Amici degli amici dei lettoràstri (perciò amici dei lettori dei comicAstri). Ci rivolgiamo a voi perché, ogni tanto, recuperare qualche amico tra gli amici degli amici serve alla causa del buonumore.

E poi, a proposito di recuperi veri, se pensiamo a quanto lunghi sono gli extra time concessi dagli arbitri in questa prima fase dei Mondiali di calcio in Qatar, non ci si può certo meravigliare che molte famiglie (lettoràstriche e non) si siano lamentate per il prezioso tempo sottratto allo studio dei loro figli; dalle elementari all’università, il coro genitoriale è unanime: “Fermate i Qatari!”, ossia quegli alunni eretici, sostenitori di una netta distinzione tra ore da dedicare al calcio televisivo (tante), ed attimi da dedicare allo studio, per lo meno fino al 18 dicembre. Poi saranno vacanze, tenendo conto che l’ultima settimana prima di Natale dovrà giocoforza essere dedicata alla purificazione dagli eccessi da salotto, oltre che alla preparazione di Presepe ed albero, impossibilitati ad essere allestiti prima, vista il cadenzato susseguirsi dei match pallonari.



Una situazione, quella testé descritta, che metterà in crisi l’intero anno scolastico? Temiamo di sì. Fortunatamente, sarà preservato dal disastro un nuovo corso di studi, che aprirà le porte (o forse sarebbe meglio dire “le stalle) nel gennaio dell’anno prossimo (cioè, tra pochissimo).

Eh sì, perché in Sardegna, da metà gennaio 2023, verrà istituita la prima scuola di pastorizia in Italia. Finalmente si potrà studiare da pastori. Proprio qui, nella regione degli imponenti nuraghi, dove pure si allevano circa tre milioni di pecore (più o meno la metà del patrimonio ovino italiano), sin qui nessuno aveva mai osato prospettare un percorso formativo ad hoc per professionisti del settore. Va da sé che nelle scuole della Sardegna ci si è sempre impegnati su Pascoli, ma non saremo certo noi ad indagare se l’interesse verso i testi del poeta sia stato superiore a quello dell’agricoltura estensiva (con la “p” minuscola).



Sia come sia, il finanziamento regionale permetterà ai 15 futuri “dottori in pastorizia” di affrontare 120 ore, delle quali 65 di teoria e 55 di pratica in aziende del Sassarese.

Molti di voi staranno già fremendo al pensiero: ma cosa si studierà in una scuola di pastorizia? Il percorso permetterà agli iscritti di approfondire temi come il mercato del latte ovino (un tema caldo, considerata la temperatura col quale il prezioso alimento viene raccolto), genetica e riproduzione (verranno riprodotti interessanti filmati sulla genetica), alimentazione degli animali (visto che gli animali sono destinati a divenire un’ottima alimentazione per noi) e qualità dei prodotti, sistemi foraggeri e pascolamento (che possano foraggiare consistenti liquidità da investire nel settore), insetti e pastorizia (l’iniziativa farà sorgere in Sardegna nuove aziende come mosche?), indicatori tecnici dell’allevamento, ed anche tecniche di marketing e strategie innovative di comunicazione al cittadino-consumatore.



Ma non mancheranno ovviamente anche le materie tradizionali, quelle che fanno l’abc del buon pastore (con le iniziali minuscole, ovviamente), i cui nomi verranno sommariamente adattati al percorso formativo. Qualche esempio?

Il voto in condotta verrà scorporato in un doppio grado di giudizio, che non lascia spazio ai “se” e ai “ma”: chi si comporta bene sarà “pecora bianca”, in caso contrario, e mal gli incoglierà, “pecora nera”.

L’ora di Matematica prenderà il nome di “Contare le pecore”. Ma una materia siffatta, applicata agli ovini, non renderà gli studenti troppo arrendevoli ad un facile sonno?

L’ora di Filosofia sarà ribattezzata “Questioni di lana caprina”: perciò, più che a spaccare il capello in quattro, ci si applicherà a spaccare il ca…vello.

L’ora di Scienze si declinerà in una domanda esplicita, eppure intrigante: “Pasteur si nasce o si diventa?”.

L’ora di Lingue sarà divisa ai migliori amici dell’uomo, fondamentali in questa attività: i cani. Con particolare riguardo al “pastore belga”, al “pastore tedesco”, e soprattutto al “pastore bergamasco” (per i sardi l’idioma orobico è uno slang incomprensibile, ma per mettere in riga pecore e capre la sua conoscenza è pressoché fondamentale).

L’ora di Letteratura Italiana (del Pascoli si è già detto) risentirà di una forte venatura leopardiana, visto che sarà denominata “Canto notturno di un pastore errante”, mentre “Béla Bartòk” sarà il nome che verrà a delineare l’ora di Educazione musicale.

Assai efficace la denominazione per l’ora di Religione: “Cercare la pecorella smarrita”.

Al contrario di quanto accade per la maggior parte dei percorsi scolastici, la Meteorologia assume una dimensione fondamentale, in presenza di un’attività prevalentemente all’aperto. Perciò l’ora dedicata sarà chiamata “Cielo a pecorelle”.

Volevate che quanti hanno istituito un corso di tale importanza non avessero pensato a momenti di pausa durante l’anno? Perciò per la prima vacanza (che sarà a Pasqua ’23) tutti a Capri! Le ferie estive? A Caprera! E quelle natalizie? Alla Capraia!

Insomma… professori qualificati e famiglie contente? Certo. Le rassicurazioni del Direttore dell’erigendo corso ambiscono a una serietà pari solo all’innovazione della materia. Con grande orgoglio ha assicurato che “faremo di tutto perché alla fine del percorso di studio non escano degli annoiati pecoroni!”.

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