“E forsi l’è nada cume l’è nada / o forsi cume la duveva nà”: così canta Davide van De Sfroos in “40 pass”. Appunto, forse è andata com’è andata o farse come doveva andare… ma alla fine il Consiglio dei ministri ha votato all’unanimità l’estensione del green pass nei luoghi di lavoro.
Perciò, cari lettori, se dal 15 ottobre vorrete andare in ufficio a salutare la bella segretaria che ormai non vedete più come un tempo a causa dello smart working o se pure l’intenzione sarà quella di fare un salto in fabbrica non tanto per salutare i colleghi (schiavi del “lavoro agile”) quanto per gettare le basi con loro della nuova stagione di padel (che fa più fico del calcetto, di questi tempi), sappiate che l’esibizione del certificato vaccinale sarà un dovere di legge. Pena la sospensione e il conseguente taglio dello stipendio.
Ma… rimanete pure spaparanzati sulle vostre poltrone: oggi non ci interessa perorare la giusta (per molti sì, per altri meno) causa del green pass, né se invece il tentativo di “obbligare” gli italiani a vaccinarsi pur in assenza di un esplicito obbligo all’immunizzazione sia surrettizio o meno…
Come molti attenti osservatori delle cose politiche hanno osservato (altrimenti, che osservatori sarebbero?), la notizia sorprendente è stata proprio l’unanimità della decisione: tutti i ministri favorevoli, compresi quelli della Lega. Ma come? Fino a qualche giorno prima Matteo Salvini a fare fuoco e fiamme contro il certificato vaccinale da esibire o richiedere sempre, ovunque e comunque, per poi… cedere il pass senza colp ferir?
In tanti si sono alambiccati per trovare gli how e i because. Ma noi – grazie a un’inchiesta lampo condotta dall’ispettore forestale Pietro Thiene, protagonista della serie tv “Un pass dal cielo” – siamo in grado di svelare l’arcano: il merito è tutto di Mario Draghi, della sua magniloquente arte oratoria, della sua imprevedibile capacità di moral suasion, della sua abile determinazione a superare in poco più di un’ora le resistenze. Come una chiave capace di aprire qualsiasi serratura, in Consiglio dei ministri Super-Mario si è profuso in un assai convincente discorso pass-partout, che è arrivato dritto al cuore dei ministri (solo Brunetta, a ragione della sua statura, è stato raggiunto giusto all’altezza della teca cranica). In tutta la loro michelangiolesca sinteticità ed efficacia, qui disveliamo senza indugio le sue parole invero assai ap-pass-ionate:
Ministre e ministri della Lega,
è vero che l’Italia, sul fronte del certificat vaccinal, sta muovendo i primi pass, ma ci troviamo oggi qui riuniti per far compiere al nostro Paese un pass da gigant. A due pass da qui, cioè al Quirinale, il nostro amato signor President della Rep, Sergio Mattarell, solo qualche giorno è tornato a battere – e in questi mesi lo ha fatto ad ogni pass – sul concett di quanto sia important il ‘dovere morale e civico della vacc’. Di pari pass, anch’io, nella mia veste di President del Cons, non ho minimamente esitato a sollecitare gli italiani a vacc a pass di carica. Sono gli italiani, nella loro stragrand maggioranza a chiedermelo ad ogni pass, anche quando cammino per pochi pass per le vie di Rom.
Vorrei poi ricordarvi quanto autorevoli centri di ricerca scientifica, come la Gimbe, ci incoraggino su questa strada, dal momento che la pand sta perdendo forza: calano indice Rt, contagi, ricoveri, terapie intensive e decess. Sull’onda di questa ritirata del Covid, il mio invito di oggi è chiaro: non perdiamo il pass, né avanziamo a pass di lumaca, anzi, teniamo il pass più lung della Gimbe! Ecco, procediamo a pass lunghi e ben distes!
Ministre e ministri della Lega, e vado verso la conclusione, apriamo oggi una nuova era, superando di slancio, come con un grand Telepass, le barriere della diffidenz, della paur, dell’incertezz. Il mio sogno, ve lo voglio conf in tutta onestà, è quello di poter vedere, un giorno non troppo lont, un intero paese – dal Pass dello Stelvio al Pass della Futa e fino a Portopalo di Capo Pass – nel quale in ogni focolare domestico i padri di fam possano invitare mogli, figli, nonni e parent a uscir di casa per fare quattro pass insieme. Oppure un paese in cui siano esposti mille, centomila, milioni di cartelli con la scritta: “Si prega di lasciare libero il pass”.
Ministre e ministri della Lega, non deludetemi, non deludete il Cap dello Stat, non deludete 60 milioni di nostri concittadini: non sbarrate il pass al progress, non tornate sui vostri pass, né fate un pass falso o un pass indietro, ma state al pass con le speranze degli italiani. Oggi facciamo tutti noi un piccolo pass, ma sarà un graan pass per l’Italia intera. Grazie”.
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