“Si salverà chi non ha voglia di far niente e non sa fare niente…” (Franco Battiato, La torre, tratto dall’album L’arca di Noè, 1982)
Non è la prima volta, cari lettoràstri (amici lettori dei ComicAstri) che ci troviamo a prendere in prestito le parole del Maestro per i nostri incipit. Ma sembra che la cosa funzioni, perciò: avaaanti! (anche questa la diciamo spesso…)
Non volendo prendere altresì alla lettera le parole del grande artista trinacrio, la provocazione che ne scaturisce solleva una questione alla quale abbiamo dedicato ampio spazio nel corso di questi nostri cazzeggi settimanali, che da oltre un decennio ingombrano amabilmente il vostro martedì mattina. Ciò a dire che l’annoso dilemma del lavoro, del cosa fare da grandi (se non lo si è ancora, e a maggior ragione se lo si è già), ci ha sempre visti in prima fila, prodighi di suggerimenti, con uno sguardo, vigile e al contempo originale, sui nuovi impieghi che avanzano.
Così, in maniera del tutto occasionale, un incontro fortuito si è trasformato in un’occasione di riflessione e di proposte professionali di attualissimo taglio. Sulla tratta ferroviaria che da Cocquio Trevisago porta a Milano avremmo trascorso un’ora abbondante di fermate noiose anzichenò, un viavai – su e giù/giu e su – di dinamici studenti alle prese con l’ennesimo appello, intraprendenti professionisti concentrati sul proprio tablet (forse intenti a leggere un articolo economico interessante? Molto meglio il classico giochino spara-bolle), di coppie di anziani in gita (“L’è vint’ann che vedi minga la Madunina…”), di giovani stranieri con ultramoderne biciclette a pedalata assistita equipaggiati con zaini a forma di cubo, di tardo adolescenti impegnate in relazioni amorose con lo smartphone… Insomma, un campionario di umanità in mezzo al quale in sorte ci è toccato, come vicino di sedile, proprio lui.
E quando diciamo lui, vogliamo augurarci che questo incontro sia foriero di future prospettive. Lui altri non è che il professor Carlo Martello Prestochetardi, tanto attempato quanto esimio docente. Rendervi edotti sulla nostra conversazione è d’uopo.
Professore, di cosa si occupa precisamente?
Da quando sono andato in pensione, dirigo la cattedra di Tuttologia presso le Università della Terza Età di Quarto Oggiaro, Quinto de’ Stampi, Sesto San Giovanni, Settimo Milanese.
Un bel filotto, non c’è che dire. Speriamo che tanto impegno non le faccia dare… i numeri!
Quelli del tram che occorrono per raggiungere queste zone dell’hinterland milanese, se volete ve li snocciolo in un battibaleno.
Lasci stare, andiamo sulla fiducia. Ci diceva che si occupa di Tuttologia…
Esattamente. Una scienza che presiede pensieri, opinioni, giudizi, convinzioni, teorie che diventano scienza esatta attraverso l’opera di specialisti estremamente competenti, come il sottoscritto, che sostanzialmente si occupa di… Tutto, con la T rigorosamente maiuscola, scrivendo intervenendo e dialogando in merito a ogni argomento in maniera precisa, acuta, e soprattutto con piglio maturo ed esperto.
Caspita! Ci immaginavamo i tuttologi come persone spocchiose e antipatiche, invece vorremmo assicurare i nostri lettori (gli abbiamo spiegato di Sfooting e del Sussidiario) del contrario. Veniamo a noi, professor Prestochetardi…
Chiamatemi pure Martello.
Se le fa piacere, Martello sia. Nei suoi corsi tuttologici, quali sono gli argomenti più richiesti dai suoi, senza offesa, diversamente giovani studenti?
A tener banco in questi ultimi mesi è l’Intelligenza Artificiale, segnatamente la Generative Pre-trained Transformer 3 (GPT-3), oggi probabilmente la soluzione di intelligenza artificiale in linguaggio naturale più avanzata esistente al mondo.
Una curiosità che nasconde un timore: l’AI toglierà posti di lavoro agli umani?
La risposta è ovviamente affermativa. Solo per farvi un esempio, nei prossimi dieci anni spariranno professioni come l’operatore di call center e l’impiegato di ufficio per compiti amministrativi. Dovremo dire addio a molte posizioni che coinvolgono lavori ripetitivi e facilmente automatizzabili nella produzione industriale, come ad esempio gli operai addetti alle catene di montaggio, ad alto rischio di automazione.
Parla come un libro stampato, professor Martello. Soluzioni dietro l’angolo?
Mutuare dal calcio.
Si spieghi meglio…
I grandi club, soprattutto europei, hanno dovuto attrezzarsi alle lunghe stagioni, fatte anche di 60 partite, con una panchina lunga, lunghissima.
E quindi?
La mia proposta, condivisa dai tuttologi giuslavoristi, è quella che le aziende con più di 15 operai si dotino di panchina lunga: lavoratori con regolare stipendio, disposti a mettersi in gioco in caso di infortunio, indisposizione o qualsivoglia altro motivo.
Perplessità è la parola che più ci sovviene…
E invece no! Le forze sindacali ne dovrebbero essere entusiaste, perché si potrebbe intravedere la fine della disoccupazione massiccia. Si darebbe spazio ai giovani, che potrebbero mutuare dai più anziani competenze e professionalità. E anche il Governo dovrebbe dirsi possibilista, dal momento che il reddito di cittadinanza, con l’introduzione della PLE (Panchina Lavorativa Estesa), potrebbe non avere più diritto di cittadinanza.
Siamo prossimi alla stazione di Milano, professor Martello. In dirittura d’arrivo, ci può segnalare un’attività che troverà spazio anche nel futuro?
Dirigendo molte sedi di Università della Terza Età, ho già assicurato i miei allievi: nessuna Intelligenza Artificiale prefigurabile potrà mai intaccare la professione dell’umarell!
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