Ciò che una donna dice ad un amante, scrivilo nel vento o nell’acqua che va rapida (Catullo)
Eravamo insieme, tutto il resto del tempo l’ho scordato (Walt Whitman)
Fai del tuo amore una pioggia di baci sulle mie labbra (Shelley)
Cos’è un tuo bacio? un lambire di fiamma (anonimo)
I bisticci degli amanti rinnovano l’amore (Terenzio)
Dai che ci siete già arrivati, cari lettorastri (amici lettori dei ComicAstri), senza che nemmeno vi si ponga l’indovinello d’ordinanza. Vi siete fatti la bocca dolce? Allora, risposta esatta: stiamo proprio parlando dei Baci Perugina!
Pensate, sono cento anni giusti giusti che serriamo le mandibole e lasciamo che il gusto di cioccolato e nocciola inebri il nostro palato. Poi, ognuno ha il suo metodo di degustazione: chi lo lascia sciogliere dolcemente in bocca; chi lo consuma avidamente, polverizzando, tra molari e canini, l’incomparabile nocciola ricoperta sulla sommità del cioccolatino; chi la lascia intatta, pulendola con preciso e fluido lavoro di papille gustative e ghiandole salivari, per poi masticarla in un turbinio di sensi che invoglia al bis… che spesso arriva inesorabile.
Ma, qualcuno si domanderà (voi lettorastri siete avidi di curiosità inespresse), come si è arrivati sin qui? Com’è nato, come si è sviluppato questo successo oramai internazionale?
Potevamo esentarci dal porre questa domanda a colui che tutto sa e perciò tutto può dirci? No, non siamo in contatto con Dio; Lui ha ben altro da fare che stare a rincorrere le nostre baggianate… Più prosaicamente, e come dovreste ben sapere, siamo amici dello Zingarelli, un vocabolario baciato in fronte dalla fortuna, e che perciò ha avuto l’occasione di girare e rubacchiare molte cose qua e là, in giro per il mondo.
Presentarci al campanello della sua dimora con una corposa confezione di Baci era il minimo per sciogliergli la lingua.
Eccoci qua, Zinga! Come stai, tutto bene? Questi son per te!
(con espressione contrariata) Mah… se portavate qualche neologismo vi avrei accolto più volentieri, ma tant’è. Tinaaaaa! (rivolgendosi a Garzantina, sua sodale nonché degna moglie di tanta cultura vivente. Ci possiamo accomodare). Guarda cos’hanno portato i tuoi amici. Immagino dobbiate disturbarmi… (niente paura, è solo il suo modo per metterci a nostro agio)
Proprio così. Vorremmo rivolgerti alcune domande in occasione dei cent’anni dei Baci Perugina: com’è nata questa leggenda?
Vado a colmare l’ignoranza vostra e degli sparuti che vi seguono. Luisa Spagnoli, figura influente di inizio secolo scorso, una sorta di influencer creativa ante litteram, ideò una combinazione di avanzi di nocciola tritata e cioccolato fuso sormontato da una nocciola, stavolta intera. Ricordava la nocca di un pugno, perciò decise di chiamarlo “Cazzotto”.
Perché non è rimasto questo nome così… pugnace?
Tanto è percossa la vostra mente obnubilata che neppur vi riesce facile intuirlo? Sovente capitò che ignari clienti, avvicinatisi al bancone del droghiere chiedendo gentilmente “Vorrei un po’ di Cazzotti, grazie”, uscissero qualche secondo dopo dal negozio completamente intontiti e con il volto quasi tumefatto. In breve tempo, i Cazzotti fecero la fortuna di dentisti, odontoiatri e chirurghi maxillo-facciali…
Finché?
Fu Giovanni Buitoni (sicuramente un uomo con le mani… in pasta), co-fondatore della Perugina, a propendere per un drastico cambio di nome. E pure la sua forma venne modificata, tanto che, secondo alcuni, evoca l’immagine di un seno in miniatura. Fu quello il preciso momento nel quale il dolcetto è stato, per così dire, baciato dalla fortuna!
E come nasce l’idea dei bigliettini d’amore?
Quanto m’è dolce colmar l’incompetenza vostra! Fu Federico Seneca, precursore degli odierni art director, a scoprirne non solo la tresca – la Spagnoli e il Buitoni erano amanti -, ma anche l’arguto modo di comunicare di lei: calde frasi d’amore avvolgevano i cioccolatini prelibati che offriva all’amato. Da qui al business, il passo fu breve e al nostro Seneca non toccò certo in sorte la cicuta…
…una velenosissima bevanda al gusto di banana, vero?
Non confondete la cicuta con la Chiquita, zoticoni che non siete altro! (e qui lo Zinga sembra trattenersi a malapena dal buttarci fuori di casa, ma noi, giocando d’anticipo, gli mettiamo sotto il naso un bigliettino con dieci frasi d’amore da noi composte).
Zinga, queste frasi, velate d’ironia, sarebbero degne di un Bacio, coi tempi che corrono?
– Io t’amo, tu m’esca (l’amore pesca dove vuole)
– Amarti troppo è uno dei miei problemi (lui & lei in terapia di coppia)
– E ogni volta che mi domanderai se ti amo, io ti risponderò: domanda di riserva (per coloro i quali vedono l’amore come un quiz… In attesa del domandone finale)
– Sei il mio fallo dentro l’area di rigore (per amori sportivi focosi)
– Giuliano, mio Amato! (dichiarazione al neo-presidente della Corte Costituzionale)
– L’amore è due cuori e una capanna. E questa è esente del pagamento dell’Imu (per commercialisti follemente innamorati)
– La persona giusta la si ama al volo (per amanti del parapendio)
– Ti ho preso la mano, mi hai preso il cuore (anche i predatori d’organi s’innamorano)
– Smack! Wow! (per gli amanti dei fumetti)
– Ciò che sento per te è talmente grande che nessuna parola sarebbe in grado di descriverlo (la tua dichiarazione, caro Zinga, all’allora tua fidanzata Tina)
Che ne pensi?
Roba da scartare e da buttare. E comunque: la porta è quella!
(Ci avviamo mestamente… Ma, dal balcone, Tina ringrazia per i Baci, non prima di aver proferito un beneaugurante: “Tornate a trovarci!”)
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