Non lo scopriamo noi, che il fantasy tira di brutto. Orfani non esattamente consolati del “Trono di Spade”, ancora aspettiamo un sequel, alla mal parata un prequel, che ci dia una ragione per tirare avanti in questa specie di interminabile lockdown, colorato oggi così, ieri cosà, domani chissà… Un mondo fantastico, a portata di libro e di video, con personaggi immaginari, animali fantastici come centauri e draghi, lontani dal nostro vivere quotidiano.
Ma siamo proprio sicuri che sia così? A dar solo una sbirciata nel visionario mondo della politica, di elfi e nani, bardi e fattucchiere, druidi e maghi, se ne incontrano ad ogni giro di consultazioni. Neppure è necessario snocciolare nomi: ci siamo capiti, e tanto basta.
E dev’essere bastato poco al nostro esimio Capo dello Stato, Sergio Mattarella. Che abbia letto Clive Staples Lewis (Le cronache di Narnia), J.R.R. Tolkien (Il Signore degli Anelli), che abbia scoperto Terry Brooks (e il suo ciclo di Shannara) o abbia optato per una soluzione interna (come l’italianissima Silvana De Mari), qualsiasi sia stata la sua lettura, ebbene: scegliere Draghi dev’essere stata una soluzione pressoché scontata. Perciò: Mario Draghi? Sì, fuoco, anzi fuochissimo!
Ma come si è arrivati all’ex presidente della Bce? Semplice, come in una consolidata storia fantasy: accortosi del desolato ritorno (tipo Desolazione di Smaugh) del presidente della Camera, il druido Fico, riapparso a fine consultazioni, con in mano solo fichi secchi (e neppure magici, in qualche storia capita), al Mago Mattarella altro non è rimasto che mandare un messaggio (con un gufo? Oppure con un più convenzionale piccione viaggiatore?) al bardo Nicola Zingaretti, un politico che sa tante cose perché le ha rubacchiate qua e là in giro per il mondo dei Palazzi romani (vi ricorda qualcosa di familiare? Già…). E lo Zingabardo, con il suo linguaggio forbito e risoluto, gli ha fornito la stoccata vincente: “Qui ci vuole una scelta dragoniana!”. E Sergione ha iniziato subito a dragare il terreno…
Detto fatto, SuperMario si è messo al servizio della Nazione e in men che non si dica, alla velocità di un dragster, si è buttato a capofitto nella sua eroica missione esplorativa, convinto non solo di essere l’alchimista ad hoc per un paese gravemente sofferente e malandato, ma anche il solo a poter somministrare la giusta pozione per risollevarlo. La lunga esperienza maturata presso l’Agenzia americana che si occupa della regolamentazione dei prodotti magici e incantati, la Food and Dragh Administration, gli sarà senz’altro d’aiuto.
Se fosse stato veramente un racconto leggendario di quelli che ti lasciano senza fiato, gli dei gli avrebbero messo acconto degli inseparabili compagni d’avventura: uno sarebbe stato sicuramente un elfo, il giovane, aitante e barbuto “guardiano di porta” Bartlomiej Dragowsky, soprannominato il Violaceum, per via di una certa familiarità con la città di Firenze; l’altro, il più attempato ma assai poco senile cavaliere Silvius il brevilineo, personaggio fuori da qualsiasi stereotipo, affabulatore sopraffino nonché abile nell’aprire porte impossibili ad aprirsi e nel raccontare storie ridanciane, che sanno piacere alle donne. E trattandosi di un nano…
Draghi invece, eroe senza macchia e senza paura, ha fatto tutto da solo: in due giorni ha ricevuto le delegazioni di tutte le fazioni e tribù. E senza neppure fare fuoco e fiamme per convincerli, ha subito raccolto entusiastici consensi e appoggi espliciti.
Non sono mancati, com’è ovvio che sia nelle storie fantasy, i duelli avvincenti: in punta di fioretto quello con i delegati di Grillo, signore di una sgangherata armata Brancaleone: sono stati tutti facilmente domati come cavalli imbizzarriti (si potrebbe parlare, se non suonasse offensivo, di Movimento 5 Stalle); brandendo una draghinassa, uno spadone sproporzionatamente grande, quello con una banda di guerrieri che rivendicano a sé una loro Valhalla del Nord, denominata Padania, terra mitica, forse mai esistita.
Si prospetta, dunque, un finale a lieto fine, come nei romanzi fantasy spesso accade? Ne siamo quasi certi. Senza volervi svelare troppo della trama delle prossime puntate, vedrete che la strada per Palazzo Chigi sarà tutta in discesa (nonostante al Colle si debba salire). Presto l’Italia avrà il suo governo di ManDrake… E vissero tutti felici e contenti.
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