Dialoghi rubati per strada, attimi fuggenti di una qualsiasi scuola, pensieri che prendono forma in menti per le quali il quotidiano diventa eroico:

– Come stai? Mi sento rafforzato, dai, non ho più bisogno di fare buon viso (per i veneti: Treviso) a cattiva sorte.

– A casa tutto bene? Sì, grazie. Ci stiamo rafforzando a vicenda (per i veneti: a Vicenza).



– Ragazzi, questa settimana, ripassiamo tutto il programma: così da evitare pericolose lacune (per i veneti veneziani: lagune) e rafforzarci in vista degli scrutini finali!

– Voglio imparare a temprarmi nel corpo e nello spirito e, se dovesse servire, non esiterei a gettarmi nei rovi (per i veneti più a sud: Rovigo) pur di rafforzarmi nel carattere, nell’abnegazione e nel coraggio delle mie azioni.



Amici lettori, come vi collocate in questo inizio di settimana post-sanremese e pre-europeo (calcisticamente parlando, s’intende)? Anche voi, in qualsiasi coloratissima regione vi troviate, state intraprendendo il vostro cammino sulla via del rafforzamento, come gli amici del Veneto, ideali capofila di questa virtuosa rivoluzione?

Bene così allora, perché il “rafforzamento” è assurto in poche ore a simbolo di un nuovo corso, luce di speranza (che la fine del lungo tunnel è vicina), sponda sicura di facile approdo a tempi più miti e confortanti. Insomma, rafforza Italia: rafforziamoci vicendevolmente, quindi, a indicare un qualsiasi undicesimo comandamento di buon senso, buon governo e buon cammino. Uno per tutti, tutti per uno! (per i veneti motteggianti: Belluno per tutti, tutti per Belluno!).



Con animo lieve e sollevato, ci apprestiamo a vivere una nuova stagione civile, certi che questa idea “dragoniana” troverà felice continuità in questo anno (Annone Veneto per loro) e in quelli a venire. Ma il presente richiama alla stretta attualità, in un ideale ritorno al futuro tutto assolutamente da rafforzare, passo dopo passo. Cosa ci attende domani? Proviamo a immaginarlo insieme.

Pasqua rafforzata. “Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi: perciò fa’ come con moglie e buoi e scegli i tuoi”. Questo lo slogan che il ministero degli Interni lancerà nelle prossime settimane, proprio per rafforzare il focolare domestico e ridare centralità alla famiglia.

Lavoro rafforzato. Pasqua e Pasquetta, quelle non ce le toglie nessuno, ma… il 25 aprile cade (per i veneti antifascisti, Cadoneghe) di domenica, il Primo Maggio di sabato, il 2 giugno di metà settimana, poi più nulla fino a Ferragosto, mannaggia di domenica pure quello. Senza “ponti” di riferimento, verrà rafforzato il lavoro, che, in fondo, è un’esigenza primaria dell’uomo: allora diamoci dentro ad ampie falcate (per i veneti podisti: Falcade).

Ferie rafforzate. Nell’eventualità che si debba permanere nella propria regione, ciascuno dovrà essere messo nelle condizioni di poter fare le medesime scelte: mare, montagna e città d’arte. Su queste ultime, no problem: l’Italia è così ricca che a casa propria abbiamo solo l’imbarazzo della scelta. Anche per la montagna (per i veneti con piccozza e scarponi: Sovramonte) non siamo messi male, le opzioni non mancano: tra Alpi e Appennini, scatenatevi! Ma il mare? Là dove mare non c’è, come si fa? La soluzione dragoniana, è stata trovata in una canzone di Ivano Fossati, segnatamente “L’uomo coi capelli da ragazzo”, all’interno della quale il cantautore genovese azzarda l’ipotesi di un “bel mare di Lombardia”. E Valle d’Aosta, Piemonte, Trentino-Alto Adige e Umbria, aggiungeremmo noi? L’idea, tutt’altro che insipida e ben in linea con quella generale del rafforzamento, potrebbe essere la salinizzazione (Salizzole, per i veneti non sciapi) dei laghi. Basterebbe rafforzare l’acqua lacustre con qualche centinaio di tonnellate di cloruro di sodio per trasformare Gardalake in Gardasea, Trasimeno in Trasiplus, lago Maggiore in lago Massimo (per i veneti: Canal Grande), e così via.

Cucina rafforzata. Ogni regione avrà un caratteristico appuntamento settimanale, col proprio “piatto rafforzato”. Una ricetta tipica della cucina locale, in offerta speciale una volta la settimana nei mesi di luglio, agosto e settembre. L’idea arriva, non lo immaginereste di certo, dal Veneto: dove la prossima estate i turisti troveranno succulente porzioni di polenta e osei rafforzata – in pratica, polenta e osette – a buonissimo mercato. E ve lo immaginate, il porceddu democratico a pochi euro, la piadina popolare quasi gratis, il caciucco pubblico a prezzo stracciato, gli arrosticini da esproprio proletario? Da leccarsi i baffi davvero (per i veneti amanti della buona tavola: davVerona).

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