Cos’è un incipit? Forse un preambolo, per noi ridanciano, che accompagna sinteticamente al cuore della narrazione. Un casello al quale pagare il dazio della creatività. Un orizzonte intorno al quale demarcare linee e tratteggi che confinino lo spazio infinito in un’immagine delineata.
“Che fanno, traccheggiano?” si domanderà qualche lettore spazientito da un inizio giudicato frettolosamente alquanto fumoso.
Niente paura, eccoci al dunque: e questa settimana parliamo di politica. Ma come??? Si ridomanderà il lettore di cui sopra… Se fino alla scorsa settimana dicevate di non volerne sapere di commentare i risultati, di analizzare vincitori e vinti, di non sbilanciarvi in un giudizio su questo o quel partito. Farete mica i cazzàri pure voi? Ci sembra di sentirle, le vostre rimostranze, cari lettoràstri (amici lettori dei ComicAstri).
Nulla di tutto ciò. È che noi siamo fatti così: perennemente in balia dell’estro, costantemente schiavi dell’ispirazione, poveri mendicanti di idee, stimolati da fugaci pensieri oltremodo fluttuanti, impavidi cercatori di ispirazione, impertinenti costruttori di buone idee, o presunte tali. Perciò, se oggi ci andasse di parlare di politica, lo faremmo senza esitazione alcuna. E visto che oggi ci va… avaaanti!
C’abbiamo lo scoop, quello che non ci si aspetta. Mentre impazza il totoministri, si dà per scontato il nome del premier. Eppure Giorgia Meloni, nel buio della sua cameretta, alla luce della fiamma di una semplice candela (il caro bollette si fa sentire anche da quelle parti), cova sotto la cenere il coup de théâtre, che noi abbiamo il piacere di segnalarvi in anteprima. Pare infatti che la leader di Fratelli d’Italia, temendo le piazze della sinistra e i severi giudizi dell’Europa vonderleyana e dombrovskiana, sarebbe disposta a fare un passo indietro per proporre una figura di Presidente del Consiglio prestigiosa, carismatica, di grande caratura internazionale, un soggetto molto conosciuto e applaudito anche all’estero, che i mercati guardino di buon occhio, ma che non disdegni un’anima popolare.
Scartato Mario Draghi, perché le minestrine riscaldate, se non funzionano nel calcio, figuriamoci in politica, neanche presi in considerazione Silvio Berlusconi (possibile anima popolare del centrodestra) e Samantha Cristoforetti (che pure, lo sappiamo bene, gode di una fama e di una stima… stellari), Giorgia si è guardata attentamente intorno e ha suggerito a Mattarella il nome che metterebbe tutti d’accordo: Topo Gigio! Personaggio di grande popolarità, che ha saputo conquistare negli anni credibilità propria, affatto avvezzo alle camarille, espressione forse ineguagliabile della società civile.
Il simpatico sorcio avrebbe già dato il suo assenso, sia alla compagine di maggioranza che al Capo dello Stato, riservando per sé la compilazione, da sottoporre poi a Mattarella e alla stessa Meloni, della lista dei ministri che andranno a formare la nuova compagine governativa. E noi, da par nostro, siamo già in grado di fornirvi le prime indiscrezioni.
Vicepremier. Si ritaglierebbe questo ruolo Giorgia Meloni, ma non da sola. Gigio avrebbe indicato in Mira Mira l’Olandesina (quella dei vecchi spot del detersivo della Mira Lanza) una figura di spicco, che potrebbe ottenere se non il placet della sinistra, almeno quello di Calenda e Renzi. Due vicepremier donna andrebbero a garantire il rispetto della parità di genere e nel contempo, grazie alle manifeste origini di Mira Mira, servirebbero a tenere buoni i paesi del Nord Europa, Paesi Bassi in testa.
Ministero dell’Economia. Non ci sono stati dubbi nell’indicare Paperon de Paperoni come tecnico esperto e navigato, utile con le sue competenze a gestire una possibile crisi che l’imminente autunno caldo (l’unica cosa cada che presenta questo inverno che si prefigura glaciale, se non altro per la sobrietà dei consumi energetici che ci aspetta) potrebbe far emergere
Ministero dell’Interno: Tex Willer ha rispettato i favori del pronostico. Un duro, posto a capo delle Prefetture, ma anche un uomo giusto, con un forte senso dello Stato. Uno che ci metterà la faccia, stando sempre in prima linea. Forte anche di un trio di sottosegretari (il navigato Kit Carson, il giovane figlio Kit, e l’indiano Tiger Jack, che verrebbe posto come garante in merito alla spinosa “questione immigrati”) forse ineguagliabile sulla piazza non solo nazionale, ma anche continentale.
Ministero della Salute. La dottoressa Giò è parsa la persona ideale a succedere a Speranza, ministro che non ha saputo mantenere le promesse, a partire dal suo cognome. Le competenze acquisite sul campo in anni di fiction, affrontate in mezzo a casi clinici tra i più disparati, e il suo alto profilo ne fanno una delle candidature di spicco del Governo Gigio.
Ministero dei Rapporti con il Parlamento. Partito non certo con i favori del pronostico per via dell’età avanzata, Tiramolla è sembrata una figura istituzionale di grande carisma, l’unica forse in grado di districarsi tra le pastoie burocratiche nelle quali vanno a finire le buone leggi, per promulgare le quali in Italia, tra Camera e Senato, è davvero un bel… tira-e-molla.
Ministero della Giustizia. Batman sembrerebbe il candidato ideale per smascherare le disfunzioni di una macchina appesantita da troppi anni di lassismo e di mancanza di riforme. Si è già fatto il nome di Robin come sottosegretario.
(1- continua: per altre indiscrezioni sul “governo Gigio”, vi aspettiamo martedì prossimo)
— — — —
Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.
SOSTIENICI. DONA ORA CLICCANDO QUI