“Io mi ricordo / quattro ragazzi con la mascherina…”: così Antonello Venditti adatterebbe oggi l’incipit della sua “Notte prima degli esami”, che porta la data del 1984, ma rimane inno pre-maturità immarcescibile nel tempo. Medesimo è il suo occhiale (con buona pace dello sponsor), ma la chitarra è solo uno sbiadito ricordo: il Covid-19 l’ha trasformata di colpo in uno strumento pericoloso, un oggetto da usare – diciamo così – con i guanti. Di plastica (usa e getta).



Addio ai falò musicali sulla spiaggia, agli innamoramenti estivi a suon di plettro e alle magiche suggestioni che hanno sempre accompagnato, sino a qui, le generazioni di giovani che si sono succedute, sino ai nostri giorni. Ma una deroga, magari per ritrovarsi assieme a rivedere il film del 2006? Niente da fare, con le regole sul distanziamento sociale “ci vorrebbe un amico” in grado di aprirci i cancelli dello stadio Olimpico (o del Meazza) per farci entrare i nostri amici, una quarantina, non di più: il maxi schermo ci sarebbe pure, ma meglio lasciar perdere. Dura lex, sed lex…



A Roma, invece, si racconta che alcuni gruppi di studenti abbiano organizzato dei ritrovi abusivi. C’è chi è riuscito a farla franca, raccontando ai genitori di essere andato a trovare la vecchia zia, sola e malata (della quale a fatica rammentano il nome), ma che “… quando comincia con i suoi ricordi, sai, non smette mai di parlare… Non volevo lasciarla sola, poverina!”. Altri, una volta sgamati, hanno addotto giustificazioni al limite dell’improbabile, del tipo: “Ci siamo ritrovati per ripassare storia, il Mazzini, e abbiamo voluto provare il fascino storico di una riunione della carboneria”.



Comunque, per 500mila studenti la notte prima degli esami è già un ricordo. La maturità è iniziata, e per molti già finita: quest’anno solo colloquio orale, niente scritti, niente tema, nihil traduzioni dal latino, οὐδέν dal greco, zero (al cubo) prove di matematica. A dirla tutta, uno sfacciato c…o, una fortuna per i copiatori incalliti. Perché colmare i due metri che per legge devono obbligatoriamente separare un banco dall’altro avrebbe richiesto settimane di duro allenamento, estenuanti e ripetuti esercizi di allungamento del collo, per una categoria (quella di cui sopra), abituata a vivere “di sbircio”.

Invece le rigorose disposizioni del Miur caldeggiate dalla ministra Azzolina (memento maturandi: il nome va rigorosamente scritto senza “c” iniziale) hanno imposto un nuovo kit: niente vocabolario, obbligo di mascherina, distanziamento di almeno due metri dalla commissione. A proposito: ma i sei componenti sei, sempre a motivo delle distanze di sicurezza, si sono ovunque spalmati occupando un tavolone da Oktoberfest? E i professori più anziani, un po’ diversamente udenti, vista la lontananza dagli studenti, hanno preteso che questi rispondessero alle domande con un megafono ogni volta meticolosamente sanificato dal personale Ata?

Qualche maturando, al rientro a casa dai genitori, ha pure creato un po’ di suspense. “Luigino, allora come è andata?”, “Beh, mamma penso bene. Alla prima domanda è calato il gel…”. “Ma Luigino! Non avrai mica fatto scena muta subito alla prima domanda? Che cosa ti hanno chiesto?”. “Ma no mamma, è calato il gel nel senso che i professori mi hanno chiesto: ‘Rossi, si è igienizzato bene le mani prima di iniziare il colloquio?’. Alla mia risposta negativa mi hanno cortesemente ma fermamente inviato a utilizzare il detergente, facendolo appunto scendere, dopo adeguata pressione, dal contenitore posto di fianco al mio banco…”. Sospirone generale di sollievo.

Le nuove regole indotte dal Covid stanno cambiando anche la struttura dei concorsi pubblici. Dopo la lunga pausa del lockdown, la macchina della pubblica amministrazione si è rimessa in moto. Il ministero dei Lavori Pubblici, per esempio, ha deciso di assumere 2 addetti per la manutenzione delle strade. Al bando hanno aderito 24.722 candidati. Dove metterli, tenuto conto che bisogna rispettare il distanziamento sociale anti-droplet? Un solerte funzionario ha avuto un’intuizione geniale. I banchi, posizionati in fila indiana a più di 2 metri di distanza tra loro, occuperanno la corsia interna della Salerno-Reggio Calabria, mentre quella d’emergenza verrà adibita ai servizi (prevedono forse che la prova potrà durare poco meno del tempo che si è reso necessario a costruire una tratta della stessa autostrada?), mentre la corsia di sorpasso sarà lasciata libera al traffico per non ostacolare la tanto invocata ripartenza.

Ma se ciascuno dei candidati (e questa è la nostra proposta) dovesse fare manutenzione durante l’esame ai propri due metri assegnati, ecco che magicamente ci ritroveremmo con una cospicua parte dei problemi di viabilità del nostro Meridione felicemente risolti, con buona soddisfazione di tutti: ministero, solerte funzionario e candidati compresi. Ai quali, non foss’altro che per riconoscenza (visto che i due vincitori del concorso sarebbero alla fine inutili), potrebbe essere offerto un lauto pranzo. Com’è nella logica delle cose: lo diceva già il grande Leo Longanesi che “ tutte le rivoluzioni cominciano per strada e finiscono a tavola”.