Amici nostalgici del maggio, come vi approccerete a questo giugno? Paura di non farcela, timore di non resistere, preoccupazione di non essere all’altezza? Beh… se avete superato la cosiddetta età dello sviluppo, qualche timore vi è d’uopo: tuttavia, se invece di piangervi addosso, provaste a far emergere le vostre terga da troppo tempo sprofondate nella poltrona del salotto, vedreste che tutto sommato così piccoli non siete. Provate a misurarvi in famiglia, rassicuratevi con un bel sondaggio tra parenti e amici. Scoprirete che a mancare non è l’altezza, ma l’abbondare della vostra proverbiale pigrizia!



Ma a proposito di sondaggi, ben più sostanziosi e a noi appetibili ne propone la cronaca politica. Pare infatti che il Pd continui a scendere pericolosamente nei sondaggi. Secondo una rilevazione di Antonio Noto (noto sondaggista), che non è stata resa nota, perché – com’è noto a tutti – la sinistra si ritiene degna di nota solo nel momento in cui la nota è vincente, mentre quando nota una nota stonata semplicemente non l’annota, il maggior partito della sinistra italiana vola basso, anzi proprio non riesce a decollare, alla stregua di un’Alitalia qualsiasi!



Ma se i sondaggi calano, non di meno scemano (è un verbo, non un insulto al Pd) i minerali e gli antiossidanti nelle (forse un tempo) fertili menti dei vertici del partito: da quando è arrivato Super Mario Draghi a Palazzo Chigi, gli ex comunisti sembrano non possedere uno straccio di idea utile a traghettare il paese fuori dalle (interminabili) secche delle emergenze, economia e Covid in testa alla lista.

A dare una scossa all’ambiente (ma in questo caso l’ecologia non c’entra affatto) sembrerebbe averci pensato proprio il neo-segretario Enrico Letta, il quale, forte di riflessioni profonde, originali, quando non innovative, ma soprattutto de sinistra, ha avuto la brillante idea di condensarle in un libro, da poco dato alle stampe. Già il titolo evocativo lo pone tra i best seller estivi: “Anima e cacciavite” è già sui comodini di molte case, nelle quali si spera possa diventare un buon viatico per ridare sprone al nostro beneamato paese e, perché no, indurre a sogni (e sonni) degni di tanta democratica fatica. Certo, magari voi lettori ne avrete immediatamente afferrato il senso, ma a noi il titolo è sembrato un po’ enigmatico. A dipanare le nostre sin qui confuse menti, ci ha pensato, indirettamente, l’autore stesso: “… l’anima sono i valori, il cacciavite le competenze che servono – come recita l’azzeccato sottotitolo – per rilanciare l’Italia”.



L’uscita del libro non ha lasciato indifferenti i maggiorenti del Pd e gli intellettuali che, numerosi come sempre, hanno trovato pubblicamente il modo di riconoscersi come facenti parte della tradizione dei valori della gauche tricolore: ciascheduno prodigo di spassionati consigli volti a far ripartire la macchina Italia. Così che le prossime ristampe dell’imperdibile opera lettiana verranno arricchite dal contributo di tanti big della sinistra, spassionatamente pronti a scendere in pista (pardon, in libreria) per offrire le loro imperdibili ricette.

“Anima e phon (perché non siamo qui a pettinare le bambole)”. Il contributo di Pierluigi Bersani vola alto come le sue metafore illuminanti e le sue allegorie quanto mai azzeccate. Perché come ebbe a dire una volta: “Non accontentatevi del piccione in mano, andiamoci a prendere il tacchino!”.

“Anima e Mortadella”. L’abbondante porzione di saggezza che Romano Prodi è pronto a imbandire per i sempre più risicati degustatori dell’Ulivo, è quanto di più tradizionalmente rivoluzionario possa offrire, in pieno stile Festa dell’Unità. La sua ricetta ricorda, se mai ce ne fosse bisogno, che a sinistra, proprio come si fa in cucina col maiale, non si butta via niente! Ricicciamo, compagni, ricicciamo!

“Anima ma anche cervello, cacciavite ma anche trapano avvitatore”. Poteva mancare, in questo parterre de roi, Walter Veltroni? Il tema del rilancio della sinistra (ma anche dell’Italia), del primato della politica (ma anche della società civile), della laicità dello Stato (ma anche l’apporto della fede religiosa), farebbero storcere il naso e far dire a qualche analista: “Ma anche no!”. Eppure Walter con questo suo intervento riesce non solo a stupire, ma anche, da buon piacione, a piacere. E cosa vuoi di più dalla vita? Un Lucano! Ma anche un Braulio…

“Anima e core (de quote rosa)”. Potevano forse, in rigoroso ordine alfabetico, Daria Bignardi, Serena Dandini, Fiorella Mannoia e Alba Parietti, non far sentire la loro voce? Poi magari Fiorella ci farà una canzone, Alba una foto in topless, Daria un nuovo programma. E Serena? State sereni, qualcosa farà pure lei!

“Anima e Io”. Il grande vecchio ruggisce ancora. Eugenio Scalfari, indimenticato fondatore di Repubblica e già autore di “Incontro con io”, regala a Letta il capitolo finale: nuovi paradigmi solipsistici, col pronome immancabilmente in prima persona singolare, unici e comunque incommensurabili. Ne citiamo a memoria alcuni: “Oh mio Io!” (un lungo e immaginario soliloquio con Papa Francesco), “Formaggino Io” (divagazione letteraria sulle passioni ego-lattiero-casearie), “Io e Me” (lettere d’amore a se medesimo). Tuttavia l’Eugenio, letto e riletto il suo contributo (“La cosa migliore del libro di Letta” si è auto-confessato compiaciuto) non ha resistito alla tentazione, e ha condensato in un agile e godibile volumetto di 482 pagine il suo personalissimo decalogo, al quale, in maniera del tutto umile, ha dato un titolo immaginifico: “Per far ripartire Io, cioè l’Italia”. E benché non ancora dato alle stampe si è subito precipitato ad acquistarlo per regalarselo…

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