Venghino, signori, accorrete, che è l’ultimo pezzo dell’anno! Eh sì, cari lettoràstri (amici lettori dei ComicAstri), contrariamente alle nostre abitudini, diamo subito la fatal notizia, così che possiate oltremodo gustare questo pezzo, che fa da chiosa a questo traballante duemilaventidue, che oramai ha i giorni contati. Quanto a noi, via diamo appuntamento al duemilaventitré, che speriamo sia foriero di buone notizie, così che ci si possa ridere su, come abbiamo fatto sin qui. Nonostante gli anni non siano stati poi dei migliori…
Si chiude, dunque, in bellezza? Fate voi, così è se vi pare, chi vivrà vedrà… e più non dimandate!
Ma nel caso aveste ancora qualche incombenza regalizia, oppure un dono incompiuto (nel senso ancora da fare), o magari un cadeau sospeso (“Che faccio? Glielo faccio o non glielo faccio?”, sottintendendo il presentino alla personcina – ognuno c’ha la sua – che non si vorrebbe fare, ma si deve…), ecco allora che affidarsi a noi, ai nostri spassionati suggerimenti, ai nostri sopraffini consigli per gli acquisti, potrebbe avere il gusto della bonaria trasgressione, della magnanima inosservanza di un ipotetico bon ton, della contravvenzione a civilissime regole di cortesia per gli ospiti.
Tradotto in soldoni, tutto ciò potrebbe voler dire: aho!, se non sapete che pesci pigliare, noi ci proviamo a regalarvi qualche strenna (non renna…) un tantino irriverente, politicamente scorretta quel che basta, del tutto fuori dall’hype, dal mainstream e dallo Zeitgeist. Ecco dunque tre nostre proposte per gli acquisti dell’ultima ora.
Il libro: Antonio Panzeri, “Sacchi di Qatar”. Quando c’era lui, i treni arrivavano in orario e la sinistra si opponeva alle ingiustizie sociali. Una volta fatta la Costituzione più bella del mondo, la sinistra si è posizionata… a sinistra, cioè all’opposizione. In tempi più recenti, un po’ al governo e un po’ no, si è sempre distinta per intransigenza e per tenere ferma la barra sulla cosiddetta questione morale. E adesso che si fa? Ora che i sacchi di soldi a cui fa riferimento questo instant book (Araba Fenice Editore, pagine 4562, euro 1,5 milioni. Prefazione di Eva Kaili, postfazione dell’emiro Tamim bin Hamad Al Thani) hanno letteralmente fatto sparire dalle pagine dei giornali il buon Aboubakar Soumahoro (già, quasi quasi ce ne dimenticavamo anche noi…), quale sarà il destino della sinistra, uscita ancora una vota sconfitta?
Nelle pagine di Sacchi di Qatar, Panzeri rivendica orgogliosamente il suo essere stato di sinistra, ma altrettanto fieramente ammette di sentirsi un po’ più a destra, perché la sinistra è sempre stata dalla parte delle mani pulite. Un atteggiamento che ci ha ricordato quanto detto a suo tempo da Peppino Prisco, tifosissimo nerazzurro: “Prima di morire diventerò milanista, così ce ne sarà uno in meno”. Intanto qualche fratello d’Italia ha già avuto da ridire su questo atteggiamento molto alla moda, stile Volta & Gabbana.
Il prodotto musicale: IL Cherubini-Jovanotti. Il monumentale lavoro del Lorenzo nazionale (il Jova è artista così prolifico che i suoi produttori si sono ispirati nel titolo al mitico vocabolario di latino, IL Castiglioni Mariotti) è stato “condensato” in un ottuplo Cd e in 12 chili di dischi 33 giri che contiene il meglio della produzione dell’ultimo anno.
È un’opera dove Jovanotti parla di: natura, politica, amore, ecologia, numismatica, scienza e tecnologia, ippica, floricultura, geografia, storia dell’arte, calcio, gnocca, viaggi, Siddartha, Sudamerica, cielo e terra. Ma anche di nuovidirittiaglianimali, gendersìperchéloveislove, violenzasulledonne, scioperieconcertiprimomaggio, inotavhannoragione, beniconfiscatiallamafia, legalitàallasaviano, bastaconlaplasticainmare, oennegistilecarolarakete, migrantidaaccoglieresempreecomunque, iopensopositivoperchésonvivoperchèsonvivo.
Se avesse dimenticato qualche argomento, potete segnalarlo scrivendo all’indirizzo mail:
ilpiùgrandespettacolodopoilbigbang@ iocredocheaquestomondoesistasolounagrandechiesa.jova.earth
L’agenda: il Calenda 2023. Parliamo di qualcosa che è destinato a diventare un oggetto cult, tramite il quale Carlo Calenda, il leader di Italia Viva, ha intenzione di entrare nel vivo del duemilaventitré.
Rigorosamente installabile su qualsiasi device, grazie agli incentivi di Industria 4.0 (una sua creatura…), il Calenda 2023 è un’agenda (politica, ma non solo), un assistente virtuale stile Siri o Alexa, un calendario tipo quello di Frate Indovino, ricco di consigli utili su investimenti, internazionalizzazione e giovani (le tre priorità calendiane della politica economica italiana), di proverbi di sapore industriale (per esempio, “Meglio un incentivo alla rottamazione oggi che una concessionaria chiusa domani”) e rubriche del calibro di “I pronostici di Matteo Renzi”, “Per Boschi (Maria Elena) e per valli”, “La pagina della Sfinge di Faraone (Davide)”, “L’Europa che ci sta sul Gozi (Sandro)” fino all’imperdibile guida a puntate per visitare Atene e dintorni dal titolo “Alla Calenda greca”.
Ma la vera chicca, sfogliandolo, la si trova alla data del 19 febbraio 2023: “Oggi ci sono le primarie del Pd: devo ricordarmi di dire a Letta che non abbiamo alcun accordo”.
A questo punto: un sereno Natale a voi, cari lettoràstri, e un buon inizio di nuovo anno. Appuntamento con “Sfooting” al 10 gennaio 2023.
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