Amici lettori, ormai definitivamente ingialliti: a quanti spritz siete già arrivati? Su quante seggiole, di quanti ristoranti e pizzerie, avete già depositato le vostre terga, avide di “appoggi” enogastronomici? Quante partite di calcetto annoverate? Quante piscine avete già solcato, in quante palestre avete già deintorpidito la vostra rieducanda muscolatura? Domande alle quali potreste rispondere solo se veniste contattati ad uno ad uno, e chissà che storie interessanti ne verrebbero fuori…
Un solo consiglio sentiamo di darvi: cercate di non strafare e di lasciarvi guidare dal vostro buonsenso su una strada sicura, foriera di percorsi compiuti in assoluta sicurezza.
Ma già che l’argomento sembra oramai instradato, avete sentito l’ultima su Astrazeneca? Grazie all’omonimo vaccino, ha letteralmente raddoppiato il suo utile nel primo trimestre: si parla di un netto di 1,56 miliardi di dollari nei primi tre mesi dell’anno. Immaginiamo non da meno siano le altre aziende produttrici di sieri anti-Covid. Il quesito che si pone la grande finanza mondiale è il seguente: ma come e dove verranno collocati gli assai improbabili investimenti? La risposta sembra già scritta: se investi “qualcuno”, lo fai con un’auto; giocoforza se investi “qualcosa”, è nel mercato dell’auto.
Ve le immaginate le Big Pharma già pronte a dettagliate partnership con le major automobilistiche? Nuovi modelli destinati a sfondare sulla scia della grande campagna vaccinale in corso. Auto che oggi non sono ancora in commercio, ma che domani, al massimo dopodomani, diventeranno familiari, alla stregua di un Galli, di un Bassetti o di un Burioni qualsiasi. Eccovi qualche anticipazione…
FIAT immUNO. La partnership Moderna-Fiat ha portato a realizzare l’auto più sterilizzata al mondo. A partire dall’esterno: la calandra, infatti, è dotata di una particolare mascherina (dovremmo parlare, per le dimensioni, di… “mascherona”), intercambiabile automaticamente, a seconda del tipo di ambiente in cui si trova la vettura. Sia su strada che in autostrada utilizza una mascherina chirurgica; in luoghi chiusi (come per esempio, i parcheggi sotterranei) innesta la modalità “FFP2”; mentre nelle immediate vicinanze (segnalate dal Gps) di ospedali o case di cura, viene autoselezionata l’opzione “FFP3”. Prima di salire, il computer di bordo effettua: misurazione della temperatura e test di saturazione, non solo al conducente, ma a tutto l’equipaggio. Il tampone, invece, è a richiesta. Davvero ragguardevole il numero di vani porta-gel: se ne contano addirittura 22, posizionati in ogni dove, dallo specchietto retrovisore ai poggiatesta.
OPEL ASTRA ZENECA. Tra i modelli con più tradizione nella categoria delle compatte a 5 porte (la prima generazione risale a 30 anni fa), l’Opel Astra non era soggetta a restyling dall’estate 2019. L’intesa con AstraZeneca ha dato vita a un concept davvero rivoluzionario per il comparto auto. L’Opel AstraZeneca si candida a divenire “auto dell’anno pandemico”. Facilmente riconoscibile per il suo design originalissimo, la vettura è stata rivisitata e appare come un lungo corpo cilindrico cavo trasparente. In buona sostanza, la sua forma appare assai simile a quella di una siringa. Innovativo il sistema di salita a bordo: anziché le classiche portiere, è un avvolgente stantuffo retrattile che spinge dolcemente il passeggero verso l’interno dell’abitacolo, facendolo accomodare al proprio sedile in maniera del tutto naturale. I sedili monoposto, novità assoluta per Opel, ricordano da vicino le postazioni di un bob, benché più comode e distanziate. Una soluzione che permette di utilizzare l’auto qualunque siano gli obblighi e i vincoli previsti dai Dpcm e/o dalle normative di ben 84 paesi in materia di sicurezza e anti-assembramento. Opel AstraZeneca verrà commercializzata in numerose versioni: Sportiva (monoposto), City car (2 posti), Utilitaria (3 posti), Berlina (4 posti), Berlina Premium (5 posti), Suv (5 posti rialzati), Crossover (6 posti rialzati), Station wagon (7 posti con ampio bagagliaio: in tal caso la vettura, mantiene il metro e mezzo di larghezza, ma supera i 13 metri di lunghezza).
VOLKSWAGEN POLO VACCINALE. Approfittando delle risorse finanziarie messe a disposizione da Pfizer-Biontech, la casa automobilistica tedesca ha deciso di fare le cose in grande. La Polo, auto che per antonomasia ha sempre lasciato un po’… freddini gli automobilisti più esigenti, si ripresenta come una maxi-station wagon a tutti gli effetti. Innanzitutto, per la larghezza: il distanziamento tra conducente e passeggero, e tra i passeggeri nelle file posteriori, è stato aumentato fino a raggiungere la soglia dei 3 metri. I posti, prenotabili anche online, sono stati ideati per favorire un originale e innovativo car sharing. Imponente il bagagliaio, il cui interno è così capiente da poter ospitare un piccolo hub vaccinale.
CITROEN CTS. La nuova berlina della casa francese porta l’imprinting della Johnson&Johnson, la quale – grazie soprattutto a un accordo che il nostro Comitato tecnico scientifico (Cts, appunto) è riuscito a ottenere in esclusiva – molto ha investito sulla dotazione elettronica. Il navigatore satellitare, infatti, è sostituito da un grande schermo a 21 pollici che trasmette i dati in diretta relativi ai 21 indicatori attraverso i quali viene monitorato l’andamento dell’epidemia: dal più semplice “Indice Rt” fino al “Numero di casi sintomatici notificati in cui è indicata la data inizio sintomi/totale di casi sintomatici notificati al sistema di sorveglianza”.
Adatta a un pubblico di specialisti del settore tecnico-scientifico, troverà ideale collocazione nelle grandi aziende che si occupano di monitoraggio della salute, umana e ambientale. Citroen Cts sarà ovviamente al 100% ecologica e quasi completamente biodegradabile. Si dice che una versione speciale, funzionante e realizzata interamente in marzapane, sia stata regalata a Bill Gates. Possiamo già immaginare le prime pagine dei giornaloni: “Microsoft si mangia anche il mercato dell’auto”…
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