“Arrivate a Orio al Serio, ma poi, sul Serio, non dovete prendere l’aereo (grassa risata): vengo io a prendervi!”.
Già… solitamente, i motivi per cui raggiungere Orio al Serio (o sul Serio, come lo chiama lui) sono almeno un paio: l’aeroporto, praticamente alle porte di Bergamo, e il fastoso centro commerciale, meta di laici pellegrinaggi, a onorare un consumismo oltremodo sfrenato.
Infatti, il pullman che partendo da Milano ci conduce dritti dritti in zona, è pieno raso, ma noi non abbiamo bagagli: a sera saremo già a casina nostra, se la missione andrà a buon fine.
Al nostro sbarco, un vistosissimo macchinone, con annesso autista dotato di improbabile cartello – la scritta recita “signori comicAstri” – ci fa sospirare un “…vabbè, il caffè lo prenderemo su…”, dove per “su” si intende Scavalcate di Sopra, il borgo dove il Cisio ha collocato il suo ultimo stabilimento.
Dobbiamo stare per l’ennesima volta a dirvi che il Cisio è proprio lui? Lui, l’oramai mitico Tarcisio Ficosecco, leader dell’omonima azienda helpful-useless (che sarebbe, nel linguaggio internazionale dell’e-commerce, l’equivalente del nostro utile-futile)? Ecco, mannaggia, ve l’abbiamo detto e ridetto anche stavolta!
Lo troviamo intento con i suoi più stretti collaboratori al controllo di produzione di un prodotto che qualche anno fa ebbe un notevole successo. Oggi come allora, seppur con qualche innovazione, il Calalabraga funziona, eccome. Si tratta (smemorati che non siete altro!) di un singolare meccanismo elettronico che, collegato con appositi sensori alla cintura dei pantaloni, permette, grazie a un microscopico telecomando in dotazione, di abbassare i pantaloni (vi è anche una versione femminile per le “donne con le gonne”) quando la situazione è meritevole di… cedimento!
Ad esempio, durante le code all’ufficio delle imposte, e di questi tempi anche per un semplice pieno di benzina. La tipica l’espressione che anticipa la pressione dell’unico tasto del telecomando è “Vi siete presi tutto? Allora prendetevi anche queste!” (le braghe). Semplice, utile, efficace, di grande impatto. Istruzioni in italiano (ma anche in bergamasco stretto delle valli) incluse.
Dalla frenesia che ci circonda, intuiamo che il tempo a disposizione è quello che è, perciò passiamo al contrattacco.
Cisio! Troverai il tempo di andare in vacanza, pieno di impegni come sei?
Eeeh, sì, zio pera! (colorita espressione family friendly, che solitamente ne evita di peggiori; anche se la scritta perentoria “la persona civile ed educata non bestemmia” fa bella mostra di sé vicino al poster dell’Atalanta e ci mette decisamente a nostro agio).
Sceglierai qualche isola esclusiva, tipo Bali, le Mauritius, Bora Bora, oppure virerai su Machu Picchu, il Taj Mahal o magari verso le cascate di Iguazù?
Gnac a mör! (neanche a morire! Il bergamasco è una lingua simile all’arabo).
E dunque?
Nelle prossime settimane, mi sposterò tra le mie valli, che sono quelle che conosco meglio. Viva le Alpi Orobiche!
Puoi dare qualche consiglio ai lettori del Sussidiario che si trovassero a passare da queste parti?
Certo, an s’è mia barlafüs! (non sono mica un ciarlatano).
Cominciamo…
… con una bella puntatina al mare.
Ma come? Ma se hai appena detto…
Appunto! Ul Mar Matt (il Mare Matto, mare in burrasca) è il nome dello spettacolare altopiano carsico composto da doline, anfratti e tavolati di roccia, che sta a nord del Passo Scagnello. Siamo in zona Presolana, quaranta chilometri da Berghèm (Bergamo).
Dopo di che?
Si va alle Quattro Matte. Quattro sorelle (la leggenda vuole che si chiamassero Erica, Gardenia, Genzianella e Rosina) pietrificate dai folletti, e perciò diventate quattro guglie della Presolana, strette in un’impervia gola.
Allegriaaa, direbbe Mike Bongiorno…
… perché non conoscete il passo dei Baciamorti, tra La Val Cassiglio e la Val Taleggio. Do you know?
Beh… il risotto pere e taleggio non è male, ma il nome del passo ci fa incrociare le dita…
‘gnurant (ignoranti). Niente di macabro, solo una una lenta e strana variazione del nome nel corso del tempo: dal latino Maxione Mor a Masamoro e infine a Vasamor.
Cisio, sei un pozzo di scienza orobica…
Ma vogliamo parlare del Col d’Orègia (Col d’Orecchio)? L’orecchio col quale si può ascoltare la voce del Sebino, il vento della zona. E poi, un paradiso di saliscendi, per quelli a cui piace la muntanbàik!
Siamo agli sgoccioli, dacci ancora qualche dritta.
Per scaramanzia, una puntatina al Monte Disgrazia va fatta. E per curiosità, si può programmare una sosta al Laghetto dei Curiosi.
Ma perché si chiama così?
Allora siete proprio dei curiosi!
Lasciamo stare, Cisio. Ci salutiamo con una curiosità che attende una precisa risposta: conosci un posto esclusivo, da consigliare ai nostri lettori più esigenti (cioè, con tanti danè, sghèi, o come dicono i giovani, con tanto cash)?
A ‘sta gente che i è cressìcc issé (è venuta grande così, col soldo facile) consiglio il Monte Avaro: bella flora, fauna straordinaria (certe escursioniste fanno salire la pressione), passeggiate diurne e, perché no, notturne (al chiaro di luna, la bellezza assume un altro volto). Ma soprattutto, sulle sue pendici, qui tutti conoscono la splendida tenuta di Paperon de Paperoni, che non raramente soggiorna da queste parti. E che i locali sono soliti accogliere con grande… parsimonia!
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