Siamo circondati da ottimisti senza se e senza ma, positivamente disposti a credere a tutto. E dunque convinti che questo governo durerà a lungo, che l’Europa è unita e i suoi padri fondatori non si stanno rivoltando nella tomba, che i Black block sono solo dei semplici ed energici pacifisti vestiti di nero, che Scalfari se non è Dio poco ci manca, che da Barbara D’Urso si litiga sul serio e poi si fa pace per davvero, che i cambiamenti climatici sono colpa dell’uomo (perciò d’estate si va verso la desertificazione e d’inverno verso la glaciazione) e che Greta Thunberg abbia idee rivoluzionarie.
Ed è per tutto questo che siamo stati sfiorati dall’idea di creare un Movimento dei Boccaloni. Un gruppo di pressione estremamente fluido che possa unire, nel nome dell’Amore e del sentire comune, quanti hanno fiducia nel genere umano e non si vergognano a sperare che le fake news siano una mera bugia. Gente che auspica, sempre e solo nel nome dell’Amore, di fare la stessa strada delle ormai mitiche (per molti commentatori) Sardine, un popolo giovane, di rinnovati girotondini (ve li ricordate?) proiettati in un futuro radioso, nel quale, proprio in nome dell’Amore, c’è la possibilità di prendere Salvini sottobraccio, invitarlo in una pacifica manifestazione solo per intimargli benevolmente di rimanere a casa sua a godersi la famiglia e il suo non insignificante stipendio da parlamentare.
Sì, c’è ancora speranza, quella speranza che ci sta facendo sperare che non sia davvero necessario fondare un nuovo movimento. Perché basta guardarsi intorno, e scoprirete che l’Amore è contagioso così come le sue correnti, tra le quali di settimana in settimana sta montando la marea dei “movimenti ittici”.
Movimento delle Sogliole. Lo citiamo per primo perché è il movimento più multiforme. Appiattito su ogni posizione e adattabile a qualsiasi manifestazione, purché la causa sia buona (volete che ve le elenchiamo? Nooo? Come volete, l’importante è che non si alzino i toni, amorevoli lettori), e i colori giusti (dal rosso sfumato a quello intenso; tollerato il giallo, ammesso il verde, ma solo ambientalista).
Movimento dei Gamberi. Nato dall’idea di tre studenti, che anziché farsi avanti, hanno osato con temerarietà fare un passo indietro, lungo e ben disteso. Coraggiosa la loro scelta di distinguersi, con una causa degna, per chi ha buona memoria, del Mago di Sanremo (un medium e sensitivo molto in voga nella tv degli anni ’90), il cui motto era: comincio dove gli altri finiscono. Forti di questa convinzione, hanno adottato un modo davvero singolare di manifestare. Partono infatti dalla piazza d’arrivo e, procedendo a ritroso, arrivano al punto di partenza. Più che un movimento di prospettiva, un movimento di retrospettiva.
Movimento dei Granchi. Muovendosi lateralmente, scendono in piazza con qualsiasi pretesto, purché democratico. Tuttavia, sbagliando spesso la causa da sostenere (prendono, cioè, dei granchi…) la strada da percorrere per avere un minimo di visibilità è lunga e impervia: tant’è che molti granchini sono arrivati a chiedersi sui social: “Ma chele facciamo a fare le manifestazioni?”.
Movimento delle Alghe. Riappropriarsi del verde. Così come le alghe non devono più far pensare a Wanna Marchi e alle sue diete miracolose basate proprio su questi microrganismi di struttura vegetale, il verde deve tornare a essere di tutti e non di uno solo. Se pensate a lui, proprio a lui, al Truce, avete azzeccato. Un movimento pacifico e innamorato, quello delle Alghe, che non si propone certo di togliere il leader leghista dalla faccia della Pachamama (la Madre Terra), ma che si accontenterebbe di assegnare al suo partito, con apposito referendum nazionale, un colore diverso, da scegliersi tra questi tre: 1) Marrone (il colore delle castagne. Che vi credevate, maliziosetti che non siete altro, eh?); 2) Vinaccia (in dialetto lombardo: tra su de ciucc); 3) Grigio (una sorta di non colore). Secondo gli Alghini, questi toni cromatici meglio e più democraticamente (perché scelti dal popolo) rappresenterebbero il movimento di origine padana.
Movimento degli Storioni. E’ un movimento snob, raffinato per eccellenza e per elezione. Qui si scende in piazza solo per motivi democraticamente stuzzicanti. Eppure non mancano certo di energiche caratteristiche temperamentali, come la (giusta) indignazione e una certa qual signorile bellicosità; ma, seppur facinorosi, le loro uova preferiscono non scagliarle, bensì gustarsele, seduti a un tavolino, meglio se accompagnate da un raffinato flut di champagne d’annata.
Movimento dei Siluri. Tra tutti, i più facilmente riconoscibili, per la loro strategia “mordi-e-fuggi”. Una volta presa la decisione di scendere democraticamente in piazza, lo fanno a tempo di record: 10-15 minuti sì, ma devastanti! Poi, lesti a fliarsela via, veloci come… siluri.
Movimento dei Pesci Palla. E’ il movimento più estremista e ideologizzato, ma pur sempre spinto dall’Amore. I suoi adepti non amano tanto marciare in corteo, bensì protestare in modo stanziale. Le loro manifestazioni possono durare giorni e giorni con caratteristiche del tutto singolari: carrellate di prolissi oratori che, con tono spesso monocorde, discettano e comiziano per ore e ore di democrazia e potere assoluto, di popolo e sovranismo, di Amore e di guerra. Quella che fanno i cattivi, cioè gli altri. Ed è proprio per l’estenuante ridondanza con la quale occupano le piazze che stanno vieppiù amorevolmente e democraticamente divenendo invisi agli altri movimenti, i quali tendono a considerarli un tantino (e da qui il nome)… pallosi.