L’ozio è il padre dei vizi, diceva Catone, che nell’antica Roma avrebbe voluto lastricare il Foro di pietre aguzze così da rendere penosa e dolente la sosta dei passanti che lì si fermavano per una pigra chiacchierata, emulando i Greci, maestri della ciàcola.

Lo zio è il padre dei vizi, canzonava con buona dose di ironia Gianni Rodari in una sua poesia, dove il povero parente (“Uno zio tanto per bene, / che non beve, non fuma, / non gioca al totocalcio, / le scarpe non consuma”) viene diffamato dal nipote in un compito in classe solo “per risparmiare un apostrofo!”.



L’ozzio è il padre dei vizzi, scrisse una volta uno zuzzerellone che per troppo ozio non imparò mai a tenere a bada le zeta, alla stessa stregua di Zorro, ogniqualvolta si imbatteva nella pancia adiposa e sporgente del bonario sergente Garcia.

Nondimeno vorremmo evitare di oziare troppo a lungo parlandovi dell’ozio, che “come i baci, per esser dolce deve essere rubato”: parola dell’umorista inglese Jerome K. Jerome, che di ozio se ne intendeva a tal punto da offrire ai lettori un grazioso pamphlet dal titolo “I pensieri oziosi di un ozioso”, dedicato “alla compagna delle ore oziose, alla consolatrice delle mie pene, alla confidente delle mie gioie e delle mie speranze, alla mia vecchia e gagliarda PIPA”.



Già… Ma perché oggi, in pieno settembre, mese tradizionalmente dedito alla ripresa di tutte le attività (e in questo anno particolare chissà quanto ce ne sia bisogno), vi parliamo di ozio? Da quale accidia siamo posseduti, così ignavi e inerti da abbandonarci alla più assoluta infingardaggine? Inoperosità, pigrizia, neghittudine si sono impadroniti di noi a tal punto da averci svuotato di energie, idee, spunti, battute? I mesi estivi ci hanno trasformati in inguaribili badaloni, battifiacca, lavativi?

Tranquilli, niente di tutto ciò, semmai ad attirare la nostra attenzione sulla fannullaggine è stata la scoperta di una singolare iniziativa lanciata sull’ozio (sembra un ossimoro, ma non lo è affatto) in Germania.



L’Università delle Belle Arti di Amburgo ha infatti deciso di mettere a disposizione tre borse di studio da 1.600 euro l’una per non fare niente, per oziare. Le candidature devono essere presentate entro il 15 settembre. Ma, date retta, non affrettatevi, prendetevela con comodo, godetevi un’intera mattinata a guardare il mondo fuori dalla finestra, poi rilassatevi con un pranzo leggero ma gustoso, se vi va non trascurate la piacevolissima pennica pomeridiana, dopodiché adagiatevi, meditabondi e sbadiglianti, su una comoda poltrona con le mani incrociate dietro la nuca. C’è sempre tempo per compilare il modulo, sul quale campeggiano quattro domande quattro – semplici, dirette, forse financo scontate – alle quali voi, infastiditi e annoiati candidati, avrete modo, con estrema calma, di rispondere:

1) Cosa non vuoi fare?

2) Per quanto tempo non vuoi deciderai di farlo?

3) Perché reputi importante non fare questa cosa in particolare?

4) Perché ritieni di essere la persona giusta per non farlo?

Tra i più lesti a essersi passivamente attivati nella prospettiva di rispondere, ma non prima della scadenza dei termini potrebbe per indole esserci il nostro esimio ministro degli Esteri, Luigi Di Maio. “Giggino” in fatto di divanamenti non è secondo a chicchessia e vista l’aria che tira nei paraggi del governo Conte (che in fatto di ozio, temporeggiamenti e indecisioni, pure lui non è secondo a nessuno) ha pensato bene di garantirsi una exit strategy, un salvagente d’emergenza, una nobile scappatoia. In parole povere, un piano B se e quando si tornerà a votare, e dopo…

L’Università di Amburgo ha già ufficialmente comunicato che, una volta selezionati, gli studenti dovranno dimostrare di essere in grado di non fare nulla per un tempo non stabilito precedentemente, ma senza che il proprio benessere (sonno, cibo, acqua, igiene) ne risenta. Inutile dire che “i nostri” hanno un curriculum in materia che ha pochi eguali…

Ma quali materie si studieranno in questo corso? Mentre alcune saranno facoltative, altre verranno proposte dagli stessi borsisti. Ma eccovene un terzetto, obbligatorio, da far tremare i polsi anche al più scafato dei fanigottoni

Windows 10. Lasciate perdere l’informatica, qui si tratta di programmare e trascorrere un’intera giornata – dieci ore, dalle 8 alle 18 – davanti a una finestra, nel più completo riposo, sia mentale che fisico.

Dal Mago di Oz per non fare un ‘azz. Una materia da Harry Poter? Niente affatto! In realtà si tratta di un semplice corso, durante il quale verranno illustrate teorie (che in una fase successiva verranno messe oziosamente in pratica) tutte le modalità in cui è possibile declinare la fannullaggine.

Giro Immobile. L’equivalente dell’ora di educazione fisica nelle scuole italiane. Ma c’è un “ma”: perché, in buona sostanza, si tratta di fitness per indolenti. Sdraiati sul più classico dei tappetini, si imparerà a impossessarsi di una concezione del mondo simil-Vodafone. Cosa dice infatti la pubblicità telefonica? Tutto intorno a te: stando perfettamente adagiati.

Insomma, non fosse per la nostra proverbiale pigrizia, un pensierino a questa a noi conforme borsa di studio ce lo faremmo proprio…