Indifferenti a qualsiasi tipo di vacanza, ponte, o festività che dir si voglia (per i milanesi, oggi è S. Ambrogio, dunque gli uffici sono chiusi, la preparazione del Presepe è ancora una fattiva tradizione, che ufficializza la prossimità del Natale), eccoci comunque qua, implacabili come due esattori delle tasse: in fondo, la vacanza è una breve stazione di sosta tra qui e l’infinito (magari con la “I” maiuscola).
Eppure (o, se volete, in forza di ciò) molti tra voi, cari lettorastri (amici lettori dei comicAstri), saranno a chiedersi: ma cosa mai saranno riusciti a… da drže, questa settimana i due bonari sfaccendati che tentano di rallegrare i nostri talvolta grigi martedì? Calma, prima di proseguire… perché molti tra voi saranno già sobbalzati sulla sedia… cos’è ‘sto da drže? Cirillico? O forse nasconde qualche indovinello, qualche calembour, o peggio, qualche gatta da pelare?
Niente di tutto ciò, amici, è il semplice prezzo da pagare al nostro angolo della cultura… perché da drže significa semplicemente tenere in lingua serba. Perciò se vi è sembrato troppo complicato, rifacciamo: ma cosa mai saranno riusciti a tenere in serbo questa settimana i due bonari sfaccendati che tentano di rallegrare eccetera eccetera?
Va meglio così? Se sì, procediamo senza indugi, e quindi: gli inglesi, dopo la scoppola che gli abbiamo rifilato agli ultimi Europei di calcio, non si sono ancora ripresi. Tanto che anche oggi non se la passano tanto bene. La sapete l’ultima? Persino l’isola di Barbados (arcipelago caraibico delle Antille) ha deciso per l’indipendenza dalla Corona, ed è diventata una repubblica. Il motivo? “Stare nel Commonwealth con il rito del thè alle cinque, l’ombrello sempre a portata di mano, la guida a sinistra… che Barbados!”. Cosicché, l’addio alla regina Elisabetta è risultato una normale conseguenza: “Bye bye Betty!”. E ognuno per la main street sua!
Ammettendo pure che a Buckingham Palace “la vecchia Windsor” non l’abbia presa troppo bene, ai nostri occhi di attenti osservatori (e tiriamocela un po’, ogni tanto) il più stralunato di tutti ci è apparso proprio il primo ministro Boris Johnson. Qualche giorno fa lo abbiamo visto perdere i fogli, perdere il filo delle parole, perdere persino lucidità durante il discorso tenuto alla Conferenza della Cbi, la Confindustria inglese.
“Ieri ho visitato il Peppa Pig World, cosa che dovremmo fare tutti”, ha infatti affermato di punto in bianco, suscitando lo sconcerto della platea. Proseguendo, Boris si è dilungato in un dettagliato elogio del cartone animato che tanto lo rianima quando si sente a terra (e immaginiamo che dopo la Brexit gli succeda spesso). “Il mondo di Peppa Pig è proprio il mio tipo di posto: strade sicure, disciplina nelle scuole, forte enfasi nei sistemi di trasporto. Chi avrebbe mai pensato che un maiale che assomiglia a un phon, sorta di asciugacapelli disegnato da Picasso, un suino a suo tempo rifiutato dalla Bbc, sarebbe finito per essere esportato in 180 paesi, con parchi a tema negli Stati Uniti e financo in Cina?”. E ha concluso: “Siamo anche stati benedetti dal potere incredibile dell’inventiva del business britannico”.
Poi, trovando ancora difficoltà nel riordinare i fogli della sua prolusione, ha pensato bene di elogiare la Peppa Pig family come esempio preclaro di focolare domestico: “Il papà di Peppa, che beve il caffè della peppina, lavora con il Signor Coniglio, pure lui con gli occhiali, e con la Signora Gatto, si è occupato anche della progettazione della casa dei signori Lupo. Nonostante sia un po’ sovrappeso, Papà Pig è un ballerino provetto, oltre che eccellente tuffatore, un allenatore di basket e un ottimo pittore”.
Una performance istrionica, quella del prime minister, non certo l’unica. A un convegno della City, la Borsa londinese, dopo aver perso i fogli, perso il filo delle parole e perso lucidità (ma allora è un vizio!), si è cimentato nell’elogio sperticato dell’ennesimo cartone animato. Quanto abbia necessità di essere ri-animato nel suo morale lo si può dedurre dalla veemenza della sua accurata descrizione: “Ieri ho letto un intero fumetto della Pimpa, cosa che dovremmo fare tutti”, ha confessato agli increduli astanti, banchieri e uomini della finanza che hanno sgranato gli occhi, pur mantenendo un tanto composto quanto britannico self control. “Il mondo della Pimpa è proprio il mio tipo di posto: amicizie sincere, canzoncine allegre, ninnenanne melodiose. E soprattutto un mondo dove i soldi non sono tutto! Che emozione conoscere e discutere con il piccolo cane Tito, la giocherellona gatta Rosita, Colombino, appassionato di avventure, Coniglietto e tanti altri, compresa la piccola Olivia Paperina, l’ultima arrivata, curiosa di tutto. Un mondo pieno di pallini bianchi, rossi e blu, che tanto ricordano la Union Jack, la nostra gloriosa bandiera, vessillo che simboleggia la potenza della sterlina nel mondo!”.
A questo punto, la morale non può essere che una: ma con quel cognome lì (Draghi), che rimanda quasi naturalmente a elfi, gnomi e folletti, quando il nostro Marione inizierà a citare nei suoi discorsi Topo Gigio, Calimero il Pulcino nero e Pinocchio? La politica italiana non sarà una favola, ma l’economia potrebbe trarne beneficio e volare come… sul tappeto magico di Aladino!
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