“In questi tempi grami di distanziamento / Costretti a casa per lungo isolamento / Vivere in quarantena è brutta cosa / Ma induce alla poesia più che alla prosa”. Lo Zingarelli, un vocabolario che sa tante cose perché le ha rubacchiate qua e là in giro per il mondo prima che scattasse il lockdown, sa sempre come trovare le parole giuste. Così, sollecitato da una nostra richiesta (“Caro Zinga, come te la passi? Hai un consiglio da darci per ingannare il tempo in questo periodo di segregazione da Covid?”) ci ha risposto – diciamo così – per le rime. E noi, assai affezionati alla sua colta amicizia, in quelle sue ottave, abbiamo colto al volo una suggestione.



In effetti, da quando è iniziato il confino domestico, via via ci siamo sempre più sentiti “di versi”. Non che volessimo abbandonare le nostre prosaiche e settimanali incursioni del martedì… Il fatto è che a noi piacciono le sfide, quel guanto lanciato dallo Zinga non poteva non essere raccolto. Quale sfida? Quale guanto? Provare a raccontare la quarantena da coronavirus in terzine o endecasillabi.



Sia come sia, la suggestione, che forse covava in noi silente e dormiente da parecchio tempo, prima piano piano, poi sempre più eruttiva si è tramutata in ispirazione, tanto che la vena (poetica) si è offerta, abbondante e permissiva, all’ago dell’ispirazione. Così, negli ultimi 19 giorni, un po’ ungarettianamente e un po’ no, inseguendo in modo felino pensieri e spunti legati al nuovo virus, ne sono venuti fuori 19 componimenti brevi, anzi brevissimi, che abbiamo pensato di raccogliere in un’opera omnia dal titolo: “Qui gatta ci Covid”. E per non far sgattaiolare questi versi nell’oblio, abbiamo deciso di offrirli, in esclusiva, ai lettori del Sussidiario.

1) La distanza sociale

IO                    e                         TE

2) La torta sola (o solo la torta)

E il naufragar m’è “dolce” in questa sacher!

3) Solitudine / 1

Ho cercato me stesso: non c’ero

4) Le piccole cose

La supplica oramai è sempre quella

Il pargolo ogn’ora la favella

Nel coro gli fa eco la sorella…

Non esitar, perciò, orsù oh bella,

Rimembra con lo scritto o la cervella

E compragli ‘sta c…o di Nutella!

5) Profferte amorose

Meettiamoci su Zoom senza pudor!

6) La preposizione semplice (o la semplice preposizione) fa grande la ciabatta ovvero Non c’entra niente col Covid, ma è geniale

Su-per in-fra-di-(to)

7) L’estate che verrà

Ferie d’agosto, imbianco il salotto

8) Dare i numeri

Da paziente zero contagio lentamente fino a quarantena

9) Modi di dire

Ultimo baluardo di libertà piastrellata

Meta agognata della mia sdraio amata

Mai più oserò dir come un fellone:

costui mi sembra fuori di balcone!

10) Tutta mia

Epidemia.

Pandemia.

Anosmia.

Bulimia.

Aritmia.

Uricemia…

Mammamia!

Sto diventando possessiva?

11) Solitudine / 2

Che anno è…

che giorno è…

questo è il tempo

di stare insieme a me

12) … a mostrar ciò che in camera si puote ovvero Quattro maggio

Che dici, amor?

Dopo il preliminar…

alla “fase 2” passiam?

13) Impunità di gregge

Ciascun mi par che i cazzi suoi si fa!

14) Solitudine / 3

Benedetta lontananza non sei proprio così male

Per marito moglie e figlio (l’altro arriva per Natale)

Si vorrebbe stare soli nell’aurora boreale

Si riapron svelti gli occhi nel modesto bilocale

15) Coda

Ognuno sta solo,

carrello alla mano,

trafitto da un termoscanner:

ed è subito spesa.

16) Solitudine calcistica

Giocare al Subbuteo con se stesso

Ignorare la playstation e tutto il resto

Tener nel cuore solo una promessa

Di ricevere da Bergomi una Caressa

17) Eroi e supereroi

Pensa a Zorro, a Devil, all’Uomo Ragno…

a Batman (che lo leggi pure in bagno)

Se esci con la lista della spesa

Non devi recar danni né offesa

Perciò che sia di sera o la mattina

Pur fosse per comprar la candeggina

Rimembra con la mente sopraffina

Di farlo ben con guanti e mascherina

18) Solitudine / 4

Porto il cane a far pipì…

E son solo pure lì

19) Un po’ Socrate (e un po’ ComicAstri)

L’ha sempre ripetuto pure il saggio

Che dopo ogni april ritorna maggio

A questo punto noi vi si saluta

Nel cuore ansante una speranza arguta:

la “fase 2” non sappia di cicuta!