Era ora! Dopo che per settimane si è vissuti nella più angosciosa delle attese. Dopo che ogni mattina che Dio manda in terra ci si è buttati nella lettura dei quotidiani, nella vana attesa di un segnale qualsiasi. Dopo che, immancabilmente, a ogni pausa pranzo, si è digitato con frenetica scompostezza sulla tastiera alla ricerca di segni di vita, senza trarne alcuna indicazione. Dopo che con assidua costanza ci si è sorbiti Tg su Tg, traendone ogni volta l’ennesima delusione. Dopo tutto ciò… è possibile?



Per spiegarci e spiegarvi meglio: è immaginabile che, con tutte le questioni irrisolte ancora sul tavolo, non si riesca mai ad arrivare a una soluzione quanto meno plausibile? Alitalia, Autostrade, ex Ilva, Libia, Rita Pavone sì-Rita Pavone no a Sanremo… Possibile che con tutto questo popò di problemi il governo Conte non riesca a decidere nulla?



Poi… finalmente… settimana scorsa… la scintilla! La miccia! Il germoglio! Il raggio di luce! Yeah, il governo giallo-rosso ha finalmente preso una decisione. Ha convocato il suo non esattamente esiguo (come numero di partecipanti) Consiglio dei ministri: emozionati certo, ma sorridenti, motivati e soprattutto consci del momento storico decisivo che il paese (e loro con esso) sta vivendo. In questo mirabile contesto, i ministri si sono “assemblati”.

Il frutto delle loro decisive elucubrazioni è ora sotto gli occhi di tutti ed è stato lo stesso Conte a darne l’annuncio. Eccolo: il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca – che l’acronimo ministeriale identifica con la sigla MIUR – è stato sdoppiato. Sì, avremo due ministeri nuovi di pacca: il MI (Ministero dell’Istruzione) e il MUR (Ministero dell’Università e Ricerca).



Il Paese intero si è tolto un groppo dalla gola. Nonostante l’aumento delle polveri sottili, dal Nord al Sud tutti sono tornati a respirare a pieni polmoni. E un futuro radioso è pronto a dipanarsi davanti ai nostri occhi. Tanto che il premier Giuseppe Conte, e la fantasmagorica compagine ministeriale con lui, sono bell’e pronti a dar seguito ad altre scissioni… nucleari. Eccone alcune.

ME. Basta con il Ministero dell’Economia e delle Finanze. Siccome di Finanze in Italia ce ne sono sempre meno e l’acronimo MF esiste già (è l’abbreviativo del quotidiano Milano Finanza), ben presto Conte darà vita al ME, cioè al Ministero dell’Economia, chiamando così l’intero Paese a fare davvero economia su tutto.

MAH. Poi toccherà al turismo, il vero e unico petrolio d’Italia, atteso da un profondo restyling. Non avendo un ente promotore nazionale degno della nostra cultura, della nostra storia e delle nostre bellezze (artistiche, paesaggistiche culinarie eccetera), ecco la soluzione geniale: in Italia la stragrande maggioranza degli operatori alberghieri non fa esattamente sistema, anzi: si potrebbe affermare, senza tema di smentite, che ciascuno si muove per conto proprio. “È davvero così?” si è chiesto Conte e con lui anche la fantasmagorica compagine ministeriale? E allora – perdiana! – continuiamo in siffatta guisa! Come? Restando nel solco di questa poliedrica tradizione (l’aggettivo, in coppia con un adeguato sostantivo, fa sempre bella mostra di sé; in questa specifica combinazione, l’abbinamento “disorganizzato casino” avrebbe forse chiarito meglio il concetto). Verrà dunque assegnata un’adeguata denominazione: il MAH (Ministero degli Alberghi e degli Hotel). Funzionerà da volàno per la nostra industria del turismo? Mah… ai posteri (e ai turisti) l’ardua sentenza.

MAI e MAIS. E l’ambiente? E la svolta green? Dove li collochiamo? Non vorremo mica tagliarli fuori da questa girandola di novità, giusto? Certo che no! E allora, ecco servito un refresh ad alto dosaggio di eco-realismo. Perché il Ministero dell’Ambiente verrà sdoppiato: da un lato, il MAI (Ministero dell’Ambiente Inquinato), che rende bene l’idea, visto che da noi fare una bonifica val più che una fatica di Ercole; dall’altro, il MAIS (Ministero dell’Ambiente Ispirato alla Sostenibilità). La Ue ha appena varato un Green New Deal da mille miliardi in 10 anni: arriveranno risorse anche da noi? Mais dire Mais…

MERD. In realtà, l’acronimo del nuovo Ministero degli Esteri e delle Relazioni Diplomatiche è stato suggerito al nostro Conte dal premier transalpino Macron. Sembra sia andata così: durante un loro incontro privato, il nostro presidente del Consiglio si è confidato con il pari francese a cuore aperto, esprimendosi persino sui desiderata di Giggino Di Maio. Il quale, da neoministro degli Esteri, ci avrebbe tenuto davvero tanto a iniziare il proprio mandato con un viaggio in Francia. Al che Macron si sarebbe lasciato scappare il più “cambronniano” dei commenti. Quando Conte, senza indugiare sui dettagli linguistici, lo ha riferito al poliglotta Di Maio, quest’ultimo ha reagito con talentuosa nonchalance: “Macron è un genio! Mi ha suggerito l’acronimo perfetto del mio ministero: dovrà occuparsi di Esteri e Relazioni Diplomatiche con tutto il mondo!”.