci che se la conoscenza di Oronzo (o forse era Oreste… Che dite, per toglierci qualsiasi dubbio, aggiungiamo un referendum a quelli sulla giustizia?) non può spiegare tutto, figuriamoci la nostra.
Che poi non siamo qui per spiegare alcunché, ma per esporre in maniera spensierata, disinvolta, scanzonata, tutt’altro che maliziosa, ma in qualche modo goliardica, quanto abbiamo osservato passare intorno a noi in questi afosi ultimi sette giorni.
Ci perdonerà il grande bardo (stavolta non abbiamo dubbi: il grande sardo non c’entra) se abbiamo avuto la dabbenaggine di scomodarlo. Ma il richiamo del principe a Oreste (che poi forse era Orazio…), non è che una simpatica occasione per rimandarvi ad una terzina (o è meglio dire un terzino?) di cose di cielo e di terra, sulle quali tentare dei ragionamenti alla nostra maniera.
Occhio all’accise! Come l’anticiclone africano per il caldo, è sempre colpa loro. All’origine sarebbero delle banali imposte sulla fabbricazione e vendita di prodotti di consumo. Ma quando si parla di quelle della benzina, la memoria corre alla guerra d’Etiopia (1935-1936, tassa di 0,000981 euro), al finanziamento della crisi di Suez del 1956 (accisa di 0,000723 euro) e in tempi più recenti alla ricostruzione dopo il terremoto del Belice del 1968 (accisa di 0,000516 euro): peccato che di simili ce ne siano un’altra ventina, così che in tempi di aumenti, la benzina riesca a scavalcare quota 2 euro, cioè una sproporzione, per chi (quasi tutti noi) ha quotidianamente a che fare con l’auto. Che fare? Che dire? Che baciare? Che lettera (o testamento)?
Altro non ci sovvien che verbo in prosa. Rima poco baciata, ma vaporosa:
Percentualmente incise / eccesso d’imposta maledetto
Accì! Salute! Grazie! Prego! / Prego che il petrolio non sfondi il tetto
Accì-denti! Di questo passo / non basterà la Corte d’Assise
alla quale reclamare il feràl detto / tu m’accise!
Occhio alla ipnosi! Una volta, fra galantuomini, una stretta di mano sanciva la chiusura di un accordo, bastava quella per essere sicuri che l’affare sarebbe andato a buon fine, senza trucchi né inganni. Oggi invece c’è chi la stretta di mano la usa per raggirare le sue vittime, molto probabilmente ricorrendo a pratiche di ipnosi. È la modalità che utilizza una signora settantenne – modi affabili, accento inconfondibilmente meneghino, occhi celesti – che a Milano sta mettendo a segno una serie di truffe ai danni di esercenti e baristi. La tecnica è molto semplice: la signora entra in un locale, si intrattiene cordialmente con il titolare, consuma quanto basta; al momento di saldare il conto, stringe la mano al suo interlocutore e si fa dare il resto.
Semplice no? Dove sta l’inganno? Sta nel fatto che il resto arrivi senza che lei abbia tirato fuori dalla borsetta nemmeno l’ombra di un euro. Possibile? Certo che sì: primo, perché tutti coloro che hanno denunciato il raggiro hanno riferito di essersi sentiti intorpiditi, come narcotizzati, dopo il contatto; secondo, perché, secondo quanto ha spiegato un luminare dell’ipnosi, Giucas Casella, al momento della stretta di mano la signora molto probabilmente è solita dire: “Adesso lei si addormenterà… io le chiederò una certa somma… e lei me la consegnerà…”. Per poi ripetere insistentemente: “Quanto, glielo dico io!… Quanto, glielo dico io!…”.
Occhio a Gnonto!, Dopo il suo esordio con la maglia azzurra, avvenuto sabato 4 giugno contro la Germania in Nations League, Wilfried Gnonto, classe 2003 di origini ivoriane, ha conquistato tutti, con la sua verve e il suo assist, che ha consentito a Pellegrini di siglare il vantaggio azzurro, poi sfumato dopo il pareggio del tedesco Kimmich. Dove lo ha pescato il ct Mancini?
Gnonto, prodotto del vivaio Inter, ha trovato la sua consacrazione in Svizzera: non solo pochi giorni fa ha vinto la Swiss Super League con lo Zurigo, chiudendo la stagione con 8 gol in 33 presenze, ma ha conquistato il cuore dei tifosi rossocrociati. A tal punto che l’artista zurighese Marco Schönbi gli ha dedicato una canzone dal titolo “Willy Gnonto Song” (gli elvetici sono famosi nel mondo per la loro esuberante e sorprendente creatività…), che è diventata in breve tempo un tormentone tra i tifosi stipati sulle gradinate del Letzigrund Stadion. Praticamente sconosciuto in Italia, in Svizzera è invece un calciatore affermato, come dimostra il titolo con cui i principali quotidiani di Zurigo hanno commentato la vittoria in campionato contro il Basilea: “ZURIGO TROPPO FORTE: NON C’È GNONTO DA FARE”.
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