A poco meno di una settimana dalle elezioni, buona parte degli italiani, e noi tra questi, alla fatidica domanda “Per chi voti?” risponderebbe senza indugio con un laconico “Mah”. Che non sta per “Movimento Aristotelico-Hegeliano” (improbabile neo-formazione politica che si prefiggerebbe di coniugare il principio di identità aristotelico con la logica hegeliana), ma più modestamente sarebbe una semplicissima interiezione messa lì se non altro per sottolineare dubbi e incertezze, disapprovazione e rassegnazione, perplessità e angoscia rispetto all’imminente tornata elettorale. Nel caso specifico, “mah…” esprimerebbe la non dissimulata titubanza nel destinare il proprio voto ad un qualsivoglia partito politico dello sterminato elenco proposto dalle prossime votazioni.



Comunque, cari lettoràstri (amici lettori dei ComicAstri), il nostro dovere l’abbiamo fatto: ci siamo messi di buona lena a seguire qualche dibattito televisivo, ci siamo tuffati con curiosità sull’incontro-scontro (organizzato dal Corrierone) tra la Meloni e Letta, siamo ricorsi a qualche giorno di rassegna stampa politica: ma nun ce sta nient’a fa’, la cosa non ci piglia.



I sondaggi? Mai presi in considerazione. Ma ce n’è uno assai realista, che ci è balzato immediatamente all’occhio, frutto di un accurato lavoro dell’istituto di ricerca Ixé/Tecné/Pelé/Techetecheté, secondo il quale, con una precisione decimale sopraffina (forse un assaggino per abituarci alla decima a cui saremo sottoposti questo inverno, tra rincari legati all’energia e quant’altro), Fratelli d’Italia sarebbe intorno al 7,945038596%, il Pd si posizionerebbe sul 3,298655739%, gli altri partiti (maggioranza e minoranza, all together) raggiungerebbero l’1,59476584%, mentre non andrebbe a votare il 42,644820468%, lasciando la risicata maggioranza del 44,541849335% a chi proprio non sa che pesci pigliare nell’urna.



Ma in questa campagna elettorale che sa di minestra riscaldata, non abbiamo non potuto notare la campagna pubblicitaria del Pd, che ha proposto una serie di manifesti contraddistinti da una grafica pensata per “polarizzare” il messaggio, con una scelta chiara di campo: o con noi, che siamo i buoni, o contro di noi, e allora beccatevi i cattivi (e, come nei film, sapete poi come va a finire). Eccovi gli slogan strappa-consensi: “Con Putin/Con l’Europa”; “Combustibili fossili/energie rinnovabili”, “Lavoro sotto pagato/Salario minimo”, “Discriminazioni/Diritti”, “Più condoni per gli evasori/Meno tasse per chi lavora” fino all’immancabile e impeccabile “No Vax/Scienza e vaccini”.

Funzionano? Colpiscono nel segno? Mobilitano l’elettorato? Stando agli osservatori politici, si direbbe di no e la cosa è giunta anche alle orecchie di Enrico Letta, il quale – tra un guasto e l’altro del suo mini-bus elettrico con cui sta attraversando l’Italia – ha tirato fuori dal cilindro il classico coniglio, che, a suo dire, “ci frutterà molti voti”: “Pranzo con MELONI/Pranzo con ANGURIE” è lo slogan, mentre la foto su sfondo rosso è quella di un corposo cocomero con il simbolo del Pd in bella mostra.

L’idea ha suscitato grande entusiasmo nella Segreteria del partito e nella Direzione nazionale, i cui membri, forse prodighi anch’essi di un ottimismo che non è azzardato definire incauto, già vedono capovolte le sorti della tornata elettorale.

Nel dettaglio, Francesco Boccia, già ministro per gli Affari regionali nel governo Conte, non ha bocciato l’idea com’è nella sua natura (d’altronde, con un cognome così), ma con una botta (o boccia?) di vita l’ha promossa a pieni voti.

Dal canto suo, Susanna Cenni, deputata dal 2018 con un curriculum di fatti e non parole, ha silenziosamente approvato con un impercettibile eppur eloquente cenno del capo.

Sandra Zampa, da ex vicepresidente del partito, perciò amica fedele della sinistra moderata, ha scodinzolato felice.

Wladimiro Boccali, ex sindaco di Perugia, ha brindato a pinte di birra per due notti intere.

La giovane deputata Micaela Campana (appena sopra i 40… rintocchi) ha suonato a festa.

Mario Ciarla (già in varie commissioni: agricoltura, artigianato, commercio, formazione professionale, uno abituato a parlare e confrontarsi) ciarlava allegramente con tutti.

Marianna Madia (ex ministra senza portafoglio – ha fatto comunque regolare denuncia ai carabinieri anni fa, senza ottenere alcuna risposta) ha applaudito aprendo e chiudendo freneticamente le ante (come una credenza impazzita, forse di gioia).

Assunta Tartaglione, anch’essa deputata, avrebbe voluto esprimere la sua irrefrenabile gioia, e pur sforzandosi visibilmente, non è riuscita ad andar oltre un “Gra… gra… gra…” (che stava per “Grazie segretario”).

E Walter Veltroni? Da eminenza grigia qual è, ha dato il suo benestare, commentando: “Slogan perfetto, sì… ma anche…”, subito interrotto dall’ingresso in sala di Nicola Zingaretti, che da par suo, come dice il nome, ha rubacchiato subito la scena.

Si può trarre qualche indicazione da questo slogan? Chi lo sa. Per quanto ci riguarda, da ComicAstri quali siamo, pensiamo che l’anguria rappresenti la compagine di Letta al meglio: verde fuori, con una buccia che mostra una certa qual sensibilità nei confronti delle tematiche ambientali; eppure dentro è tutta rossa. Rossa come la bandiera e il sol dell’avvenir!

Mancherebbe un dettaglio, i semini neri… E cos’altro potrebbero essere se non il sogno erotico di Enrico Letta? Vedere cioè la Meloni (e relativa corte di centro-destra) buona solo da essere buttata nella spazzatura.

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