Nonostante manchino ormai pochi giorni al fischio d’inizio dei Mondiali di calcio in Qatar, scommettiamo, cari lettoràstri (amici lettori dei ComicAstri) che non ci avete ancora pensato? Che ignorate date e soprattutto orari degli incontri? Che l’assenza dell’Italia manciniana ha inibito quella sorta di compiacimento che immancabilmente si fa largo, ogni quattro anni, a interrompere una routine che ruota attorno a documenti di lavoro, interrogazioni dei figli, esami clinici di stagione e alienanti shopping familiari? A peggiorare la situazione, la scellerata idea di un torneo intercontinentale prenatalizio, giocato in un posto improbabile: Un’idea che solo i parrucconi della Fifa potevano realizzare. Ad ogni modo, la frittata è fatta e, nonostante tutto, la seguiremo con distaccato interesse.
Ma che torneo sarà? Per scoprirlo, non avremmo potuto fare di meglio. Perciò abbiamo deciso di contattare Gol Yardo, amico di vecchia data, ma soprattutto una specie di… Zingarelli del pallone di origine israeliana. Antropologo, ex centromediano metodista, cresciuto a pane azzimo, Talmud e Maccabi Tel Aviv (squadra di cui è ancora grande tifoso), è autore del celeberrimo “Il traversone di Barney”, nonché inventore dei cosiddetti “Tacchetti”, che altro non sono che semplici, quanto acuti, e talvolta irriverenti, aforismi sul calcio. A pochi giorni dall’inizio dei Mondiali, le sue parole sono un prezioso nettare per i nostri golosi palati.
Caro Gol, partiamo dai Tacchetti. Ne hai pensato uno adatto ai Mondiali 2022?
Certamente, e più d’uno. Per esempio: “Essendo che la partita a Doha si giocava in notturna, il centravanti non vide mai la porta”. Oppure: “Essendo il campo sulla riva del Golfo Persico, l’area era sempre ingolfata”. O ancora: “Essendo presente allo stadio l’emiro, il giocatore dal dischetto prese bene la mira, centrando in pieno l’emira”.
Entriamo subito a piedi uniti sui Mondiali. Come saranno quelli in Qatar?
Dal mio punto di osservazione, vedo due possibili e diversi scenari.
Bene, cominciamo dal primo…
Potrebbe essere, per qualcuno, un Mondiale Qatartico.
Per chi in particolare?
Partiamo da un fatto inoppugnabile. Come nel 2018 in Russia, anche quest’anno l’Italia non si è qualificata, dunque non parteciperà al torneo.
Quindi?
Per voi italiani questo Mondiale potrebbe rivelarsi una sorta di rito di purificazione. Nella psicanalisi applicata al calcio, materia a cui mi sono dedicato negli ultimi quattro anni, la Qatarsi è un processo di parziale o totale liberazione da un eccessivo stato di ansia, generato dalla partecipazione emotiva all’evento calcistico, ma anche di frustrazione, causata proprio da un’eccessiva assenza di partecipazioni al Mondiale – dopo tutto, è dal 2014 che voi italiani lo bigiate, sperando che nel 2026 non diate nuovamente buchetta). La Qatarsi avviene attraverso la completa rievocazione degli eventi responsabili, vissuti nuovamente tanto sul piano razionale che emotivo, con lo scopo precipuo di elaborarne fino in fondo il lutto.
Per quanto ci riguarda, analisi ineccepibile. Ma per il resto del mondo?
Ecco, il discorso si fa mooolto più intrigante. Non a caso sono convinto che assisteremo al primo Mondiale “Qatarifrangente” della storia pallonara universale.
Incredibile solo a pensarci. Puoi entrare nei dettagli?
Agli spettatori più attenti non sfuggirà l’impressionante rivoluzione tecnologica al servizio del calcio che i qatarioti si stanno accingendo a mettere in campo. Una rivoluzione basata sui princìpi della Qatarifrangenza.
Precisamente di cosa si tratta? E come verranno applicati questi princìpi sul terreno di gioco?
Verranno usati speciali giubbotti riflettenti, chiamati appunto Qatarifrangenti, che si dimostreranno particolarmente utili non solo per una maggiore evidenza delle situazioni di fuorigioco, ma anche nell’allineamento delle barriere sulle punizioni, come sistemi antintrusione nell’area piccola del portiere, e addirittura come rivelatori di fumo sugli spalti, dove è rigorosamente vietato fumare. Ma soprattutto, in tal modo, sarà garantita la massima visibilità di arbitro e guardalinee, sempre facilmente individuabili dai giocatori e dagli spettatori sulle gradinate con qualsiasi condizione meteorologica, di giorno come di notte.
La Cina ha temuto fino all’ultimo di non poter organizzare le sue Olimpiadi invernali di febbraio, a causa del Covid. C’è un allarme virus anche per il Mondiale?
Assolutamente no. Gli emiri di Doha hanno predisposto un progetto molto dettagliato ed efficace, chiamato “Tosse, mal di gola e Qatar”. È un piano anti-pandemico che si sviluppa su un tomo di oltre 900 pagine, stilato con la collaborazione dell’ex premier italiano Giuseppe Conte. Il volume, infatti, non è diviso in capitoli, ma in DPCM (Disposizioni per Proteggere dai Contagi i Mondiali).
Insomma, sarà un’edizione straordinaria, tutta da vedere?
Assolutamente sì. Da temere ci sono solo quegli insidiosi focolai di epidemie locali, che spesso possono colpire proprio la vista. Mi riferisco in questo caso a una malattia che qui viene comunemente chiamata… Qataratta.
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