Professori si nasce o si diventa? Forse è un po’ una vocazione e forse no. Vero è che c’è professore e professore. C’è chi genera educazione, emana fascino ed è credibile al cospetto di chi ascolta. Poi c’è quello che si erge, che pontifica, che tuttologa… c’ha una claque anche lui (ma di solito è di gente con la puzza sotto il naso), buono a separare i buoni (quelli che lo ascoltano compiaciuti) dai cattivi (tutti gli altri).
E tutto questo a dire che? Poco o punto, se non testare l’efficacia di un generatore di parole casuali prelevate dal dizionario di italiano, scovato sulla rete.
La parola era professore, e se la nostra impresa è riuscita, giudicate voi!
Stando ai fatti, e dato a Maurizio ciò è stato di Costanzo (non lo abbiamo mai particolarmente amato, ma una preghiera gliela rivolgiamo volentieri: ne avrà bisogno, come tutti), a tenere banco è stato il bacio fatale, avvenuto su un palco di una notissima cittadina ligure, a opera di due cosiddetti cantanti, uno imprenditore più che altro, l’altro arrivato in provincia di Imperia seminarista e tornato se non Papa, almeno cardinale. Nel senso che prima non lo conosceva proprio nessuno. La morale della nostra favola non è affatto originale: di questi tempi la trasgressione paga, se poi se canti, beh… pazienza. Che ricorda da vicino una frase attribuita al grande Nereo Rocco: “A tuto quel che se movi su l’erba, daghe. Se xe ‘l balon, no importa”.
Dato al Paròn quel che è del Paròn, e doverosamente tralasciati i nomi dei protagonisti (non meritevoli di ulteriore pubblicità), va detto che sui baci ce ne sarebbe da dire, altroché…
E dunque, affidare la parola al nostro amico Zingarelli, quel vocabolario (ricordate, vero?) che sa tante cose perché le ha rubacchiate qua e là in giro per il mondo, ci è sembrato più un piacere che un dovere.
Interpellato in merito, ci ha sciorinato una lista di baci & dintorni, alla quale mai saremmo arrivati con le nostre forze.
Perciò, attenendoci alla definizione classica di bacio, vale a dire un “atto compiuto applicando le labbra e premendole, per un tempo più o meno lungo, su persona o cosa in segno di amore, venerazione, affetto, devozione”, quali sentieri avrà percorso il nostro amato, venerato e sempreverde amico? Sicuramente percorsi per… morbide labbra e gaudenti gote!
Baco: bacio vago, allusivo, che può essere velato quando non dissimulato. In una sola parola: larvato.
Bacio di dama: quello che l’innamorato concede all’amata in un negozio di dolciumi o addirittura in pasticceria.
Bacino: bacio pelvico.
Baccifero: colui il quale è portatore di bacche, o forse baci. A dismisura!
Baculo: bacio osato sulla natica. Quando non gradito, si può ritorcere contro in maniera talvolta drammatica. E allora, son dolori. O, per meglio dire, bastonate.
Bach: bacio musicale, di genere classico.
Baccini: bacio musicale, di genere cantautoriale.
Baciccia: effusione amorosa diffusasi in particolar modo tra i migranti genovesi del secolo scorso.
Bacio di Hayez: foga amorosa nei confronti del proprio partner che esplode nella contemplazione di un’opera d’arte, per lo più pittorica.
Bacile: un catino di baci. Nome poetico della bacinella.
Baccello: il bacio nasce sempre dal baccello che lo contiene, lo preserva e lo fa sbocciare al momento opportuno.
Bacigalupo: nel calcio, effusione d’affetto che avviene tra il portiere e il difensore della medesima squadra, a significare la completa sintonia di un reparto.
Bacillo: di baci ci si può ammalar, con un bacio si può anche morir: ah la vita!
Abbacinare: un bacio così intenso che bisogna socchiudere gli occhi per non esserne accecati.
Baccellierato: corso accademico-universitario che abilita alla professione di baciatore.
Kiss-à chi lo sa: antico quiz televisivo, dove degli sfidanti dovevano dimostrare le proprie abilità baciatorie.
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