Anche in tempi di presepe, “Tempi duri per i troppo buoni…”. Lo slogan di una marca di biscotti – dobbiamo risalire agli anni Settanta, e molti di voi, cari lettorastri (amici lettori dei ComicAstri) neanche c’erano: beati voi (e beata la vostra giovinezza)! – per molto tempo ha decretato dalla tribuna di Carosello una verità lapalissiana: per le persone miti c’è sempre stato poco spazio. Alla stregua dell’eccezione che mai conferma la regola. Della fioca luce di una lontana stella in una notte senza luna. Dell’unico wafer al cacao in uno scatolone di corrispettivi alla vaniglia. E via similitudineggiando…
Per i buoni, converrete con noi come non ci siano mai stati tempi facili: chi nasceva buono nel Far west, solo per citare un esempio, era quasi un dead man walking. Perché sin dall’età della pietra hanno sempre prevalso, se non i cattivi, quanto meno i più astuti, spesso predisposti alla malvagità.
Una visione troppo pessimistica di questa umana avventura che è la vita e del suo dipanarsi, che ne costituisce la storia? Forse. Eppure, anche ai nostri giorni, tempi duri per i troppo buoni!
C’è qualcosa di più bello (e buono) di un presepe, del suo allestimento, della statuina del Bambin Gesù deposto dopo la mezzanotte nella sua bella greppia? Potreste mai immaginare che, in mezzo a tante, troppe difficoltà del presente, siano momenti difficili anche per i presepi viventi e soprattutto per chi li organizza?
Al di là delle ovvie difficoltà logistiche e delle doverose restrizioni legate alle regole anti-assembramento – tali per cui anche le greggi di pecore sono meno reperibili su piazza – durante le ultime annate sono intervenute non rare azioni di protesta dei movimenti animalisti a tutela dei diritti delle bestie (sperando di non essere accusati di essere delle bestie perché chiamiamo bestie le bestie). Con conseguenti effetti deleteri sull’allestimento delle capanne con Maria, Giuseppe e il Bambinello. E sacra compagnia al seguito.
Si prendano ad esempio il bue e l’asinello. È indiscutibile come oramai da tempo entrambi lavorino a norma e comodamente seduti (come da contratto di categoria); eppure soffiare in maniera continua e perdurante per l’intera giornata, così da supportare da un punto di vista termico il Divin Pargoletto, non può non far rientrare l’imprescindibile coppia di prestatori d’opera nella categoria dei Lavoratori Notturni come definiti e ripartiti ai soli fini pensionistici dal decreto legislativo 67/2011 nelle seguenti categorie: 1) lavoratori a turni che prestano lo loro attività nel periodo notturno per almeno 6 ore; 2) lavoratori che prestano la loro attività per almeno 3 ore nell’intervallo tra la mezzanotte e le cinque del mattino. Risultato? Mandrie di buoi e schiere di asini hanno avanzato domanda di prepensionamento. Le conseguenze sui presepi viventi natalizi del 2022 potrebbero essere drammatiche.
Ma a preoccupare ancora di più gli addetti al settore è un altro fenomeno, che sta prendendo piede in maniera sempre più repentina.
Le cronache indicano come il primo caso si sia verificato negli Stati Uniti, dove un dromedario è scappato a zampe levate da un presepio vivente. Una fuga durata quasi un’intera giornata. L’animale ha attraversato Kansas City, sKansando però il caos del centro (forse per non portarsi sfortuna da solo, vista la gobba d’ordinanza, e non finire travolto da qualche automezzo), ha raggiunto l’autostrada, fermandosi per una sosta in un campo di golf. Perché proprio in un green? Semplice: se ne è sempre parlato poco, eppure agli studiosi è ben nota la passione che questi animali nutrono (ne sono divoratori accaniti) per questo sport: ai loro occhi, il campo, verde e ben tenuto con le sue 18 buche precise precise, somiglia in misura quasi sovrapponibile a un’oasi, a loro assai familiare, dotata però di qualsiasi tipo di servizi, plus e benefit che si possano sognare. Sarà per questo motivo che, dopo un inseguimento non semplicissimo, gli agenti della polizia di Kansas City sono riusciti a bloccarlo proprio qui, intento a recuperare i suoi tre colpi sotto il par.
Una casualità tutta stelle e strisce? Nossignori. A quanto risulta dai dati raccolti da “Grotta &Vinci (il centuplo quaggiù e l’eternità)”, un portale online gestito da alcuni volontari del settore, anche in Italia diversi presepi viventi lamentano astensioni dal servizio, se non addirittura fughe e proteste più o meno simboliche.
Giunti sin qui, potevamo non indagare e dare ulteriore sfogo alle nostre curiosità?
Perché i dromedari, nel nostro paese come altrove, mostrano una certa riluttanza a dare il loro apporto durante lo svolgimento dei presepi viventi? Forse perché questi simpaticissimi quadrupedi sono figli del loro tempo, perciò il reddito di cittadinanza, che oramai in Italia si dà a cani e porci, fa davvero comodo anche a loro, che non hanno più voglia di sgobbare?
Portare in groppa ogni anno i Re Magi lo considerano un lavoro usurante come fare il camionista? Cioè i dromedari soffrono di stress psicologico dovuto al traffico, di patologie gravose a carico della schiena e degli arti inferiori, di stress visivo e uditivo, di patologie da inquinamento, per non parlare del rischio triplicato di rimanere vittime di incidenti rispetto a un comune pedone?
Domande a cui è difficile rispondere. Ma c’è una soluzione praticabile per evitare che i presepi viventi di là da venire non perdano protagonisti tanto importanti? A nostro avviso, sì. Come è stato già brillantemente sperimentato a Kansas City, ma anche durante la Prima guerra mondiale a fianco dell’esercito britannico, occorrerebbe provvedere all’addestramento di alcuni settori delle forze dell’ordine, che andrebbero istruiti all’inseguimento e al recupero di dromedari e cammelli. Le famosissime truppe cammellate!
P.S. Dai ComicAstri ai lettorastri: buone feste! Ci rivediamo martedì 11 gennaio 2022.