“Mi ha liberato… Se non avessi fatto il lavoro che dovevo su me stessa e sulle mie relazioni sarei morta entro l’anno… Ho intrapreso un lavoro che mi piace moltissimo e che mi sta dando ‘un nuovo senso della vita’… Personalmente non mi piacciono certi tipi di contenuti troppo spinti, preferisco impegnarmi in atti passionali… sono nel mezzo di un viaggio di guarigione, circa due anni fa ero messa male… Vedendo quanto sono tornata a galla dopo aver toccato il fondo un anno e mezzo fa, mamma e papà saranno contenti di avere cresciuto una giovane donna sicura di sé…. la preoccupazione di mamma e papà è sempre stata la mia sicurezza. Non lo faccio per far male a nessuno o per disprezzo… Vorrei occuparmi della direzione artistica e di quella effettiva. L’obiettivo finale della mia vita è ricominciare a dipingere e il lavoro in questo tipo di industria è un modo per garantirmi la sicurezza finanziaria per farlo. Mi piace molto esibirmi, quindi probabilmente sarò un artista per il resto della mia vita. Lo adoro così tanto…”.



Ma quanti di noi non vorrebbero avere una figlia così, dedita al suo lavoro, con venature artistiche? La soddisfazione di qualsiasi genitore. Eppure, lungi da noi dal metterci a fare del facile moralismo, chi sta parlando non è una ragazza uscita dal tunnel della droga, rinata a nuova vita dopo un periodo di anoressia, una convertita su una moderna via di Damasco. Nossignori! Si tratta della figlia del grande regista americano Steven Spielberg! E la passione testé sbocciata, il senso della vita ritrovato, il viaggio periglioso sulla via della guarigione, la partecipazione nella grande industria, sono frutto del… cinema porno! Quindi, per capirci: lavora a luci rosse, ma non fa la crocerossina?



Suvvia, cari lettori oramai abituati a non stupirvi più di tanto, non pensiate che da qui in avanti noi ci si esibisca in una serie di battute, più o meno riuscite, dallo scontato doppio senso, nient’affatto. Il nostro pensiero è andato immediatamente al padre della nostra eroina, e ai pensieri che l’avranno accompagnato in questi mesi di… rinascita della propria creatura.

Perché saremmo facili profeti a pensare che a casa Spielberg non tutte le cose siano state digerite come un consommé leggero leggero, quei brodini della nonna che noi degli anta dovevamo sorbirci in caso di costipazione. Immaginiamo i rapporti tra tanto padre e siffatta figlia adottiva assai difficili, non esattamente idilliaci; sembra infatti che i vicini di casa già mesi fa parlassero di Duel verbali molto accesi e frequenti, con apocalittiche scene (o forse meglio scenate) degne de La guerra dei mondi. Non è difficile immaginare che Mikaela nella sua adolescenza abbia molto sofferto durante il periodo della bulimia, era diventata così… large che sua madre (l’attrice Kate Capshaw, attuale moglie di Spielberg) l’aveva proposta come controfigura di E.T. nel secondo capitolo della serie, mai realizzato. Chissà che titolo avrebbe avuto: forse… E.T. L’extra taglia?



Ciononostante papà Steven ha costantemente cercato di soddisfare i desideri e le aspirazioni della sua tanto amata Mikaela: tra i tanti, la sua passione, che la accompagnò diversi anni, per gli strumenti musicali a corda. E qui, l’aneddoto è d’uopo: si narra che quando alcuni malintenzionati ripulirono casa Spielberg, portandosi via parecchi oggetti di valore, alla locale stazione di polizia il furto sia stato rubricato alla voce I predatori dell’arpa perduta. Proprio lo strumento preferito dalla giovane Mikaela, senza il quale entrò in un periodo di profonda depressione e di abbondono della musica.

Un’adolescenza burrascosa, dunque. Che la spinse, poco più che quattordicenne, a scappare di casa, lasciando sul comodino un biglietto di sfida: “Prova a prendermi”. Steven, prostrato per il suo affannoso e sterile prodigarsi, si spinse fino Ai confini della realtà per venire a capo della sua scomparsa; la ritrovò, sfibrato ma non domo, dopo settimane di spasmodica ricerca, in un Terminal di aeroporto. I testimoni oculari che assistettero alla loro movimentata riconciliazione parlarono allora di Incontri ravvicinati del terzo tipo.

Ma Mikaela probabilmente è sempre stata una tipa… hard, tosta e determinata. Situazione comune a molti figli di celeberrime star, americane e non. Tant’è che non viene difficile immaginarsi il regista, a spasso con la moglie o in giro a zonzo tanto per farsi “una vasca” dentro la movida hollywoodiana, incontrare qualche altro vip del suo rango, col quale scambiarsi amichevolmente quattro chiacchiere sui rispettivi figli: “Ho saputo di Mikaela. Sono proprio contento che abbia trovato la sua strada nel porno. Ma nemmeno io posso lamentarmi: Malcom, il mio primogenito, si occupa di conti offshore, mentre Fiona, la mia cocca, gestisce un redditizio traffico di scommesse illegali”.

Certo, magari, come si suol dire, sono cose che accadono solo al cinema. Magari?