Se cominciamo con tre domandine facili facili, avremo pure un nostro perché… Ordunque:
1) Chi non sceglierebbe di andare in vacanza in un Paese nel quale da marzo a settembre, pur sprovvisto di montagne per sciare, le nevicate sono fitte, mentre da settembre a marzo piogge copiose e freddo intenso la fanno da padrone?
2) Chi non smanierebbe dalla voglia di farsi un bel viaggetto in un Paese dove il piatto tipico della cucina locale è la zuppa fredda di barbabietole e dove l’alternativa consiste in un “succulento” piatto di salsicce di patate, chiamato non a caso vedarai, probabilmente perché la mamma che si ritrova a prepararlo a colazione, pranzo e cena, davanti alle smorfie non proprio entusiaste di marito e figli, altro non può fare se non esclamare, con fare tristemente appassionato: “Dài assaggialo, vedarai com’è buono!”?
3) Chi non si precipiterebbe in Lietuva, il nome nella lingua nativa (tra le più antiche e difficili del mondo, visto che assomiglia molto al sanscrito), i cui nativi, non esattamente un modello di letizia e affabilità, appaiono al contrario seri e compassati, quando non accigliati?
Volete sapere chi? Solo il 2,4%. E se non lo avete ancora capito, stiamo parlando della Lituania, uno dei tre paesi baltici, e di un sondaggio che ha riguardato la generazione di quelli poco più che maggiorenni, che gli esperti di mercato hanno immediatamente ribattezzato “i balti giovani”. Gli altri, una maggioranza bulgara, verrebbe da dire se non stessimo parlando della Lituania, hanno espresso tre “No”: chiari, limpidi e indiscutibili.
Ciononostante, il Paese vanta alcuni record assai interessanti: un terzo del territorio è ricoperto di foreste (ogni abitante ha mediamente a disposizione mezzo ettaro di piante); persino gli angoli più remoti del paese sono serviti da un’ottima connessione (remota?) a Internet; inoltre, per dirne una davvero curiosa, in nessun altro paese al mondo si contano così tante mongolfiere; da ultimo, si aggiunga che nel bacino del mar Baltico viene estratta l’80% circa di tutta l’ambra mondiale (per la gioia di Massimiliano Allegri).
Fatte queste premesse, possiamo affermare senza ombra di smentita che in Lituania il turismo non è che tiri proprio tanto; i viaggiatori sono davvero pochi anche a Vilnius, la capitale. Ormai da decenni l’Ente del turismo lituano si prodiga nell’intento di creare un maggiore appeal, che possa attrarre un maggior numero di persone.
Sforzo, ahiloro!, vano, fino all’annuncio, a dir poco esplosivo: “Siamo il punto G d’Europa”. Come, come? Ebbene sì! Una campagna pubblicitaria “hot”, lanciata da un’agenzia turistica lituana per promuovere il turismo della capitale, sembra proprio che abbia fatto centro. Senza troppi giochi di parole, l’esplicito slogan recita: “Vilnius, il punto G dell’Europa”. E per non lasciare nulla di poco chiaro, il sottotitolo fuga gli ultimi dubbi: “Nessuno sa dov’è, ma quando lo trovi è sorprendente”.
Persino l’immagine non lascia spazio all’immaginazione: una ragazza (ve la immaginereste brutta? Nooo? Ecco, ci avete azzeccato!) stringe una sorta di lenzuolo raffigurante la cartina geografica dell’Europa. La protagonista, che con gli occhi chiusi ed estatici trasmette una sensazione di piacere sensuale, stringe nella mano la zona esatta in cui è raffigurata geograficamente la Lituania.
Una mossa del cavallo sagace e astuta (il sesso tira e attira a tutte le latitudini), che si propone di spostare, ovviamente incrementandoli, i flussi turistici. E fin qui, scontati complimenti a chi di dovere!
Ma… volevate che… altri paesi europei non cavalcassero l’onda lituana? Sicché molte agenzie turistiche nazionali si sono messe all’opera per predisporre un’adeguata controffensiva mediatica e pubblicitaria.
I più lesti sono stati gli estoni. Si potrebbe dire: davvero lestoni! L’Estonia, diamo qualche coordinata, si trova a circa 250 km a nord della Lituania. Qui un ragazzo piuttosto sveglio, tal Kask Kukk, si è fatto venire un’idea niente male: “Se Vilnius è il punto G, allora significa che la nostra capitale Tallinn, visto che sta un po’ più su, è… l’ombelico dell’Europa!”. Forte delle sue intuizioni, Kukk ha contattato il ministero del Turismo estone, che per tutta risposta si è così sinteticamente espresso: “Kakkio, karo Kukk, kosì katturiamo kilotoni di turisti! Ke kolpo ben kalibrato! Kaska a kengūra!” (“casca a canguro” crediamo sia il modo di dire in lingua estone “casca a fagiuolo”…).
Pretendevate forse che i greci stessero con le mani in mano? Certo che no! Facendo un veloce confronto tra la cartina dell’Europa e l’anatomia umana, sono arrivati a una conclusione logica: “Tallinn è l’ombelico, Vilnius il punto G. E noi, così in basso, così a sud, perché non possiamo essere l’alluce dell’Ue?”.
Ma a scompaginare i giochi, immaginiamo ancora aperti (vedremo come si… posizionerà, se si posizionerà, il resto d’Europa), ci ha pensato, con sorprendente intuito, il governo di Praga. “Il rilancio del turismo in Lituania ci ha messi nell’occhio del ciclone. Ma niente scherzi! E prima che a qualcuno sorga qualche dubbio, lo ribadiamo: noi della Repubblica ceca, a dispetto del nome, continuiamo a essere… la pupilla dell’Europa!”.