Disfatta è fatta! Andrebbero trattati coi Bastoni e fatti tornare a casa in Barella. Verratti i Mondiali, ma noi non ci saremo. Sono Emerson tutti i limiti di una squadra Immobile, di un team Insigne nel nome ma inconcludente nei fatti. Un tiro Mancini ci manda a casa: Italia alla frutta, fatta a pezzi dalla Macedonia.
Proprio così, cari lettorastri (amici lettori dei ComicAstri), che ancora sotto shock siete alle prese con un imprevisto ricalcolo delle ferie. Ci avevate pensato per tempo a ritagliarvi (come noi, del resto) qualche giorno di vacanza domestica, tra il 21 novembre e il 18 dicembre di quest’anno, data di inizio e fine dei Mondiali. Ma mentre fino a sei giorni fa sembrava che tutto dovesse andare come previsto, la sfida calcistica di stasera tra Turchia e Italia sancisce tristemente l’inutilità di tutti i ragionamenti sin qui fatti. Addio Mondiali, bye bye giorni di pregustata assenza lavorativa causa “podomachia” (secondo la definizione di calcio di breriana memoria), arrivederci al 2026, che è come dirci: digiuniamo per qualche anno; aboliamo le ferie; destiniamo l’intero stipendio in beneficienza…
Ma la tragica attualità incombe, e da qui dobbiamo tristemente ripartire: Vladimir Putin, colui che ha scatenato questa insensata e crudele guerra contro l’Ucraina, continua a spingere il suo paese nel cono d’ombra di un progressivo e drammatico isolamento internazionale. Allo stato attuale delle cose, Putin non solo si è inimicato tutto l’Occidente, ma raccoglie (chissà con quanto compiacimento) giorno dopo giorno un’interminabile serie di guanti di sfida.
Musk vs Putin. Elon Musk è stato il primo. Il patron della Tesla (auto a guida autonoma) e di SpaceX (missioni spaziali per tutti) in fatto di eccentricità, non è secondo a nessuno, visto che da tempo ci ha abituato ai suoi fantasmagorici colpi di… tesla (e non solo). Ebbene, Musk non è solo un inventore eclettico, ma, come molti non sanno, anche un grande appassionato di arti marziali. Volete mica dire che, detto fatto, si è piccato di lanciare una sfida proprio a Putin, invitandolo a salire sul tatami, ad indossare il judogi e a cimentarsi in un combattimento di judo (specialità in cui il presidente russo si è sempre vantato di essere un campione). In palio le sorti dell’Ucraina.
Come andrà a finire? Assisteremo a questo incontro? Mhhh, molto difficile, Infatti Dmitrij Peskov, energico portavoce del Cremlino, si è affrettato a rispondere: “Il presidente Vladimir Putin non ha bisogno di queste prove muskolari per dimostrare al mondo la sua grandezza”.
Morandi vs Putin. Gianni Morandi, una vita a farsi mandare dalla mamma a prendere il latte, ha maturato negli anni una vera e propria passione per la corsa, in particolare per la maratona. Ancora oggi, a 78 anni, non rinuncia a cimentarsi nella più classica delle distanze (42 chilometri e rotti). Persino adesso, dopo l’incidente di un anno fa e la recente operazione che lo tiene con la mano fasciata e “appesa” a una piantana, non rinuncia al suo jogging quotidiano, pur di mantenersi in forma. E da buon democratico di sinistra – da ragazzino passava i pomeriggi della domenica a distribuire l’Unità a chi entrava nel cinema Aurora del suo paese, Monghidoro, in quel di Bologna – non poteva non sostenere la resistenza del popolo ucraino contro l’invasore. Così, presa carta, penna e pentagramma, ha scritto per le rime a Putin, sfidandolo a correre la più classica delle maratone: lo Zar con la maglia della Russia, lui in maglietta e pantaloncini giallo-azzurri.
Le strade dei due si incontreranno mai? Del tutto improbabile. Dmitrij Peskov, con piglio deciso (si tratti di Elon Musk o di Gianni Morandi, a lui fa sempre un baffo, di somiglianza staliniana), si è presentato di corsa davanti ai giornalisti per dichiarare beffardo: “Apprezzo le canzoni del signor Morandi, ma lo invito a pesare le parole: contro Putin… neanche uno su mille ce la fa!”.
Prodi vs Putin. Di Romano Prodi sono ben note una certa bonomia unita a una manifesta competenza in materie economiche; così come è nota la sua passione per la bici. Essendo di sua natura meno combattivo di Musk, e non volendo pestare i piedi all’amico Gianni (Morandi), ma consapevole del fatto di essere stato a suo tempo anche consigliere del governo russo, il nostro mortadellone sta cercando di risolvere la questione ucraina lanciando al presidente russo un ramoscello d’Ulivo (se non lo ricicla lui, l’Ulivo, chi altri? E poi, la Pasqua è vicina…). Sapendo di non poter competere con lo Zar nel judo (Putin è cintura nera stretta in vita, Prodi è cintura allargata da buona e grassa cucina emiliana), il Professore ha invitato lo Zar a inforcare la bicicletta e a scalare lo Stelvio, impresa che è riuscito recentemente a portare a termine, nonostante l’età (81 anni). “Chi arriva primo in cima – ha suggerito col suo ben conosciuto tono suadente, da tortellino caldo in brodo – decide le sorti del conflitto”.
Putin si metterà ai pedali con la borraccia piena di vodka? Quasi impossibile. L’impassibile Dmitrij Peskov, onnipresente come non mai, si è fiondato in sala stampa da consumato sprinter per ribattere in tono laconico: “Caro Professor Prodi, cui Prodest?”.
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