Lo confessiamo candidamente: eravamo partiti con l’idea di farci burletta delle sue recenti affermazioni, ma poi… visto come sono andate le cose… Converrete con noi che l’uomo certamente non sprizzi simpatia dai pori (con quella sua spocchia: “mi spiace per voi – sembra volerci ripetere – ma io sono io e voi purtroppo no!”), eppure a un certo punto si è palesato ai nostri occhi come un essere umano bisognoso di solidarietà.
Eh sì, perché tutto potevamo aspettarci, ma non che Oliviero Toscani potesse essere licenziato da Luciano Benetton. Un sodalizio storico “crollato” per una frase che si suppone sia stata male interpretata, perché, come si usa dire in questi casi, isolata dal contesto e usata con intenzionale malafede. “Ma a chi interessa che caschi un ponte, smettiamola”, avrebbe detto alla trasmissione radiofonica “Un giorno da pecora”.
I suoi avvocati, invero, in un ultimo tentativo di impugnare la decisione dei Benetton, hanno provato in tutti i modi a “contestualizzare la situazione”, in un crescendo che a noi ha ricordato una delle tante mitiche scene del film di John Landis “The Blues Brothers”.
Ricordate il dialogo nel tunnel tra Jack “Joliet” Blues (John Belushi) e la sua ex fidanzata (Carrie Fisher), armata di mitra e desiderosa di vendicarsi per il mancato matrimonio? “… L’auto è rimasta senza benzina… avevo una gomma a terra… non avevo i soldi per prendere il taxi… la tintoria non mi aveva portato il tight… c’era il funerale di mia madre… è crollata la casa… c’è stato un terremoto… una tremenda inondazione… le cavalletteeeeee!!!!”.
Non da meno l’arringa dei legali di Toscani: “Parlava di ponte cascato, in senso figurato, cioè del periodo di ferie, posto fra due giorni festivi e che comprende uno o più giorni feriali, che era saltato per impegni improvvisi… parlava del suo odontoiatra che, a causa del coronavirus beccato in tv dalla visione di un film di Jackie Chan, non ha potuto impiantargli la protesi dentaria… parlava del suo ex professore di metrica il quale non poteva impartirgli ripetizioni per ripassare il ponte, o zeugma, trattasi di quel fenomeno metrico per cui in un determinato punto di un verso tende a non esserci fine di parola… parlava del suo collegamento radiofonico, dal momento che poco prima era saltato il ponte radio o ponte ripetitore… parlava della bobina fuoriuscita dalla custodia, contenente il documentario diretto nel 1928 da Joris Ivens che descrive minuziosamente la struttura, i meccanismi e il funzionamento del ponte sollevabile ferroviario De Hef a Rotterdam completato l’anno prima!!!!”.
Ma non c’è stato nulla da fare. Le giustificazioni della difesa non hanno retto alla prova controfattuale (il ponte a cui faceva riferimento l’Oliviero era proprio il Morandi) e per Toscani è scattato il licenziamento. Con rammarico? Chi lo può dire! Stando alle sue dichiarazioni (“Ora mi sento liberato”), sembrerebbe addirittura il contrario. Ma come ha titolato un giornale locale di Treviso: “United Dolors of Benetton”.
D’accordo, il buon gusto: questo sconosciuto! Magari Oliviero voleva solo stupire, stupirci. Come peraltro ha sempre cercato di fare. Rammentate una delle sue uscite più provocatorie? “Le prime a far schifo sono le donne.” E perché le donne italiane avrebbero fatto schifo? Perché, pur opponendosi allo sfruttamento del corpo femminile, punterebbero comunque sulla bellezza, e si indirizzerebbero sull’intelligenza solo in un secondo tempo (e spesso senza esserlo abbastanza). E quella volta che ha definito i veneti “un popolo di ubriaconi e alcolizzati atavici, i nonni, i padri, le madri”? Forse da cartellino rosso! Scandalo, anatema, al rogo. Sì, tutto vero… però… ricordiamoci che il ponte mica l’ha tirato giù lui!
Tanto per fare un paragone di fantasia, è come se Andrea Agnelli, dopo avere rotto inavvertitamente il crociato a Cristiano Ronaldo in una partitella d’allenamento (ed essersi maledetto chissà quante volte), avesse licenziato Maurizio Sarri, accusandolo di non avere inserito CR7 nella formazione titolare. Un po’ come un marito disposto a tagliarsi gli zebedei pur di non arrivare a darsi del cornuto.
In fondo, a ben vedere, le provocazioni non andate a buon fine cosa sono, se non delle semplici gaffe? Delle quali la storia, più o meno recente, è colma. Offrirvene una breve carrellata (recuperata facendo un giretto su internet) è un gioco da ragazzi.
POLITICI
• Non c’è niente di peggio che il cieco che non vuole vedere (Antonio di Pietro, ex leader di Italia dei Valori)
• Sarò breve e circonciso (Davide Tripiedi, deputato M5S)
• Sarà un nuovo ponte tra l’Italia e l’Australia, e quindi troveremo molti canadesi in giro per Varese (Renzo Bossi, detto il Trota, ex consigliere regionale lombardo della Lega)
• Più medicina preventiva e meno vaccini a go-go (Paola Taverna, vice presidente del Senato)
• No comment, ma non raccontate in giro che l’ho detto io (Dan Quayle, vicepresidente degli Stati Uniti d’America dal 1989 al 1993)
REALI
• Io dichiaro la cosa aperta, qualunque essa sia (principe Filippo di Edimburgo, durante la cerimonia d’inaugurazione della Vancouver City Hall)
SPORTIVI
• Non compriamo uno qualunque per fare qualunquismo (Giovanni Trapattoni)
• Non avreste vinto se vi avessimo battuto (Yogi Berra, giocatore di baseball, allenatore di baseball e aforista americano [di baseball?])
• È un gol che dedico in particolare a tutti (Totò Schillaci)
• I primi novanta minuti di una partita di calcio sono i più importanti (Bobby Robson, giocatore e poi allenatore inglese)
• Il cinquecentenario di Colombo è una delle cose che capitano solo una volta all’anno (Alberto Tomba)
ATTORI
• Ai miei tempi sì che si faceva il vero cinema, quello con la “A” maiuscola (Gina Lollobrigida)
• Mi ha tolto la palla di bocca (Alba Parietti, durante una trasmissione di Telemontecarlo, rivolta a un ospite)
CANTANTI
• Non amo recarmi in Giappone semplicemente perché non amo il pesce e so che è molto popolare lì, in Africa (Britney Spears)
La morale? E’ una sola: Oliviero benvenuto! Sei in ottima compagnia!