Se è vero il detto del saggio Confucio che “Ovunque tu vada, vacci con tutto il tuo cuore”, si sappia che a noi la frase calza a pennello, in questa estate torrida che ci vede viaggiatori, talvolta attivi, altre volte virtuali.
Stavolta, è mare, quello vero. Che agli italiani piaccia, è cosa nota; del resto, viviamo in un Paese che conta migliaia di chilometri di coste, alcune fra le più belle al mondo. E “lei” di mari ne ha visti di tutti i colori (dal Mar Bianco al Mar Rosso, dal Mar Giallo al Mar Nero, fino al Mar Arabico, dal tipico color caffè). In gioventù, prima di sposarsi, era una vera “lupa di mare”. Da qualche anno, invece, una volta riscoperto il Mediterraneo, si è dedicata soprattutto al mar Ligure. Così che spesso la si trova lì, la nostra Tina.
Sarà perché le siamo simpatici, o forse perché amici di vecchia data del marito (il pluricitato, e non solo da noi, Zingarelli, un vocabolario che sa tante cose perché le ha rubacchiate qua e là in giro per il mondo), ma rivedere la Tina (che altro non è che l’abbreviativo di Garzantina, nostra vecchia conoscenza) è sempre un piacere, soprattutto nel suo buen retiro dell’isola del Tino.
Per chiarezza nei confronti dei nostri lettori, ci troviamo sul Mar Ligure, all’estremità occidentale del Golfo di La Spezia, a 500 metri dall’isola Palmaria e a due chilometri e mezzo dalla terraferma. Benvenuta su queste nostre pagine, Tina!
Benvenuti a voi!
Grazie! Ma cosa ci fai qui, in una zona militare, inaccessibile tutto l’anno, con la sola eccezione del 13 settembre (in occasione della festa di San Venerio) e della successiva domenica? È visitabile due giorni dell’anno e tu ci passi le vacanze?
Conosco un ex generale di Corpo d’Armata, tale Tino Carrarma (confidenzialmente e affettuosamente detto CarrarmaTino), grande appassionato di Risiko, che sull’Isola del Tino mi ha messo a disposizione una piccola dimora tipica del luogo: il tinello abitabile.
Tinello abitabile? Vuoi dire che non hai la cucina?
Non ne ho bisogno. A mezzogiorno e sera faccio un saltino al ristorante “Lo SfilaTino”, locale ricavato nell’appartamentino dove vive la moglie di Carrarmatino, cuoca eccelsa.
E la colazione? Vai al bar?
Certo che sì, al bar CornetTino, ubicato in un altro appartamentino dove vivono i cognati del generale. Qui Carrarmatino tutte le mattine ordina – è il caso di dirlo, visto che suo cognato è un semplice sottotenente – cappuccino, brioche e cioccolatino per me e per sé.
Ovviamente, essendo al mare, la granatina è d’obbligo…
No, sarebbe una scelta troppo scontata. Già me le vedo le mie amiche prendermi in giro per la rima: “Ma lo sai che la Tina al mare ogni mattina si prende una granatina?”.
Hai ragione. Ma cosa ti attira dell’Isola del Tino?
È come un salottino in mezzo al mare, un tantino isolato, è vero, ma a me un po’ di silenzio e di tranquillità non dispiacciono. Sapete, mio marito, lo Zinga, è un vocabolario che sa così tante parole che per ricordarle tutte le deve pronunciare in continuazione. Quelle rare volte che viene qui a trovarmi, non riesce proprio a stare zitto. Insoddisfatto, saluta e torna al proprio Aventino…
Beh, lo Zinga ci ha più volte confessato che anche tu non scherzi: hai una cultura enciclopedica e una bella parlantina…
È vero, lo ammetto. Dalle Antichità classiche al Vino, mi piace dare sfoggio della mia cultura universale. Pensate, nell’intimità lo Zinga mi chiama, con tono affettuoso, “la mia SapienTina”…
Torniamo all’Isola del Tino. Lì come passi le giornate?
Al mattino un tuffettino in acqua, poi una gita in canottino fino all’isola di Tinetto e ritorno. Alla sera, dopo cena, un gelatino.
Durante il giorno prenderai il sole e tornerai tutta abbronzatina, vero?
Neanche per sogno! Io sdraiata al sole divento rossa come un peperone. Preferisco starmene seduta sotto l’ombrellone: leggo qualche librettino, studio un po’ di latino e mi diverto a giocare con Pochettino.
All’Isola del Tino viene a trovarti persino l’ex allenatore del Psg?
Macché! Pochettino è il mio adorabile bassottino: si chiama così perché è alto solo un pochettino, poco più di trenta centimetri.
A parte l’Isola del Tino, quali altri mari ti hanno conquistata, diventando luoghi del cuore?
Eeeh, quanti ricordi… Comincio dall’isola di Schola, in Sicilia, dove ho imparato molte cose… elementari, ma indispensabili a una cultura di base. Poi c’è l’Isola di Geniò, nel mar di Sardegna, dove amabilmente sono solita conversare con persone di intelligenza assai raffinata. E allo scoglio Palombaro, in Calabria, ho potuto andare a fondo su certi argomenti che mi interessavano molto.
C’è qualche posto che ti ha lasciata soddisfatta?
Senza alcun dubbio l’Isola di Mortorio, in Sardegna. Poca vita, allegria ancora meno, una noia ferale. Persino la spiaggia risente di questa funerea monotonia. Tant’è che non di rado mi sono imbattuta nelle stranezze di una famiglia americana un po’ folle, vagamente trash, portatrice di un umorismo vagamente noir che lascia il tempo che trova. Mi pare si chiamino Addams, o qualcosa del genere. La gente del luogo vi è abituata e non ci fa più caso; si portano con sé la fama di veri e propri aficionados del… Mortorio: perciò sull’isola calzano a pennello!