Lavoratori di tutto il mondo unitevi, il 1° maggio è vicino! Ma non fraintendeteci, cari lettorastri (amici lettori dei ComicAstri), perché l’unica vera manifestazione alla quale aneliamo è quella del governo: e non appena lo manifesterà, sapremo cosa ci aspetterà. Sarà un tempo completamente demascherinizzato, all’interno del quale il greenpassamento sarà definitivamente bandito, oppure ci troveremo alle prese con inimmaginabili colpi di scena che i Draghi al comando del regno potrebbero imprimere al fantasy, inteso come romanzo, che stiamo faticosamente vivendo da attori protagonisti?
Il tempo è dalla nostra parte, le pagine da sfogliare prima dell’inizio di un nuovo capitolo sono davvero esigue.
Nel frattempo, al di fuori di questa storia, la carestia di notizie la fa da padrona. E tra le poche degne di nota in questi giorni, spicca l’offerta da un miliardo di euro del fondo del Bahrain Investcorp, da poco ufficializzata, per l’acquisto del Milan. Se saranno rose, fioriranno, ma… che ne sappiamo del Bahrain se non poco o punto?
Fosse per copiaincollare Wikipedia, non ci saremmo nemmeno messi a curiosare sull’argomento; ma avendo a disposizione semplicemente il Max Verstappen della lingua italiana, l’Andrea Bocelli dello scibile umano, il Giggino di Maio della cultura (non ri-fraintendeteci: la similitudine attiene alla grande abilità, anche oratoria, con la quale il nostro ministro degli Esteri sapeva trattare la vendita dei biglietti del Napoli nei dintorni dello stadio San Paolo: solo alla luce di questo dettaglio, il complimento è dunque plausibile) possiamo permetterci di contattarlo amichevolmente, come spesso facciamo.
Lo Zingarelli (per gli amici semplicemente Zinga), non “un”, ma “il” vocabolario che sa tante cose perché le ha rubacchiate qua e là in giro per il mondo, è un galantuomo: “Benedetti ragazzi – e non so per quanto potrò ancora usare questa frase d’accoglienza, vista la vostra età non più verde -, trattandosi di rischiarare le vostre menti alquanto ottenebrate, in materia di etimologia delle parole sono costantemente e piacevolmente pronto a darvi una mano. Quando però si tratta di geografia, anch’io cedo il passo a una signora, che ne sa certamente più di me… Tinaaaaa! Vieni per favore un attimo qui in cucina? Ci sono due rape da sistemare!”.
A passi spediti, la Garzantina, moglie, compagna di vita e chissà quant’altro ancora, ci si avvicina con modi affabili: è una donna minuta, con due occhi vispi e ovviamente una assai sciolta parlan…Tina!
Buongiorno, signora Garzantina…
Sapete che potete chiamarmi Tina, cari ragazzi! Bene, vedo con piacere che siete venuti di nuovo a trovarci. Su cosa desiderate essere resi edotti?
Ha sentito del Milan, vero? Vorremmo offrire ai nostri lettori notizie precise sul Bahrain. Innanzitutto, perché si chiama così?
Il minuscolo stato del Golfo Persico è formato da 33 isole e deve il proprio nome a 33 piccoli marinai di Trieste, i famosi “Bahrcaioli della Bahrcolana”.
È un emirato?
Cerchiamo di essere precisi: il Bahrein è stato un emirato, ma dal 2002 è diventato un regno. Lo Stato è retto dalla famiglia reale Āl Khalīfa: il re è Ḥamad bin ʿĪsā Āl Khalīfa, il primo ministro è l’erede al trono Salman bin Hamad Al Khalifa. E anche tutti i membri del governo si chiamano Āl Khalīfa.
Una grande originalità parentale, non trova?
Convengo. Il ministro dell’Agricoltura, per esempio, si chiama Alì Mentari Āl Khalīfa, quello della Marina Mercantile, Alì Sqafi Āl Khalīfa, mentre quello delle Finanze, Alì Quota Iva Āl Khalīfa… Gli Āl Khalīfa sono una casta, tanto che laggiù vengono chiamati i Bahroni.
Le possiamo chiedere qualche informazione sulla capitale?
La città di Manama, oggi abitata da quasi 200mila persone, pare sia stata fondata da una vecchia marchesa della marca trevigiana. A proposito, e lo dico per le vostre menti obnubilate: marca trevigiana è un’espressione sorta nel XII secolo per indicare il territorio che si estendeva attorno alla città di Treviso. Per secoli non è stata altro che una piccola borgata, conosciuta come Manama la Marchesa. Poi, dagli anni 30 del secolo scorso, con la scoperta dei primi pozzi petroliferi, il borgo è diventato paese, poi città, infine capitale del Bahrain.
Oltre al petrolio, su quali risorse si basa la ricchezza del Bahrain?
Sul gioco d’azzardo, gestito da società di Bahri, che nella capitale abbondano, e sulla produzione di vino, con un Bahrolo, un Bahrbaresco e un Bahrdolino di qualità. La popolazione non araba invece vive di piccoli scambi, essendo ancora dedita al bahratto.
Qual è il passatempo preferito dagli abitanti del Bahrain?
Amano ritrovarsi a piccoli gruppi per scambiarsi racconti umoristici sull’onda di un passaparola che coinvolge grandi e piccini sin dalla più tenera età: la loro arte di bahrzellettieri è ben nota in tutto il Golfo Persico.
Un’ultima domanda: anche qui il calcio è lo sport nazionale?
Il calcio parlato piace assai di più di quello giocato. In tutte le 33 isole sono molto diffusi i locali di ritrovo dove discutere animatamente di Var, rigori non concessi, formazioni sbagliate. Sono facilmente riconoscibili dalle insegne a caratteri cubitali “BAHR SPORT”.
Grazie Tina, davvero interessante…
È stato un piacere. Adesso però devo riprendere i miei lavori di casa. Sapete, con lo Zinga in giro, che perde le parole qua e là, c’è sempre bisogno di dare una veloce passa…Tina!
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